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    CARA TI COSTA STA COLAZIONE – UN TURISTA INDONESIANO SARÀ COSTRETTO A SGANCIARE DUEMILA DOLLARI PER AVER “IMPORTATO ILLEGALMENTE” IN AUSTRALIA DUE MCMUFFIN E UN CROISSANT AL PROSCIUTTO DI MCDONALD'S: LO SVENTURATO SI ERA DIMENTICATO DI DICHIARARLI E, AL MOMENTO DELL’ARRIVO ALL’AEROPORTO DI DARWIN, È STATO PIZZICATO DA UN CANE ADDESTRATO PER LA BIOSICUREZZA E…


     
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    Arturo Cocchi per www.repubblica.it

     

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    Duemilaseicentosessantaquattro dollari (seppure australiani). È il prezzo pagato per quella che è stata già apostrofata come la "colazione McDonald's più costosa di sempre". Il tutto è accaduto all'aeroporto Darwin, dell'Australia, la piccola capitale del Northern Territory. Siamo all'estremo a Nord del Paese dei canguri, sulla costa che si affaccia sulla confluenza settentrionale tra l'Oceano Pacifico e l'Oceano Indiano, in quel Territorio, appunto, o stato, che si spinge fino al cuore del Red Centre, il deserto rosso australiano, Alice Spings ed Uluru incluse.

     

    Qui, sul lembo di Australia più vicino all'Asia, a non più di 500 km dalle coste di Timor Est, un turista indonesiano è stato scoperto - e multato - per aver "importato illegalmente", o. se si preferisce, "contrabbandato", due McMuffin e un croissant al prosciutto, il tutto siglato McDonald's. Dovrà pagare, entro 28 giorni, una cifra che, con la divisa Ue non proprio in grandissima forma, si aggira intorno ai 1.825 euro (nonché ai 2mila dollari Usa).

     

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    Stando alle informazioni provenienti dallo stesso ministero dell'Agricoltura di Canberra, il turista aveva "nascosto" il suo breakfast nello zaino. Ma il cane annusatore (sniffer) addestrato per la biosicurezza, Zinta, ha annusato l'alimento a base di carne e uova, inducendo la polizia di frontiera al controllo e la successiva sanzione per contrabbando, comminata perché il viaggiatore in arrivo aveva nascosto la merce e non l'aveva dichiarata. "Sarà il più costoso pasto McDonald di sempre, per questo passeggero", ha dichiarato con malcelato - e forse appena eccessivo - orgoglio il ministro dell'Agricoltura australiano, Murray Watt.

     

    "La colazione McDonald's più cara di sempre"

    In queste settimane, l'Australia ha alzato il livello di attenzione sui controlli degli animali, delle loro carni e in generale degli alimenti di origine animale, a causa di un'epidemia di afta epizootica scoppiata proprio in Indonesia. La malattia, virale, è innocua per gli uomini ma fortemente contagiosa per gli ungulati artiodattili (categoria cui appartengono in generale i mammiferi da allevamento, suini, bovini e bufalini, ovini e caprini). Nei giorni scorsi, alcuni allevatori hanno sfilato a Colac, località agricola nello stato del Victoria, non lontano da Melbourne, chiedendo al governo di vietare per almeno tre mesi tutti i viaggi da e verso il Paese asiatico.

     

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    Al di là dell'episodio, l'Australia (e in generale l'Oceania, a cominciare dalla Nuova Zelanda), hanno da sempre una normativa fortemente restrittiva in materia di biosicurezza. Un tabulato di regole e divieti che mira a proteggere non solo i rispettivi settori agricoli - che assicurano quote importanti di Pil - da malattie e pesti, ma anche a tutelare in generale la biodiversità dell'ecosistema, contro i potenziali ingressi invasivi di specie vegetali non autoctone. Non è raro - è accaduto a chi scrive in Nuova Zelanda, in tempi non sospetti, rispetto a possibili epidemie animali o umane - che ai turisti in arrivo dall'estero venga chiesto di mostrare scarponi e attrezzatura da trekking, per verificare l'assenza di terra, fango e relativo potenziale contenuto di semi, spore e gameti vegetali indesiderati.

     

    Per la cronaca, i 2.664 dollari australiani corrspondono a 567 porzioni di McMuffin, al prezzo al quale si possono acquistare in un McDonald's a Sydney, nonché a diversi voli andata e ritorno tra l'Australia e Bali. Chi pensasse al classico caso di agente zelante, che avrebbe potuto limitarsi a sequestrare la merce e mandarla al macero, senza applicare la legge alla lettera, fino a tanta contravvenzione, sappia che esiste almeno un precedente di appena qualche settimana fa. A inizio luglio, una cittadina australiana di ritorno (a Perth) da Singapore, è stata multata dell'identica cifra, 2.664 dollari australiani, per aver importato illegalmente da Singapore un sandwich acquistato all'interno dell'aeroporto internazionale di Changi, nella città-stato asiatica.

     

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    Biosicurezza: in Oceania una priorità assoluta

    In questo caso manca la versione da fonte ufficiale dell'accaduto. Quello che si sa proviene dal post diffuso su TikTok dalla turista multata, che mostra in video il verbale della polizia di frontiera. Che comunque conferma la multa in sé. Secondo la versione della "vittima", ripresa dalla stampa aussie, il tramezzino sarebbe stato effettivamente chiuso (e nascosto) nel bagaglio. Non sarebbero però stati i doganieri o un cane poliziotto a scovarlo. Secondo il suo racconto, sarebbero stati lei stessa e il suo compagno di viaggio ad aprire spontaneamente lo zaino per mostrare dei sigari che intendevano dichiarare. A quel punto gli agenti avrebbero visto il sandwich e comminato la sanzione.

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    Qual è la lezione da trarre dagli eventuali viaggiatori italiani che hanno ripreso a frequentare l'Australia, ora che, non solo i confini sono stati riaperti, ma c'è persino, per la prima volta in assoluto, fino a inizio ottobre un volo Qantas diretto dall'Italia (a Perth)? I due Paesi ex britannici dell'Oceania - Australia e Nuova Zelanda - sono uno dei luoghi più belli e ospitali del pianeta, una volta che sei dentro. Ma al momento dell'ingresso, sono i più rigorosi ed estremi. Sia sul fronte degli ingressi permanenti, per chi intende lavorarci e stabilirvisi, che per chi fa turismo. Nessuno pensi di presentarsi alla polizia di frontiera australiana o neozelandese senza essere in perfetta regola, anche sul fronte delle eventuali regolamentazioni anti-covid del momento. Rischierebbe di essere rispedito indieto. O, nella migliore delle ipotesi, di finire come Tom Hanks in The Terminal.

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    Forse non è un caso, che siano stati proprio gli australiani a inventare il format televisivo Airport Security. Un docu-reality che racconta appunto il lavoro quotidiano della dogana aeroportuale del grande Paese del Down Under, e che va in onda dal 2004 (in Italia su Dmax e Nove).

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