Estratto dell'articolo di Franco Manzitti per www.blitzquotidiano.it
vescovo di genova marco tasca
Chissà cosa direbbe il cardinale-principe Giuseppe Siri, osservando dall’alto quello che sta succedendo nella sua chiesa genovese, governata per 45 anni con la voce stentorea, la mani ferme, un conservatorismo che non era certo occhiuto, la tradizione osservata tra incenso e stile impeccabile?
Oggi sugli altari delle sue chiese, sempre più spesso chiuse, sempre più deserte, sempre meno affollate di fedeli, salgono per molte celebrazioni i laici, con gli abiti liturgici e celebrano le funzioni, come per esempio i funerali.
preti
E gestiscono il funzionamento delle chiese non come i sacrestani, ma proprio da vice sacerdoti. Sono almeno 29 e vengono definiti “diaconi permanenti” per distinguerli da diaconi transeunti, quelli che stanno per diventare sacerdoti e si avviano alla consacrazione.
Tasca ha varato questa rivoluzione totale come un generale francescano. Il vescovo di Genova, appunto, appartiene all’Ordine di san Francesco, di cui è stato il “capo”. […]
Disarmato dal crollo delle vocazioni, obbligato dalle troppe chiese chiuse, dall’incredibile situazioni di parroci, che si vedono affidate addirittura dieci parrocchie, come don Lorenzo Nanni, che gestisce in Val Vobbia, dove con l’aiuto laico riesce a celebrare almeno due funzioni al mese.
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I “magnifici 29”, che hanno risposto all’appello del vescovo-frate, hanno una vita e un lavoro, sono quasi tutti sposati e hanno quasi sempre famiglia. Spesso sono anche nonni con molto tempo libero. Se diventano diaconi permanenti o perpetui il loro stato congela il celibato, se sono celibi, e la vedovanza, se sono vedovi. Se invece sono più o meno felicemente sposati, tali restano.
Questa Chiesa di Genova rivoluzionata non nello spirito dell’emergenza, come ha spiegato Tasca, ma dalla spinta verso il cristianesimo di molti fedeli, sta facendo anche una campagna per trovare altri candidati al questo ruolo laico-religioso. Si devono trovare uomini di buona volontà che siano disposti ad andare a distribuire l’Eucarestia agli ammalati negli ospedali, nelle Rsa. […]
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Così si prende esempio da quanto da tempo succede in Africa e in Asia, in Amazzonia, dove, come Blitzquotidiano ha spesso raccontato, i cosidetti “viri probati”, laici vicinissimi alla chiesa, svolgono funzioni liturgiche ben più avanzate di quelle genovesi e ci si mette in quel solco. […]
E se il parroco si ammala cosa si fa? Racconta uno di questi 29 super sostituti, Gian Antonio Giacopello, 80 anni ,già funzionario della Provincia che dal 1999 era entrato in azione, che oggi gli capita di celebrare funerali, di impartire battesimi. L’unica cosa che non si può fare è, ovviamente, dire messa e confessare. “L’importante, sottolinea, è tenere aperta la chiesa, animare la comunità che altrimenti si disperderebbe.”
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Così tra questi diaconi permanenti, che sicuramente cresceranno di numero, ci sono ex poliziotti, ex dirigenti d’azienda. Unica condizione: se sono sposati ci vuole l’assenso della moglie. “Qualcuno mi chiamava don, confessa uno dei 29 diaconi permanenti. ma il mio parroco non gradiva.”
E così nella vecchia roccaforte di Siri sembra essere incominciata una nuova epoca della Chiesa nella società europea, che va scristianizzandosi con una velocità impressionante e dove il problema della “ritirata” della fede, della resa della Chiesa sembra qualcosa di oramai irreversibile, un cambiamento con profondi connotati geopolitici, come ha osservato recentemente sul “Corriere della Sera”, Ernesto Galli della Loggia.
PAPA FRANCESCO CON UN GRUPPO DI SEMINARISTI
Cosa succede se la Chiesa, senza più preti ( il seminario di Genova non ha un solo giovane che vuol diventare prete), con i riti oramai celebrati per pochi intimi, con il problema di “riconvertire” gli edifici sacri, oramai inutili, accetta questa ritirata della fede dallo scenario europeo? […]
Allora il piccolo, anzi piccolissimo, esempio della mini rivoluzione di Genova, dove il vescovo-frate lancia i diaconi perpetui per ovviare allo svuotamento dei seminari, alle chiese svuotate, invocando la spinta ancora esistente delle comunità cristiane, diventa un segnale. Un lumicino di grandi, immani cambiamenti, che incominciano lì e proseguiranno altrove in modo molto più eclatante, per esempio come si capisce nello scontro epocale tra la Chiesa tedesca, sull’orlo dello Scisma, e Roma che non risponde o risponde no.
PAPA FRANCESCO CON UN GRUPPO DI SEMINARISTI 2 il vescovo di genova marco tasca 1