Anna Zafesova per la Stampa
PUTIN RISCHIO BOMBA ATOMICA
«Un solo lancio e l'Inghilterra non c'è più. Boris, pensaci». Dmitry Kiselyiov sorride sprezzante, mentre alle sue spalle scorrono gigantografie di missili che colpiscono il Regno Unito, e di droni subacquei che fanno esplodere una superbomba atomica, per alzare uno «tsunami radioattivo di 500 metri» che sommergerebbe Albione.
Il compiacimento mostrato dall'anchorman preferito del Cremlino si addice più a un cattivo di James Bond che al capo del consorzio mediatico Rossiya Segodnia, ma non è la prima volta che Kiselyov esalta la potenza nucleare russa e minaccia di trasformare l'Occidente in «cenere radioattiva».
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Ora però l'amore per la bomba atomica sembra aver contagiato tutti i talk show della televisione russa: Olga Skabeeva mostra infografiche del missile Sarmat appena testato con il numero dei secondi che impiegherebbe per decollare da Kaliningrad, nel Baltico, e colpire Berlino, Parigi e Londra. E anche se perfino esperti russi dicono che i tempi di attacco sono molto esagerati (meno di due minuti per Berlino, un tempo che contraddice le leggi della fisica), e che i missili Sarmat sono per ora soltanto un prototipo che ci metterà anni, nel migliore dei casi, a sostituire quelli più vecchi attualmente in dotazione alla Russia, il segnale è inquietante.
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«Putin ha rotto il tabù sulla minaccia nucleare, se ne parla tutti i giorni, con leggerezza e facilità, come se non si stesse parlando di armi che distruggeranno l'umanità, ma al massimo di un crollo in borsa», è l'allarme lanciato dall'oppositore Leonid Nevzlin.
Sopra la piazza Rossa intanto vola l'Ilyushin-80, l'«aereo del giorno del giudizio», un centro di comando volante che dovrebbe mettere in salvo la leadership russa in caso di guerra atomica: verrà sfoggiato alla sfilata della Vittoria del 9 maggio, ma è già stato avvistato durante le prove, in un segnale intimidatorio inquietante. La propaganda russa va presa sul serio: i talk show sono un'arma strategica quanto le testate nucleari, e il contenuto dei messaggi lanciati viene calibrato direttamente nei centri di potere, in base ai sondaggi e alle indicazioni dall'alto. Hanno però una doppia destinazione: lo scopo principale è quello di manipolare l'opinione pubblica russa, ma devono anche dire quello che lo spettatore più importante vuole ascoltare.
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E quando Margarita Simonyan dichiara che se Putin si renderà conto della sconfitta in Ucraina, ricorrerà alle armi nucleari, a milioni di spettatori si gela il sangue, perché è improbabile che la direttrice della tv RT e della propaganda russa dica qualcosa che non è stato concordato con «il capo», come lo chiama. Che la minaccia della bomba non sia soltanto un espediente da talk show lo conferma anche il comando del distretto militare Ovest, che martedì ha comunicato di aver tenuto «simulazioni di lanci» di missili Iskander da Kaliningrad, con successivo «ritiro dei missili dal contrattacco nucleare» ed esercitazioni su terreni colpiti da «contaminazioni chimica e radioattiva».
Del resto, il proprietario della valigetta nucleare aveva già affermato che non avrebbe avuto nessuna esitazione a schiacciare il "bottone rosso" in una guerra contro l'Occidente e gli Usa in particolare.
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Putin aveva ordinato di elevare lo stato d'allerta dell'arsenale atomico già all'inizio della guerra, e anche se il Pentagono dichiara di non vedere segni di preparativi russi all'Apocalisse, la conferma che l'amore per la bomba non è soltanto un ricatto verso l'Occidente viene da un uomo sensibile ai cambiamenti come Aleksandr Lukashenko: giovedì in un'intervista a un giornalista americano ha dichiarato «inacettabile» l'ipotesi di un conflitto nucleare, per poi ammettere di non sapere se Mosca lo stia preparando. «Se la Russia ne è capace? Chiedetelo alla dirigenza russa», ha risposto.
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Ieri poi è stato il turno di un altro peso massimo del fronte putiniano, il patriarca Kirill, che ha alzato la sua preghiera contro «il pericolo di una nuova guerra globale».
L'impressione è che qualcuno al Cremlino si sia reso conto di aver esagerato, e non è un caso che gli stessi talk show abbiano all'improvviso abbassato i toni: il discorso quotidiano da dottor Stranamore è stato affidato a un deputato visibilmente alterato, interrotto dai conduttori con frasi come.
missile russo sarmat
«Si rende conto di cosa sta parlando?« e «Dio ci salvi!». Anche il ministro Sergey Lavrov si è sentito in dovere di smentire il ricorso alla bomba, e il presidente della Duma Vyacheslav Volodin ha assicurato che la Russia potrà lanciare i suoi missili nucleari soltanto come contrattacco a un lancio atomico americano. Ma, come sostiene Leonid Volkov, il capo del movimento di Alexey Navalny, già la violazione, da parte della Russia, del tabù del ricatto atomico - rispettato dopo la crisi missilistrica di Cuba nel 1962 - rende possibile tutto: «Se Putin è abbastanza pazzo da minacciare l'uso di armi nucleari, è anche sufficientemente pazzo da usarle».
centrale nucleare 'leningrad' vicino san pietroburgo putin e la minaccia nucleare 2 RUSSIA - IL MISSILE SARMAT sarmat il nuovo missile intercontinentale russo 1 putin e la minaccia nucleare 1