Niccolò Carratelli per "la Stampa"
vaccino novavax
E sono cinque. Si chiama Nuvaxovid il quinto vaccino anti Covid autorizzato in Europa, l'unico a base di proteine. La commissione di Bruxelles ha dato il via libera all'immissione in commercio del siero prodotto dall'azienda americana di biotecnologie Novavax, dopo la raccomandazione scientifica positiva da parte dell'Ema, l'Agenzia europea per i medicinali. Che precede, come sempre, il disco verde della nostra Aifa, atteso in questi giorni.
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Ma, questa volta, anticipa anche la FDA americana, la cui approvazione è attesa all'inizio del 2022. Lo stesso vaccino, con il nome di Covovax, è stato, invece, già autorizzato dall'Organizzazione mondiale della sanità per l'uso in emergenza in India, Indonesia e Filippine. Creato grazie alla tecnologia delle nanoparticelle ricombinanti, usa le proteine dell'agente patogeno per stimolare il sistema immunitario.
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Per ora può essere somministrato dai 18 anni in su, con due dosi a distanza di 21 giorni, e viene conservato in normali frigoriferi (2-8 gradi), caratteristica che ne rende più semplice la distribuzione. Gli esperti dell'Ema hanno preso in esame due studi clinici, che hanno coinvolto in tutto 45mila persone. Il primo condotto negli Stati Uniti e in Messico, il secondo realizzato in Gran Bretagna: in entrambi i casi è stata riscontrata un'efficacia nel prevenire i sintomi del Covid intorno al 90%. Va detto che durante queste sperimentazioni la variante Omicron non c'era, quindi ad oggi «sono disponibili dati limitati sull'efficacia di Nuvaxovid» contro l'ultima minaccia, fanno sapere dall'Ema.
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D'altra parte, «magari questo vaccino farà breccia tra qualche no vax che ha paura dei vaccini a Rna - dice il virologo Fabrizio Pregliasco - perché si basa su una metodologia conosciuta da tempo per altre vaccinazioni, come l'epatite B e il papilloma virus». Ma anche la pertosse e la meningite. Proprio per questo la fornitura iniziale, attesa in Italia nel primo trimestre del 2022, potrebbe essere destinata alle prime dosi, con l'obiettivo di avvicinare all'iniezione chi finora se n'è tenuto alla larga, preferendo aspettare un prodotto più "tradizionale" e percepito come più sicuro.
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Da qui a marzo «gli Stati membri hanno ordinato circa 27 milioni di dosi», fanno sapere da Bruxelles, ma «Novavax sarà in grado di consegnare fino a 100 milioni di dosi nell'Unione europea», nel corso del prossimo anno. Per l'Italia, che di solito riceve il 13% degli ordini europei, parliamo di circa 3 milioni e mezzo di dosi entro marzo e oltre 13 milioni in totale.
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Sufficienti, in teoria, per recuperare tutti i 6 milioni di over 12 non vaccinati. E, in prospettiva, per garantire le dosi booster, che ci serviranno periodicamente, a un prezzo più basso di quello che paghiamo ora a Pfizer-BionTech, da cui abbiamo comunque già prenotato 2 miliardi e 400 milioni di dosi. Contro i 460 milioni ordinati a Moderna, che ieri ha diffuso i suoi dati preliminari sulla protezione contro la Omicron dopo la terza dose: con il dosaggio dimezzato, attualmente l'unico autorizzato, il livello di anticorpi neutralizzanti contro la nuova variante aumenta di circa 37 volte.
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Ma, secondo Moderna, una dose completa fa crescere il livello degli anticorpi di circa 83 volte rispetto alla protezione prima del booster. Per questo ha presentato all'Ema i dati necessari per ottenere il via libera anche con questa formulazione. Mentre ha fatto sapere che la sperimentazione clinica del vaccino specifico contro la Omicron comincerà all'inizio del 2022
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