Jacopo Iacoboni per “la Stampa”
UCRAINA - CIVILI MASSACRATI A BUCHA
«Ero lì. So chi sono. C'erano russi, kadyroviti, buriati. Gli hanno sparato alla nuca e al cuore». Il metodo russo è questo: sparano alla nuca di persone disarmate. I buriati, russi delle regioni siberiane. I kadyroviti. E ci sono anche soldati bielorussi. Questa che scriviamo è solo la storia di una foto. Non certo un quadro di tutti gli orrori avvenuti a Bucha, meno che mai (per quello purtroppo ci vorrà tempo) in tutte le città occupate dai russi in Ucraina. La foto con otto uomini ammazzati e gettati in un cortile, dove sono stati ritrovati giorni dopo, quando Bucha è stata liberata. A raccontarla è, al collettivo giornalistico Vot Tak, un ucraino che era lì, Vladislav Kozlovsky, che ha vissuto nella città occupata per un mese.
UCRAINA - CIVILI MASSACRATI A BUCHA
«L'anno scorso ho vissuto e lavorato come sommelier a Kiev, ma dopo lo scoppio della guerra sono tornato nella zona di Steklozavod (Bucha), dove vivono mia madre e mia nonna. Il 2 marzo le truppe occupanti sono entrate nella nostra città, ero vicino al quartier generale della difesa territoriale con diversi amici. A tutti quelli che non avevano armi è stato ordinato di nascondersi in un rifugio antiaereo vicino alla base». Poi sono arrivati loro, e «tra loro c'erano per lo più russi e bielorussi, sono facili da riconoscere dal loro caratteristico dialetto». «Eravamo seduti nella completa oscurità. Non c'era luce, acqua o calore, ovviamente. Poi altri hanno preso il loro posto». E son stati i peggiori.
UCRAINA - CIVILI MASSACRATI A BUCHA
«Il 7 marzo hanno fatto uscire prima donne e bambini, poi uomini. Ci hanno messo in ginocchio e hanno iniziato a perquisirci. Avevo i miei soldi e il mio orologio con me. Hanno preso tutto, proprio come gli altri, quindi mi hanno derubato. Cercavano "i nazisti", ma in realtà sono stati fucilati anche quelli che avevano lo stemma ufficiale dell'Ucraina».
I dettagli dell'esecuzione sono crimini di guerra: «Gli hanno sparato alla nuca o al cuore. Tra loro c'erano russi e, ritengo dall'aspetto, buriati». Kozlovsky ha visto proprio quegli otto, «penso che otto di loro siano stati uccisi. Ieri ho visto i loro corpi dietro un edificio di pietra in un mucchio di roba in una delle foto di Bucha. Quando sono riuscito a tornare a Kiev, non dimenticherò come la gente piangeva alla vista del pane, perché da tempo morivano di fame».