Marco Carta, Marina de Ghantuz Cubbe per www.repubblica.it
abusi sessuali
«Sono stata palpeggiata e picchiata mentre andavo a fare un aperitivo al Pigneto. Quel mostro mi ha colpito con una catena in faccia perché ho reagito alla molestia. Temevo di morire. La strada era piena di gente ma nessuno mi ha aiutato». Ha ancora la voce rotta dalla paura Alessandra (il nome è di fantasia) mentre prova a mettere in fila i momenti dell’aggressione. La ragazza, una romana di 36 anni, venerdì sera, poco prima delle nove, è stata aggredita da un uomo sulla via Casilina, all’altezza dell’incrocio con via dell’Acqua Bullicante.
«Erano le nove meno venti. Stavo andando a piedi al Pigneto per un aperitivo con le mie amiche, ma in quel momento ero sola. Quest’uomo camminava nella direzione opposta, mi è passato davanti, si è fermato e si è fiondato addosso. Ha iniziato a palpeggiarmi nelle parti intime, ma io mi sono ribellata».
abusi sessuali
Alessandra prima grida contro l’uomo: «Non ti puoi permettere di toccarmi», poi lo spintona, cercando di liberarsi dalla morsa. Di fronte alla reazione, il molestatore diventa ancora più violento. «Io ho reagito alla sua molestia sessuale, lui ha preso dalla tasca una catena di ferro, quelle per le biciclette, e mi ha colpita in faccia. Era accecato dalla rabbia. Per la prima volta ho pensato di morire».
Alessandra inizia a correre per sfuggire alla rabbia dell’uomo. In strada ci sono tante persone, nessuna delle quali interviene. «Strillavo aiuto, gridavo con tutta la forza, ma nessuno lo fermava mentre mi inseguiva con la catena di ferro. Mi sono anche buttata in mezzo alla Casilina per chiedere aiuto, ma niente. Alla fine l’istinto mi ha consigliato di salire a bordo di un’automobile e per fortuna sono scappata grazie a un ragazzo».
ABUSI SESSUALI
L’identikit del violento è quello di un uomo di origine mediorientale, che sarebbe stato visto più volte in un bar di Torpignattara, a ridosso del luogo dell’aggressione. L’uomo sarebbe stato identificato anche grazie a una residente che, sentendo le urla, si è affacciata alla finestra:
«Mi ha detto che lo conosceva di vista ed era molto spaventata anche lei». La polizia lo ha rintracciato poche ore dopo l’aggressione. Ora la sua posizione è al vaglio degli investigatori.