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Non c’erano soltanto i tunnel scavati tra Messico e Stati Uniti ad agevolare il lavoro del signore della droga, Joaquin 'El Chapo' Guzman: secondo l'ex membro del cartello Tirso Martinez Sanchez, chiamato a testimoniare a New York nel processo contro El Chapo, la droga viaggiava sui treni.
«Decise di usare le rotte dei treni e caricava la cocaina su cisterne che trasportavano olio da cucina – ha raccontato Tirso – Io ho iniziato a supervisionare le operazioni intorno al 2000. I pacchetti di cocaina venivano unti in tanto grasso per eludere i controlli dei cani antidroga.
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Tra il 2000 e il 2003 il cartello ha avuto introiti quantificabili tra i 500 e gli 800 milioni di dollari dalla vendita di cocaina a New York, Los Angeles e Chicago. Una volta arrivati nel New Jersey, la cocaina veniva passata su dei camion che portavano la merce a New York». Martinez ha raccontato alla corte che i suoi uomini si incontravano con altri complici nei parcheggi di alcuni McDonald's o Burger King.
el chapo cella in messico
Il mese scorso un altro membro dell’organizzazione, Miguel Angel Martinez, ha raccontato in aula che il cartello stava contrabbandando tonnellate di cocaina negli Stati Uniti - attraverso tunnel scavati sotto il confine - con camion cisterne con scomparti segreti e persino in finti barattoli di pepe.
il tesoro di el chapo 3
Un mercato che fruttava milioni di dollari che venivano spediti a Tijuana, dove Guzman inviava i suoi tre jet privati ogni mese per recuperare il bottino. «In media ogni aereo trasportava fino a 10 milioni di dollari» ha detto Martinez. «Il cartello utilizzava nascondigli per il denaro – ha aggiunto – I dollari venivano portati nella banche messicane in valigie: agli sportelli gli impiegati erano costretti a cambiarli in pesos senza fare troppe domande».
el chapo arriva in usa el chapo e i ricercati del cartello di sinaloa el chapo arriva a new york
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