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    UN TESORO DAL FANGO – LE 24 STATUE EMERSE DAGLI SCAVI A SAN CASCIANO DEI BAGNI, VICINO A SIENA, RAPPRESENTANO IL PIÙ GRANDE RITROVAMENTO DI FIGURE FEMMINILI E MASCHILI IN BRONZO DI ETÀ ETRUSCA E ROMANA IN TUTTO IL MEDITERRANEO – PER 2.300 ANNI IL FANGO HA PRESERVATO LE OPERE E MIGLIAIA DI MONETE ANCHE IN ORO E ARGENTO – LA STORICA SILVIA RONCHEY: “IL PARAGONE CON I BRONZI DI RIACE È SBAGLIATO. LA COSA ECCEZIONALE È STATO AVER RITROVATO UN LUOGO DI CULTO INTATTO” – VIDEO


     
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    1 – I BRONZI DELLE MERAVIGLIE

    Gabriele Beccaria per “La Stampa”

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    Un giorno gli dei tacquero. Le statue furono staccate dai basamenti e deposte nelle acque termali, gli ex voto adagiati sul fondo della piscina rituale, le monete sparse qua e là. Era il V secolo d.C. e l’ordinata operazione di smantellamento del sito sacro è diventata una capsula del tempo. Ora si è svelata, a San Casciano dei Bagni, vicino a Siena, e - spiegano gli archeologi - ci restituisce il più grande ritrovamento di figure femminili e maschili in bronzo di età etrusca e romana, in Italia e nel Mediterraneo. Una scoperta da togliere il fiato.

     

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    Ventiquattro statue, di divinità benigne e di mortali sofferenti, che si erano affidati ai loro poteri taumaturgici. Riemergono le effigi di Igea e di Apollo. La prima, dea della salute e dell’igiene. Il secondo, incarnazione della musica e ispiratore di profezie, protettore delle scienze e delle arti mediche. Tornano da un passato lontano, tra il II e il I secolo a.C., così come le voci dei fedeli, intrappolate nelle iscrizioni con le firme di famiglie potenti dell’Etruria, come i Velimna e i Marcni.

     

    «Il santuario appare come un laboratorio di ricerca sulla diversità culturale nell’antichità, testimonianza unica delle mobilità etrusca e romana», sottolinea Jacopo Tabolli, direttore del progetto di scavo ed etruscologo dell’Università per Stranieri di Siena. La Toscana degli Etruschi sta completando la sua metamorfosi nella Toscana dei Romani e il sito miracoloso di Bagno Grande, con i volti ipnotici delle statue che lo decorano, rappresenta un’isola pacifica in un mondo di ferro e sangue.

     

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    Le città etrusche hanno perso o stanno perdendo libertà e identità, eppure il santuario intreccia un’eredità che Roma non dimenticherà (secoli dopo, l’imperatore Claudio, con la passione dello storico, avrebbe dettato i Tirrenikà, una monumentale Storia degli Etruschi in 20 libri e in lingua greca, di cui, purtroppo, non ci è pervenuto nulla).

     

    Il fango, invece, ha preservato le statue e ha sigillato migliaia di monete, oltre che in bronzo in oro e argento. E ha miracolosamente salvato le riproduzioni delle parti del corpo che dovevano essere guarite dai celesti interventi. Un tesoro sotto la lente di team multidisciplinari: archeologi accanto a geologi, archeobotanici accanto a numismatici. Poi, tra non molto, tutto sarà visibile ai profani in un nuovo museo e in un parco archeologico a San Casciano. Mezzo secolo dopo la scoperta dei Bronzi di Riace.

     

    2 – «UN RITROVAMENTO PREZIOSO»

    Matteo Sacchi per “il Giornale”

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    Un ritrovamento immenso, protetto per 2300 anni dal fango e dall'acqua bollente delle vasche sacre e riemerso dagli scavi di San Casciano dei Bagni, in Toscana. Proprio qui, oltre a molti altri reperti, gli archeologi hanno ritrovato 24 statue di bronzo etrusche e romane, delle quali cinque alte quasi un metro e perfettamente integre, insieme con migliaia di monete e altri oggetti. Il ritrovamento è stato immediatamente battezzato dalla stampa come «la scoperta più importante dai Bronzi di Riace». Abbiamo chiesto alla storica del Mondo antico Silvia Ronchey di commentarla per noi.

     

    Silvia Ronchey Silvia Ronchey

    Professoressa Ronchey cosa sono esattamente le statue che sono state ritrovate?

    «Sono state ritrovate essenzialmente delle statue votive, lasciate da personaggi e famiglie abbienti per ringraziare una divinità, ancora non chiaramente riconosciuta per la guarigione da una malattia o un voto esaudito. Qualcuno ha pensato ad Apollo. Ma dalle evidenze sembrerebbe più probabile una divinità femminile legata alle acque. C'è una statua che reca la scritta Igeia che in greco significa salute, guarigione, potrebbe riferirsi specificatamente a quella dea ma è presto per dirlo. Detto questo il primo dato interessante è che le statue sono insolitamente grandi e di ottima fattura».

     

    Qualcuno ha parlato dei nuovi Bronzi di Riace...

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    «Si tratta di un paragone sbagliato a mio avviso. Quelle erano opere d'arte irripetibili. E anche dire che è la scoperta più importante dopo quella dei due bronzi è discutibile, ad esempio in mezzo c'è anche l'Auriga di Mozia. Ma indubbiamente è un ritrovamento eccezionale. Dove l'eccezionalità è data non tanto dalla qualità delle statue, di buona fattura, ma dal fatto di aver ritrovato sostanzialmente un luogo di culto intatto.

     

    Abbiamo un grandissimo numero di ex voto che rappresentano organi, parti del corpo, dal fegato all'orecchio, sono preziosissimi per gli storici della medicina ad esempio. Ci faranno capire cosa la gente veniva a curare a San Casciano. I ritrovamenti coprono un lasso di tempo enorme».

     

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    La grande fortuna è stata che il santuario antico è stato chiuso, sigillato, ma non distrutto...

    «Come spesso capita ai culti pagani sono subentrati i culti cristiani. Ma in questo caso c'è stata in un certo senso una transizione morbida, chiaramente non violenta. Le vasche con le statue e gli ex voto all'interno sono state chiuse e sigillate senza rompere nulla.

     

    Quasi in modo amorevole mi verrebbe da dire. E questo ci dice che non sempre ci si deve immaginare una cesura netta e violenta tra cristianesimo e paganesimo. La tradizione delle cure termali del resto in questi luoghi ha resistito sino ad i giorni nostri e anche questo è indicativo del fatto che comunque il santuario era posizionato nel luogo giusto».

     

    Nell'antichità era una meta per ricchi?

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    «Non possiamo dire che fosse solo per ricchi. Di certo i loro ex voto in bronzo si sono conservati, quindi ricche famiglie ci venivano. Magari ex voto più modesti sono andati persi. Diciamo che quello che è stato ritrovato è tutto di alta qualità, non ci sono cose rozze. Del resto ancora oggi San Casciano è una meta abbastanza radical chic...».

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