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    UN’OPERAZIONE CHE DÀ RESPIRO – PER LA PRIMA VOLTA IN EUROPA UN BRONCO IN MATERIALE BIO-RIASSORBIBILE, STAMPATO IN 3D, È STATO IMPIANTATO SU UN BIMBO PUGLIESE DI CINQUE ANNI ALL'OSPEDALE BAMBINO GESÙ DI ROMA: L’INTERVENTO, DURATO OTTO ORE, CONSENTIRÀ AL PICCOLO, AFFETTO DA BRONCOMALACIA, DI TORNARE A RESPIRARE NORMALMENTE DOPO CHE…


     
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    Maria Rosa Tomasello per “la Stampa - TuttoScienze”

     

    bronco in materiale bio riassorbibile 3 bronco in materiale bio riassorbibile 3

    Con un intervento sperimentale durato otto ore, per la prima volta in Europa, un bronco in materiale bio-riassorbibile, stampato in 3D, è stato impiantato su un bimbo pugliese di cinque anni in una sala operatoria dell' ospedale Bambino Gesù di Roma.

     

    Il piccolo Nicholas, che dopo anni potrà finalmente ritrovare un respiro normale, era affetto da broncomalacia, malattia che impediva il normale flusso di aria nel polmone sinistro. Spiega Adriano Carotti, responsabile dell' Unità di funzione di Cardiochirurgia complessa con tecniche innovative, che ha messo mani e cuore nell' operazione: «Questa patologia determina difficoltà soprattutto in fase di espirazione, provoca il ristagno di secrezioni e aumenta il rischio di sviluppare infezioni.

     

    ospedale bambino gesu' ospedale bambino gesu'

    Il bambino - per la conformazione del torace e dei vasi aortici - aveva una compressione di lunga data del bronco sinistro, schiacciato tra l' arteria polmonare sinistra e l' aorta toracica discendente: era una situazione che aveva prodotto un indebolimento della cartilagine che sostiene l' impalcatura del bronco.

     

    Bisognava - aggiunge - fare qualcosa per sostenerlo e abbiamo deciso di percorrere una strada innovativa, perché i presidi classici, come gli "stent" a maglia metallica non fanno crescere il bronco o inducono una granulazione, mentre quelli in silicone si dislocano facilmente».

    operazione chirurgica 1 operazione chirurgica 1

     

    La strada del bronco stampato in 3D è già stata tentata con successo dagli specialisti dell' università del Michigan, i quali dal 2012 al 2018 hanno eseguito impianti su 15 bambini. «Ma si trattava di lattanti, età media di otto mesi - sottolinea Carotti -. Quindi era una strada mai percorsa con un bimbo più grande». La stampa in 3D offre la possibilità di realizzare un «pezzo» personalizzato e, quindi, si decide di procedere. Il percorso è lungo.

     

    bronco in materiale bio riassorbibile 5 bronco in materiale bio riassorbibile 5

    Poiché bisogna costruire dispositivi impiantabili, che non hanno certificazione, bisogna avere il via libera del Comitato etico interno e, quindi, l' ok del ministero della Salute e, infine, mettere a punto la procedura per la costruzione. In campo ci sono tutti i professionisti migliori: Il dipartimento di diagnostica per immagini di Aurelio Secinaro realizza le immagini bidimensionali che vengono rielaborate dal bioingegnere Luca Borro.

     

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    Si arriva al modello tridimensionale dello «splint», «gabbietta» cilindrica che riproduce la struttura del bronco: viene stampato dal centro Prosilas, utilizzando un composto formato da policaprolattone ( sostanza usata per i fili di sutura) al 98% e da idrossiapatite al 2% e che viene eliminato dall' organismo in due anni.

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    Seguono i test di resistenza, eseguiti dall' Università di Modena e Reggio Emilia. Sei mesi dopo il nuovo bronco di Nicholas è pronto. Il 14 ottobre viene quindi impiantato da Carotti, in collaborazione con i colleghi del «Laryngo-Tracheal Team», diretto da Sergio Bottero, in una sala operatoria dove l' intervento viene eseguito in circolazione extracorporea. Il dispositivo viene collocato all' esterno del bronco malato.

     

    «A meno di un mese dall' intervento il bimbo è tornato a casa - racconta Carotti -. Da un punto di vista clinico e strumentale c' è un' ottima risposta. Il bronco ha già riacquisito la dimensione normale, ma naturalmente continueremo a seguirlo con uno stretto "follow up" per verificare il completo riassorbimento e il consolidamento avvenuto.

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    E' importante far sapere che questa tecnologia è disponibile anche in Italia: si aprono nuovi orizzonti per l' applicazione di questo tipo di interventi nei bambini. Abbiamo aggiunto una freccia importantissima nella nostra faretra. Abbiamo già altri potenziali candidati e abbiamo già la tecnologia per poterci costruire questi "devices" in casa: speriamo ora di poter certificare al più presto la procedura».

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