JUNK FOOD
(ANSA) - Il consumo quotidiano di alimenti ultra-processati è stato associato da un nuovo vasto studio Usa ad "un aumento moderato" dei rischi di morte prematura tra il 4-9 per cento per varie cause, che non includono decessi per tumori e malattie cardiovascolari. L' indagine - durata circa 34 anni e condotta su oltre 100.000 persone - non solo ribadisce i risultati di analisi precedenti ma è la prima ad individuare diversi livelli di pericolo per la salute, a seconda degli alimenti appartenenti a questa categoria ed alle quantita' assunte.
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Tuttavia, il rapporto pubblicato su Bmj a firma di Mingyan Son, epidemiologo di Harvard, che ha guidato un team di ricercatori di Harvard con la collaborazione di atenei di Brasile, Cina, Paesi Bassi, sottolinea che ciò che conta maggiormente per contrastare questi pericoli "è la qualità generale della dieta di una persona". Ossia se contiene anche buone quantità di verdura, frutta e proteine magre. I contributori maggiori all'incremento dei rischi di morte prematura - emersi dallo studio - sono le bibite dolci e dolcificate e le carni ultra-processate, pronte a consumo, i dessert con latticini, ed alcuni alimenti dolciari da colazione.
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In particolare - secondo la ricerca - chi mangiava più cibi ultra-trattati (ossia almeno 7 porzioni al giorno) ha mostrato di correre rischi più alti di circa il 4% di morte prematura per ogni causa, e del 9% per malattie neurodegenerative. Non sono invece state riscontrate associazioni con decessi precoci per cancro, malattie respiratorie o di cuore. I dati emergono dal noto studio longitudinale di Harvard su 74.563 infermiere Usa e quasi 40.000 professionisti sanitari uomini.
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