Davide Lessi per la Stampa
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«Sono vivo. Tecnicamente». Alla fine di un viaggio durato più di due anni, dopo aver rischiato prima di ammalarsi di ebola in Guinea e poi di morire disidratato nel deserto algerino, Biko, sbarcato in Sicilia, si era definito così: vivo, tecnicamente. Diciassette anni e nome d' invenzione, Biko è solo uno dei migliaia di minori non accompagnati che arrivano sulle coste italiane. Da gennaio a luglio l' Unhcr ne ha contati 11.400, sul totale degli oltre 83 mila arrivi: praticamente un migrante su otto di quelli soccorsi è uno straniero che è partito solo, senza famiglia e senza aver compiuto 18 anni.
Ma l' epopea per Biko, non è finita. Adesso rischia di diventare un «ragazzo fantasma». Uno dei tanti minorenni che, una volta arrivati in Italia, si rendono irreperibili. In totale sono 31.653 i minori stranieri ancora da rintracciare nel territorio italiano. Nell' ultimo anno sono 9754 in più rispetto al 2016, in aumento del 44,5%, secondo la relazione presentata dal commissario straordinario del governo Vittorio Piscitelli.
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Di questi irreperibili 8372 si sono allontanati dai centri di accoglienza. Un esercito che, dopo essere entrato nel sistema, è sfuggito al radar delle autorità. Tanto che lo stesso commissario Piscitelli lo definisce come «il fenomeno più preoccupante». Alcuni sono scappati in altri Paesi europei, altri nelle grosse città italiane. Ma tanti rischiano il reclutamento nella criminalità o di essere vittime della tratta.
A lanciare l' allarme sul rischio fu, nel febbraio 2016, il capo dello staff di Europol, Brian Donald, aggiungendo di temere che «10 mila minorenni scomparsi in Europa fossero in mano a criminali o trafficanti». Che fine hanno fatto i minorenni spariti dall' Italia?
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CHI SONO E DOVE VANNO
Per inquadrare il fenomeno aiuta sentire Elena Carnevali deputata Pd e coordinatrice del gruppo di lavoro sui minori stranieri non accompagnati. «Negli ultimi anni gli arrivi sono aumentati e la percentuale degli irreperibili sul totale è rimasta circa un terzo». Cresce il numero dei minori soli (17 mila quelli censiti a luglio) e, di conseguenza, cresce la «fetta di irreperibilità». Un limbo sconosciuto in cui, aggiunge Carnevali, «questi ragazzi potrebbero essere esposti allo sfruttamento e altri pericoli».
A fine maggio, secondo i dati del ministero del Lavoro, gli irreperibili risultavano essere 5190: la maggior parte proveniente da Egitto (1002), Eritrea (863), Somalia (853), Afghanistan (529), Guinea (274) e Nigeria (225). Ma il dato è sottostimato: a questi vanno aggiunti quelli sfuggiti dai censimenti perché sono riusciti a non farsi foto-segnalare in Italia. Un caso denunciato dalla sindaca di Roma Virginia Raggi nell' intervista pubblicata domenica da La Stampa . E confermato anche da Valeria Gerace, legale di Save the Children, Ong attiva nella protezione dei bambini.
migranti nel deserto niger
«Le cause della scomparsa dei minori sono diverse», spiega individuandone almeno tre tipologie. «Da una parte ci sono i cosiddetti "minori in transito", per di più afghani, eritrei e somali, che cercano di velocizzare i ricongiungimenti con i famigliari nel Nord Europa». Il regolamento di Dublino 3 già lo permetterebbe, ma questi ragazzi hanno fretta di arrivare in Svezia, Norvegia o Germania per trovare un lavoro e, magari, ripagare i debiti del viaggio. «Altro caso - specifica Gerace - è quello di chi viene dal Sud Sahara, e spesso cerca di raggiungere le loro comunità a Milano e Roma». Gli egiziani, l' 11,7% degli arrivi, invece «vogliono trovare un lavoro al più presto e a ogni costo».
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LE FALLE DEL SISTEMA
Nella fuga di questi ragazzi invisibili, c' è dell' altro. «Pur esistendo dei centri di primo livello, delle volte le condizioni alle quali sono sottoposti diventano dei muri reali», ammette Carnevali in merito ai migranti in transito. La lungaggine nella nomina del tutore, i bassi numeri dei rimpatri (solo 426 le indagini famigliari svolte nel 2016) e i ritardi nella richiesta di ricongiungimento con i famigliari già presenti in altri Stati europei inducono i minori a sparire.
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Chi richiede asilo, infine, denuncia una condizione di abbandono. L' unico sistema funzionante, quello dello Sprar (il Sistema di protezione per i richiedenti asilo) garantisce solo 2127 posti ai minorenni. «Pochi - ammette Carnevali - ma anche qui entrano in gioco i Comuni: in tanti si oppongono all' accoglienza». L' ultima protesta, pochi giorni fa, è andata in scena a Breno di Borgonovo (Piacenza). «No ai neri e alle coop rosse», hanno scritto sul muro dell' ex scuola dove dovevano trovare casa 15 minori non accompagnati.
PROSTITUTE NIGERIANE