STUDENTI
«Perché sei lesbica? Sei sprecata». Era una mattina di maggio, la studentessa diciottenne stava seguendo il corso di arte quando il docente si è avvicinato e con un pennello ha iniziato a massaggiarle delicatamente il viso, per poi indagare sul suo orientamento sessuale.
A un’altra allieva, sempre della stessa classe, avrebbe consigliato di «farsi una s…» piuttosto che «andare dalla psicologa». A una terza avrebbe rimproverato il modo in cui era seduta: «Non ti piegare in quella posizione, che mi istighi».
Sono alcune delle frasi sessiste e offensive che un insegnante avrebbe pronunciato durante le lezioni in un liceo torinese. A lungo, tra i banchi di scuola, i ragazzi si sono confrontati su quel prof che — secondo loro — si spingeva troppo in là con apprezzamenti ed esternazioni fuori luogo e volgari. E alla fine in otto lo hanno denunciato.
MOLESTIE SESSUALI
Ieri mattina l’insegnante, un 55enne torinese, è comparso di fronte al gip Francesca Roseti per difendersi dalle accuse di violenza sessuale e molestie. Assistito dagli avvocati Laura Piera Cavallo e Francesco Crimi, ha spiegato di aver usato un linguaggio spinto e un atteggiamento provocatorio perché le studentesse si presentavano a lezione con abiti «non consoni a un ambiente di lavoro»: pancia in bella vista, maglie striminzite e trasparenti, pantaloni a vita bassa che lasciavano poco spazio all’immaginazione.
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Ed è in questo contesto che a un’allieva, piegata con la testa sul banco, avrebbe infilato una matita e un fazzoletto tra le natiche. Mentre a un’altra, che indossava un top, avrebbe sfiorato l’ombelico.
«Sono un insegnante e ho un compito educativo», è stata la difesa del prof per rimarcare che non vi fosse alcun interesse morboso. Il giudice lo ha assolto dall’accusa di violenza sessuale, ma lo ha condannato a pagare un’ammenda di 400 euro per molestie: il pm Delia Boschetto aveva chiesto due anni.
Nel frattempo, i dirigenti del liceo hanno aperto nei confronti del prof un procedimento disciplinare e lo hanno sospeso. Gli episodi risalgono all’anno scolastico 2020/2021. Tanti i momenti d’imbarazzo e di disagio raccontati dagli studenti nei verbali che racchiudono le loro testimonianze: continui riferimenti a sfondo sessuale, per non parlare di quelle frasi che suonavano come insulti: «È tanta grazia! Vogliamo arrivare insieme alla fine dell’anno? Se vogliamo farlo, vestiti in maniera adeguata».
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Mentre a due studentesse, leggermente appartate, avrebbe ricordato di «non fare atti osceni in pubblico», benché gli avrebbe fatto «piacere guardare». Frasi, poi, smentite in aula. La narrazione delle allieve — assistite dagli avvocati Francesca Violante, Alessandro Bellina e Simona Crosetto — lascia trasparire offese e mortificazioni, come quelle vissute da una 17enne il cui seno sarebbe stato paragonate alle mammelle di un cane. Apprezzamenti che hanno spinto l’allieva ad abbandonare la lezione.
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