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    UNA DELLE COSE PEGGIORI CHE POSSA CAPITARE? SENTIRSI MALE NEL FINE SETTIMANA! - È IL COSIDDETTO "EFFETTO WEEKEND", PER CUI IN OSPEDALE SI MUORE DI PIÙ SE SI HANNO INFARTI CORONARICI, ICTUS CEREBRALI O EMBOLIE POLMONARI NEGLI ULTIMI DUE GIORNI DELLA SETTIMANA, SOPRATTUTTO SE SI ARRIVA IN CONDIZIONI DI URGENZA E DURANTE LA NOTTE


     
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    Melania Rizzoli per “Libero quotidiano”

     

    MELANIA RIZZOLI MELANIA RIZZOLI

    Avere un attacco di cuore durante il fine settimana può essere letale, perché la mortalità dei pazienti che arrivano in condizioni di emergenza cardiaca in pronto soccorso il venerdì sera, il sabato o la domenica, risulta in aumento nel mondo intero. È il cosiddetto "effetto weekend", per cui in ospedale si muore di più se si hanno infarti coronarici, ictus cerebrali o embolie polmonari negli ultimi due giorni della settimana, soprattutto se si arriva in urgenza e durante la notte, anche se rimangono differenze nella morbilità tra i vari nosocomi.

     

    Lo afferma uno studio della American Heart Association, pubblicato dal Journal of the American College of Cardiology, condotto su milioni di dati, a partire da quelli della notte del Millennium del 2.000 sulla mortalità per arresto cardiaco, e confrontati con quelli degli anni successivi fino al 2015, su un totale di oltre 140mila pazienti ricoverati in condizioni critiche, e deceduti in più di 470 diversi ospedali negli Usa.

     

    INFARTO INFARTO

    Sebbene attualmente siano disponibili cure farmacologiche moderne e molto efficaci, insieme a tecniche innovative e sicure di emodinamica vascolare, funzionanti anche nelle ore notturne nei maggiori centri sanitari del mondo, e per questo motivo l'effetto weekend appaia assottigliato, la mortalità risulta ancora differente a seconda dell' ora e del giorno settimanale in cui viene affrontata l'emergenza sanitaria di una persona.

     

    Infatti, se vent'anni fa dal lunedì al venerdì la sopravvivenza era del 16%, in tempi più recenti è passata negli stessi giorni al 25,2%, e di notte il balzo è stato addirittura dall' 11,9% al 21,9%, ma è durante le ore notturne del weekend che il gap si è ristretto solo dell' 1,3% e pare restare invariato su tale dato percentuale.

     

    PERICOLO DI VITA

    ictus ictus

    La differenza del rischio di vita non si manifesta durante la fase in cui il paziente viene assistito e rianimato, che ha una mortalità e una sopravvivenza costante, ma nel periodo successivo, quando, una volta tornato apparentemente stabile, la attenzione su di lui cambia di responsabilità.

     

    Nel fine settimana infatti, la minore disponibilità di staff sanitario e di specialisti, i cambiamenti di turno del personale, che portano i pazienti ad essere seguiti da persone diverse che non si conoscono e che leggono per la prima volta la loro cartella clinica, e la minore velocità e prontezza tipica di quando si lavora di notte, sono state considerate tutte possibili cause dell' allarmante fenomeno.

     

    INFARTO INFARTO

    In Gran Bretagna, da un' analisi su 15 milioni di ricoveri ospedalieri pubblicata sul British Medical Journal, viene confermato il significativo "effetto weekend" per i pazienti ricoverati tra il venerdì sera e l' alba del lunedì, e lo studio ha rivelato che fino a 11mila persone in più muoiono ogni anno dopo essere state portate in ospedale nel fine settimana.

     

    La domenica risulta il giorno più nero, per l' accesso ridotto ad alcuni servizi, e coloro che avevano una probabilità di morire entro 30 giorni dall' incidente vascolare o dall' intervento chirurgico nei giorni feriali, hanno visto raddoppiata tale probabilità rispetto agli altri malati in quelli festivi.

     

    ICTUS ICTUS

    Alcuni di questi decessi sono stati spiegati dal fatto che i pazienti ricoverati a fine settimana sono spesso più gravi rispetto a quelli che accedono nei nosocomi negli altri giorni, ma comunque, secondo lo studio, pur tenendo conto di questo aspetto, i ricoverati nel weekend sono considerati significativamente più in pericolo di vita.

     

    Quanto ai giorni, a rischiare di più sono quindi le persone che entrano in ospedale la domenica (+15% morti), seguite dai ricoverati del sabato (+10% morti), ed in generale la stima è di 11mila morti in più l' anno per gli sfortunati degenti ricoverati in questi due giorni.

     

    INFARTO INFARTO

    Questo studio inoltre, ha quindi rivelato una "verità scomoda" che non può essere ignorata, ovvero l' idea che i pazienti vengano danneggiati a causa del modo in cui sono organizzati i servizi in taluni giorni, che è una questione morale, oltre che sanitaria, semplicemente inaccettabile, e lo stesso studio ha ribadito la necessità che i malati critici possano contare in un prossimo futuro su un migliore accesso a personale esperto e specializzato in quelle patologie, oltre che ai servizi di diagnostica più importanti, da rendere attivi h24 anche nel fine settimana.

     

    Tutti d' accordo, dunque, almeno in teoria. Perché i dati che rimbalzano sulla stampa britannica confermano studi precedenti: secondo una ricerca pubblicata sul Lancet, chi viene ricoverato in cardiologia con un infarto di sabato ha tassi di mortalità il 20% superiori rispetto a quelli arrivati in ospedale con la stessa patologia durante i giorni feriali.

     

    ospedale ospedale

    LA CLASSIFICA ITALIANA

    E in Italia? Ogni anno circa 185mila italiani, in prevalenza ultra 65enni, sono colpiti da ictus cerebrale, per circa 35mila di loro non si tratta del primo caso ed il 10-20% di chi viene colpito da questo evento morirà entro un mese. Quelli che hanno avuto un infarto cardiaco invece sono stati nell' ultimo anno circa 120mila, ma solo 95mila sono stati coloro che si sono salvati, mentre gli altri risultano ricoverati in maggioranza nel fine settimana in strutture ospedaliere non attrezzate ad intervenire nell' intero arco delle 24ore di ogni giorno.

     

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    Nello scorso settembre è stata pubblicata una clamorosa classifica degli ospedali italiani dove si rischia di più e dove è più alta la probabilità di cavarsela in caso di un attacco di cuore, con dati ufficiali raccolti dal Programma Nazionale Valutazione Esiti (Pne), gestito da Agenas (Agenzia nazionale per i servizi regionali sanitari) per conto del Ministero della Salute, nella quale sono stati raggruppati i dati dei migliori e peggiori ospedali, nominati uno per uno, per quanto riguarda la sopravvivenza a trenta giorni dal ricovero post-ictus e post-infarto.

     

    In pratica assieme alla mortalità grezza, ovvero a quanti sono morti nel totale entro i 30 giorni, è stato considerato se in un dato ospedale vi sono stati, a parità di dati, pazienti con patologie più gravi rispetto alla norma.

     

    Tra le prime venti realtà troviamo solo 7 strutture del Nord, 1 in Trentino, 2 a Milano, 2 nel Veneto, 1 a Brescia, 1 a Genova e poi 2 ospedali romani, 2 marchigiani, ben 9 al Sud, di cui 2 in Campania, 1 in Molise, 1 in Calabria, 2 in Sicilia e ben 3 in Sardegna. Ma in Campania si trovano 8 dei peggiori 20 ospedali in termini di sopravvivenza post-ictus e infarto, e nello specifico è risultata la provincia di Napoli quella messa peggio.

    pronto soccorso pronto soccorso

     

    Per quanto riguarda i soli infarti, sono risultati avvantaggiati gli abitanti dell' Emilia Romagna e del Veneto, mentre ha deluso la Lombardia, solo al 14mo posto, ma in ogni caso 9 ospedali su 20migliori sono risultati essere nel Nord Italia, e le 20 peggiori strutture per mortalità per infarto sono state campane e 3 siciliane per un totale di 12 ospedali del Sud.

     

    PATOLOGIE GRAVI

    Se però è vero che la mortalità per tutte le cause sopraelencate anche in Italia è maggiore nei fine settimana piuttosto che nei giorni feriali, è anche vero che, se si esaminano le caratteristiche dei pazienti ammessi in ospedale, da Nord a Sud, li si troverà affetti da più patologie e in una situazione generale più critica, essendo intuitivo che chi si presenta in un pronto soccorso il sabato notte ha patologie più gravi rispetto a pazienti accolti negli altri giorni, ed il loro rischio medio di morte può ritenersi a priori più alto, a prescindere dalla qualità dell' intervento sanitario e dell' assistenza strumentale tecnologica, poiché in Italia il personale è in quei giorni assicurato al 95% del necessario, in conformità al numero dei letti ospedalieri e per la previsione d' urgenza.

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    Occorre quindi essere molto cauti nei giudizi, per non generare allarmi e per non incrementare un' ansia che potrebbe essere essa stessa un fattore di rischio nei pazienti obbligati a ricevere assistenza nei giorni festivi, ma al tempo stesso la politica che regola la Sanità nel nostro Paese dovrebbe potenziare le strutture di emergenza ospedaliera come nei giorni feriali anche durante le festività e le vacanze, per evitare molti disagi e qualche rischio in più di morte agli italiani, obbligando così noi giornalisti a trovare altri argomenti da scrivere e pubblicare durante gli ormai famosi fine settimana di ricoveri a rischio in ospedale.

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