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    UN PARTITO SENZA POPOLO (E UN POPOLO SENZA PARTITO) – FUGGI FUGGI DAI CIRCOLI PD: “I NOSTRI DISASTRI FANNO CALARE GLI ISCRITTI”


     
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    Giovanna Casadio per "La Repubblica"

    GUGLIELMO EPIFANIGUGLIELMO EPIFANI

    A Funo di Argelato, circolo bolognese del Pd, il responsabile organizzativo si sfoga: «Chiederei ai "101" cervelloni del Pd di spiegarmi come convincere la gente a tesserarsi ora!». Colpa dei 101 "franchi tiratori" che hanno impallinato Prodi nella corsa al Colle, ma anche dell'alleanza di governo con Berlusconi, se nel partito è allarme tesseramento. Carlo Galli, politologo e parlamentare - iscritto nello stesso circolo dove giacciono non ritirate le tessere del Professore e della moglie Flavia Franzoni - parla di un "rischio emorragia" di militanti.

    A Bologna e dintorni di fatto il tesseramento è fermo. È cominciato tardi, è vero, dopo le elezioni di febbraio, ma la strada è tutta in salita. E se le difficoltà si sentono nella "rossa" Emilia, figurarsi nel resto d'Italia.

    BERSANI E DALEMA SBIRCIATINA ALLUNITABERSANI E DALEMA SBIRCIATINA ALLUNITA

    Ovviamente al Nazareno, la sede nazionale dei Democratici a Roma, invitano a non enfatizzare il calo. Nico Stumpo, responsabile dell'organizzazione quando Bersani era segretario, qualche giorno fa ragionava: «Se c'è la disaffezione per la politica, perché non dovrebbe riguardare anche i Democratici? Mica il nostro partito è un ente astratto». Giustificazioni generali a parte, dei 550 mila tesserati del 2012, bisognerà vedere quanti saranno pronti a tesserarsi di nuovo.

    In Lombardia, Maurizio Martina segretario regionale riunirà la settimana prossima tesoriere e segretari provinciali: «Le difficoltà ci sono, inutile negarle, però le assemblee sono partecipate. Ci sono circoli, come quello nel lodigiano, che si sono autosospesi, ma poi sono tornati. Alla Barona a Milano, l'altra sera, c'è stato un dibattito molto vivace». Nel 2012 gli iscritti democratici lombardi erano circa 43 mila. A Bologna il tesoriere del Pd Fausto Melotti ha ammesso che non sarà facile raggiungere i 23 mila tesserati a fine anno.

    MATTEO RENZIMATTEO RENZI

    Vivacità è sinonimo di contestazione. Oltre a OccupyPd, il movimento di occupazione delle sedi del partito nato nei giorni bui del voto per il Quirinale, nei circoli è resa dei conti. Giuseppe Lupo, segretario del Pd siciliano, sostiene però che dopo la caduta si va alla riscossa. «C'è mobilitazione, discussioni anche accesissime». E il tesseramento? «Neppure l'abbiamo cominciato, le tessere del 2013 l'abbiamo avute 15 giorni fa».

    epifaniepifani

    Alla vigilia di un congresso (il Pd lo terrà in autunno), i partiti in realtà hanno impennate di tessere che rafforzano i vari capibastone. È quanto denuncia il movimento Occupy torinese: «Abbiamo ricevuto preoccupanti segnalazioni di un incremento repentino, quanto ingiustificato in questo periodo, di "pacchetti" di tessere recapitati dal centro verso la periferia». I "ribelli"del Pd sospettano tessere clientelari, passando a Torino e provincia da 8.900 a 12 mila iscritti.

    matteo renzimatteo renzi

    Altrove però è tutt'altra aria. E le ferite tra i militanti democratici non si rimarginano. Il comitato milanese per Matteo Renzi lancia un appello e una raccolta di firme online per scusarsi con il Professore: «Scriviamogli: presidente Prodi, io ti chiedo scusa e ti chiedo di restare». Sul suo blog sull'Huffington Post, Aldo Civico ricostruisce la sua conversazione con Prodi.

    Al Professore ha chiesto se fosse solo gossip l'addio al partito. «Un gossip fondato», ha risposto l'ex premier. Stefano Bonaccini, il segretario democratico dell'Emilia, si sta spendendo per evitare uscite: «Si sente che si fa più fatica, comunque il tesseramento è partito in ritardo e per ora siamo a metà».

    Domani convocherà una riunione ad hoc, come Enzo Amendola il segretario campano. Cecilia Alessandrini, segretaria della sezione di Prodi, racconta che il 10% non si è ancora presentato a rinnovare. Durante il caos Quirinale, lasciò un post-it in sezione per i militanti indignati: «Scusate, avete ragione».

     

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