1 – IL PREMIO PULITZER HERSH ACCUSA: «NORD STREAM DISTRUTTO DAGLI USA»
Estratto dell'articolo di Valerio Benedetti per “La Verità”
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Per mesi si è sostenuto che il sabotaggio del Nord Stream, avvenuto lo scorso 26 settembre, fosse opera della Russia. In realtà, di informazioni se ne avevano poche e la logica faceva supporre il contrario: perché mai Mosca avrebbe dovuto danneggiare un gasdotto che gli fruttava miliardi di dollari di entrate? […]
Ora, però, arriva un’accusa molto forte. Ma l’obiettivo non è più il Cremlino, bensì la Casa Bianca. La «bomba» è stata sganciata dal Seymour Hersh, autorevole giornalista investigativo, esperto di intelligence e settore militare. Vincitore del Premio Pulitzer nel 1970, Hersh ha lavorato per testate liberal come il New York Times e il New Yorker. […]
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L’altro ieri, Hersh ha pubblicato sul suo sito internet un’inchiesta molto dettagliata sul sabotaggio del Nord Stream. Già il titolo non lascia adito a dubbi di sorta: Ecco come l’America ha fatto fuori il gasdotto Nord Stream. All’interno del dossier, il giornalista sostiene che l’esplosione che ha danneggiato irreparabilmente la condotta è stata un’operazione ideata dalla Casa Bianca e realizzata dalla Cia.
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Nello specifico, gli Stati Uniti avrebbero predisposto il piano nel giugno dello scorso anno, sfruttando un’esercitazione militare della Nato: l’operazione Baltops22, che ha avuto luogo a Kiel, è durata 13 giorni e ha coinvolto 7.000 soldati della Nato, nonché 47 navi militari e 89 aerei. Durante le manovre, i sommozzatori della Marina militare americana avrebbero piazzato cariche di C4 lungo il gasdotto che, attraverso il Mar Baltico, connette la Russia alla Germania.
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Per piazzare le cariche sottomarine, la Cia avrebbe sfruttato la Norvegia. La Marina militare norvegese avrebbe cioè identificato il punto ideale per realizzare l’attentato, vale a dire a poche miglia da Bornholm. Nei pressi di quest’isola danese, infatti, le condotte del Nord Stream 1 e del Nord Stream 2 si intersecano a soli 80 metri di profondità.
[…] Tuttavia, come c’era da aspettarsi, il governo degli Stati Uniti ha negato ogni addebito: «Tutto ciò è completamente falso», hanno commentato all’unisono Adrienne Watson e Tammy Thorp, portavoce rispettivamente della Casa Bianca e della Cia, contattati da Hersh. […]
2 – SCOOP DI UN PREMIO PULITZER: È STATO JOE BIDEN A DARE L’ORDINE DI FAR SALTARE IL NORD STREAM, ESEGUITO CON L’AIUTO DELLA NORVEGIA
Estratto dell’articolo di Tino Oldani per “Italia Oggi”
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«Devo ammettere che il ragazzo ha un bel paio di palle. Aveva detto che l’avrebbe fatto, e l’ha fatto». Così la fonte anonima dello scoop giornalistico mondiale del momento elogia Joe Biden, il «ragazzo» di 80 anni che, forte dei poteri in capo al presidente degli Stati Uniti, ha ordinato di eliminare il gasdotto russo Nord Stream, facendolo saltare.
L’elogio è nelle righe conclusive di un’inchiesta durata mesi, firmata dal giornalista premio Pulitzer Seymour Hersh, 85 anni, per decenni penna di punta del New York Times e del New Yorker, che mercoledì 9 febbraio l’ha pubblicata come suo primo post sul blog Substack, immediatamente rilanciato da Zero Hedge.
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[…] La notorietà e la fama di cui Hersh gode negli Stati Uniti si devono al fatto che sono state le sue inchieste, scomode per il potere, a rivelare il massacro di civili a My Lai in Vietnam (1968) e lo scandalo della prigione di Abu Ghraib in Iraq (2003).
[…] L’opposizione americana ai due gasdotti Nord Stream (il primo avviato nel 2005, il secondo completato nel settembre 2021, ma mai entrato in funzione) si basava sul fatto che i profitti di Gazprom, azionista russo di maggioranza, bastavano da soli a coprire il 49% del bilancio statale russo. Risorse fondamentali, con cui Putin ha potuto riarmare la Russia, finanziare alcune guerre (Cecenia, Georgia, Crimea), per poi invadere l’Ucraina.
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Risorse finanziarie, sottolinea Hersh, fornite a Putin soprattutto dalla Germania, ma anche da altri paesi europei, i quali «sarebbero diventati dipendenti dal gas naturale a basso prezzo fornito dalla Russia, riducendo al contempo la dipendenza dall’America. Esattamente come è avvenuto».
Come spezzare questo legame, soprattutto tra Germania e Russia, è un tema sul quale negli Usa si dibatteva fino dai tempi della presidenza di Donald Trump. L’obiettivo è stato fatto proprio anche da Biden, ma sul modo di realizzarlo i suoi consiglieri sono stati divisi a lungo.
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Scrive Hersh: «La Marina ha proposto di utilizzare un sottomarino di recente costruzione per attaccare direttamente l’oleodotto. L’aeronautica ha suggerito di sganciare bombe con spolette ritardate che potessero essere innescate a distanza. La Cia sosteneva che qualunque cosa fosse stata fatta, doveva restare segreta. Se l’attacco fosse stato riconducibile agli Stati Uniti, sarebbe stato considerato un atto di guerra».
Secondo la fonte di Hersh, «alcuni uomini della Cia e del Dipartimento di Stato dicevano: non fatelo, è stupido, sarà un incubo politico se si venisse a sapere». C’era poi un ostacolo non da poco. Gli Stati Uniti, a differenza della Russia, sono una democrazia e le operazioni militari sotto copertura devono essere comunicate al Congresso.
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A meno che l’operazione non sia preannunciata pubblicamente, sia pure con la dovuta cautela. Ed è proprio questo che è avvenuto quando Biden ha ricevuto Olaf Scholz a Washington il 7 febbraio 2022, pochi giorni prima dell’invasione dell’Ucraina, con migliaia di carri armati russi già schierati ai confini. Nel briefing con la stampa dopo l’incontro, a sorpresa, Biden disse: «Se la Russia invade… non ci sarà più un Nord Stream 2. Metteremo fine a tutto». Lo stesso messaggio fu ribadito dalla sottosegretaria Victoria Nuland: «Se la Russia invade l’Ucraina, in un modo o nell’altro il Nord Stream 2 non andrà avanti». A quel punto l’operazione Nord Stream venne declassificata a «operazione di intelligence altamente riservata», quindi senza più l’obbligo di informare il Congresso. […]
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