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    UN SELFIE NON È UN ALIBI – UN TURCO DI 41 ANNI, HA GETTATO DA UNA SCOGLIERA LA MOGLIE INCINTA, DOPO AVERLA ATTIRATA PER FARE UN AUTOSCATTO: L’OMICIDIO RISALE AL 2018, MA ORA È ARRIVATA LA CONDANNA ALL’ERGASTOLO – HAKAN AYSAL, QUESTO IL NOME DELL’UOMO, SPERAVA DI FARLA FRANCA FACENDO PASSARE TUTTO PER UN INCIDENTE. MA LA SUA TRANQUILLITÀ DOPO QUANTO AVVENUTO HA FATTO INSOSPETTIRE TUTTI…


     
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    Valerio Salviani per www.leggo.it

     

    hakan aysal e la moglie semra 2 hakan aysal e la moglie semra 2

    Attira la moglie incinta su una scogliera con la scusa di un selfie, poi la spinge facendola cadere verso la morte da un'altezza di 304 metri. Hakan Aysal, turco di 41 anni, è stato condannato a ergastolo per l'omicidio che ha commesso nel 2018. Andrà in carcere e non vivrà più un giorno da uomo libero.

     

    Il caso

    Hakan Aysal, 41 anni, è stato condannato per aver spinto sua moglie incinta di sette mesi giù da una scogliera, nella Butterfly Valley a Mugla, nel sud della Turchia. Il fatto risale al giugno 2018.  Semra Aysal, aveva 32 anni. Il caso è stato discusso in tribunale per quattro anni, prima di avere una sentenza definitiva.

     

    hakan aysal e la moglie semra 3 hakan aysal e la moglie semra 3

    Il movente, ha stabilito il giudice, era legato all'assicurazione sulla vita della 32enne, di cui era Hakan Aysal era unico intestatario. Una somma di 25mila dollari, che ha subito rivendicato dopo la morte della donna. In un'ultima istanza, la difesa dell'imputato aveva fatto richiesta affinché gli venisse riconosciuta l'infermità mentale, ma è stata respinta dopo perizia medica.

     

    Le testimonianze

    Il caso è sembrato subito sospetto alla polizia. Le foto, scattate poco prima del fatto che ritraggono l'uomo e sua moglie sulla scogliera, sono state prese come prove utili all'indagine. Un testimone ha dichiarato che l'imputato si stava comportando «in modo strano». Un altro, che ha parlato con lui dopo il fatto, l'ha descritto come «stranamente calmo per essere uno la cui moglie era appena caduta giù da un dirupo».

     

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    Il fratello maggiore della vittima, Naim Yolcu, ha dichiarato durante un'udienza: «Quando siamo andati all'Istituto di medicina legale per prendere il corpo, Hakan era seduto in macchina. Io e la mia famiglia eravamo distrutti, ma Hakan non sembrava nemmeno triste». Poi ha aggiunto: «Mia sorella è sempre stata contraria a prendere prestiti. Eppure, dopo la sua morte, abbiamo scoperto che Hakan aveva ottenuto dei prestiti per conto di Samra».

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