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    NON C’E’ PIU’ RELIGIONE: RUBANO NELLE TOMBE DEGLI ZINGARI! IL CIMITERO DI PRIMA PORTA SACCHEGGIATO DA UNA BANDA SPECIALIZZATA NELL’APRIRE LE TOMBE DEI NOMADI E PORTARE VIA GLI OGGETTI DI VALORE CHE NELLA TRADIZIONE ROM VENGONO DEPOSTI NELLE BARE


     
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    Giulio De Santis e Rinaldo Frignani per il “Corriere della Sera - Edizione Roma

     

    CIMITERO PRIMA PORTA CIMITERO PRIMA PORTA

    Due colpi solo nell' ultima settimana. Chissà quanti altri nei mesi scorsi. Di notte - è questo il sospetto - anche se non si esclude che i «lavori» siano cominciati di giorno, nel tardo pomeriggio, quando il cimitero si avvia alla chiusura. E proprio per questo motivo giovedì scorso i carabinieri hanno blindato per ore i cancelli di Prima Porta per impedire ai ladri di uscire dal complesso. Ma i razziatori di tombe si sono volatilizzati lo stesso. Sono loro gli autori di una serie di furti nei loculi e nelle sepolture a terra soprattutto in quelle dove riposano i defunti di famiglie rom.

     

    CIMITERO PRIMA PORTA CIMITERO PRIMA PORTA

    Persone scomparse anni fa vicino alle quali, nelle bare, come vuole la tradizione nomade, i loro cari hanno appoggiato oggetti di valore, compresi gioielli, e anche somme di denaro in contanti. I carabinieri della compagnia Cassia hanno avviato un' indagine dopo la razzia scoperta a metà giugno nella tomba di un rom di origine slava, per anni residente a Roma, morto nel 1998.

     

    Sono stati i familiari, giunti alla quarta generazione e italiani a tutti gli effetti, a rivolgersi ai militari dell' Arma dopo essersi accorti che il loculo era stato violato. I ladri avevano smurato la lapide e aperto anche la bara: un' offesa molto grave per chiunque, ma particolarmente sentita dalla comunità rom. Dopo aver portato via tutto - anelli, bracciali e soldi - i razziatori avevano cercato di cancellare le tracce del passaggio.

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    Stessa scena a metà della settimana scorsa con un altro nomade, questa volta deceduto nel 1992. Le indagini non appaiono semplici. Soprattutto perché non è chiaro quante siano le tombe prese di mira dai ladri, piuttosto abili nel risigillare le sepolture. E sempre per questo motivo non si sa neanche quando siano state svaligiate.

     

    Trovare impronte digitali è altresì complicato, visto che all' apertura delle bare si sprigionano polveri sottili di vario genere che finiscono per coprire qualsiasi traccia. L' ipotesi è che la banda colpisca dopo essere andata a caccia di tombe sulle quali compaiono cognomi slavi, visto che non c' è a Prima Porta un settore dedicato ai defunti rom, sebbene molti riposino nel riquadro musulmano.

     

    cimitero prima porta cimitero prima porta

    È questa l' ultima frontiera del furto nei cimiteri romani, dopo i numerosi episodi - sia a Prima Porta, al Verano ma anche al Laurentino (a Trigoria) - con le razzie di qualsiasi oggetto in rame e ferro (croci, lumini, lampade, perfino le lettere con i nomi delle famiglie e dei defunti), ma anche di ricordi lasciati dai parenti (in passato sono stati scoperti ladri senza cuore specializzati nel portar via i giocattoli dei bambini) e di fiori, rivenduti fuori dai camposanti. A Prima Porta ci sono cartelli lasciati dai parenti dei defunti che avvertono i visitatori affinché non lascino valori sulle tombe.

     

    Ma ci sono messaggi anche per i ladri, qualcuno con la minaccia di conseguenze, altri di insulti, altri ancora con la preghiera di non rubare. Ma i furti continuano, adesso direttamente nelle bare.

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