Estratto dell’articolo di Valeria D'Autilia per “la Stampa”
ROMA NUOVI POVERI
Una povertà ormai «strutturale» che diventa «sconfitta per l'intera società». E non risparmia neppure i minori - anello debole di una iniquità sociale che ne compromette il futuro - né chi un lavoro ce l'ha. Nell'Italia dell'ultimo rapporto Caritas, i poveri assoluti sono 5 milioni 674 mila: rappresentano il 9,7% della popolazione. Molti sono stranieri. A conti fatti, un residente su dieci non ha un livello di vita dignitoso. Senza l'aiuto dei volontari e dei sussidi statali sarebbe il baratro.
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In parallelo, per oltre 14 milioni di persone – che rappresentano il 24,4% del totale - si registra anche un rischio di finire nelle maglie più deboli. L'edizione 2023 dello studio che analizza povertà ed esclusione sociale è lo specchio di un Paese che, in tre decenni, ha visto mutare radicalmente il fenomeno. […]
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[…] Basti pensare che tra le nuove forme di povertà s'incasellano anche quella energetica, legata al costo delle bollette, separati e famiglie con figli a carico. Dal 2021 al 2022 i poveri assoluti sono aumentati di 357mila unità. E in questa categoria rientrano anche i cosiddetti "working poor", i lavoratori poveri. In nero, in grigio – con una regolarità solo apparente – ma anche con part time forzati e salari inadeguati. Deboli, penalizzati e privi di aspettative, sono 2,7 milioni: cercano soltanto di «sopravvivere».
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Rappresentano quasi il 23% dell'utenza della Caritas. E così accade che ci siano nuclei con il capofamiglia occupato, ma nel 47% dei casi classificabili in povertà assoluta. Un numero che, nelle famiglie di soli stranieri, s'impenna e supera l'81%. Accanto alle nuove povertà, ci sono ovviamente quelle croniche. Ma ci si può ritrovare nella vulnerabilità sociale da un momento all'altro, a causa di «eventi svolta». Persino il diventare genitori può portare a uno stato di bisogno: i due terzi degli utenti Caritas ha figli. E poi ci sono, appunto, i più piccoli.
LAVORO POVERO
«Tutti – commenta la Caritas - possiamo dirci vinti di fronte a 1,2 milioni di minori indigenti, costretti a rinunciare a opportunità di crescita, salute, integrazione. Chi nasce povero, molto probabilmente, lo sarà anche da adulto». […]