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    ROMA NON FU COSTRUITA IN UN GIORNO, E LA ROMA? – UNA DELLE PAROLE PIÙ UTILIZZATE DAI NUOVI TECNICI DELLE “SETTE SORELLE” DI SERIE A È STATA “(RI)COSTRUIRE” – DA MOURINHO A SARRI, PASSANDO PER SPALLETTI, ALLEGRI E INZAGHI: IL LORO COMPITO È DIFFICILE PER DIVERSI MOTIVI, TRA CHI DEVE SALVARE LA FACCIA DOPO UNA STAGIONE DELUDENTE E CHI HA BISOGNO DI CONFERMARE L’ANDAZZO DEGLI ULTIMI ANNI – MA SENZA UN MERCATO ALL’ALTEZZA, IL COMPITO DIVENTA SEMPRE PIÙ DIFFICILE…


     
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    MOURINHO ALLEGRI SPALLETTI SARRI INZAGHI MOURINHO ALLEGRI SPALLETTI SARRI INZAGHI

    Alessandro Catapano per “il Messaggero”

     

    Le parole sono importanti, lo sanno bene i nostri allenatori, per questo le dosano tutti con il bilancino, anche chi in passato ci aveva abituato a grandi performance verbali (vero, Mou?). Prendiamo in esame i tecnici delle sette sorelle, quelle che sulla carta (attenzione, sulla carta) partono davanti alle altre (sulla composizione della griglia, ci si può sbizzarrire, noi vi diamo la nostra): Allegri, Inzaghi, Gasperini, Pioli, Mourinho, Sarri, Spalletti. 

     

    mourinho allenamenti roma mourinho allenamenti roma

    Hanno parlato poco (di nuovo, José, insieme a Sarri), pochissimo (Pioli e Inzaghi), giusto per togliersi qualche sassolino dallo scarpino (Gasperini, con Gomez; Spalletti, con Totti), praticamente mai (Allegri). 

     

    Non stupisce, anzi, la scelta del tecnico juventino, che si è chiuso nel silenzio dopo aver regolato urbi et orbi la querelle sulla fascia da capitano (vero, Bonucci?): se ci metti due mesi a portare a casa Locatelli - con tutto il rispetto - e nel frattempo il tuo preferito non ha ancora rinnovato (Dybala con le sue insicurezze) e quello più ingombrante non se n'è ancora andato (Ronaldo con i suoi sbalzi d'umore), meglio stare zitti e aspettare gli eventi. 

     

    OPPORTUNISTI

    LA PRESENTAZIONE DI MASSIMILIANO ALLEGRI ALLA JUVE LA PRESENTAZIONE DI MASSIMILIANO ALLEGRI ALLA JUVE

    Sia chiaro, in tanti vorrebbero avere i problemi di Allegri, e infatti i suoi colleghi si muovono con medesima circospezione, e in certi casi mostrano un sempre meno raro opportunismo, che potremmo definire meno nobilmente paraculaggine, sia detto sempre con rispetto. Ed ecco che la parola più citata dell'estate è «costruire», a volte preceduta dal prefisso «ri», associato a eredità particolarmente complicate. 

     

    «Costruire» vuol dire tutto e niente, è un termine meravigliosamente democristiano, perché trasmette l'idea di un impegno ma al tempo stesso concede tempo e, nel caso le cose andassero male, alibi a chi lo pronuncia. «Costruire» sposta il traguardo più in là, rimanda a un giorno più o meno lontano, avvia un percorso sul cui esito, oggi, nessuno può sbilanciarsi, se non con un atto di fede. Del resto, nemmeno Roma fu costruita in un giorno, no? 

    MOURINHO ALLA ROMA MOURINHO ALLA ROMA

     

    E infatti, Mourinho vuole «costruire un futuro vincente, mattone dopo mattone» e Sarri annuncia una «stagione di costruzione per essere più competitivi nelle prossime annate», e anche Inzaghi ha messo subito le mani avanti (povero, gli hanno sfilato da sotto il naso Hakimi e Lukaku e non ha potuto fare una piega), invitando l'Inter a chiarire l'obiettivo stagionale: un posto in Champions, non certo lo scudetto. 

     

    DIVERTIRSI

    SARRI LAZIO SARRI LAZIO

    E insomma, hanno giocato un po' tutti a tenere coperte le carte. Poi, in questo contesto c'è chi ci si muove a meraviglia, e chi, invece, ci soffre e non riesce a nasconderlo. Mourinho si conferma il re degli opportunisti, definiamolo così: quando dice «mi manca ancora qualcosa, spero possa arrivare l'estate prossima», è chiaro che in quel momento stanno fischiando le orecchie ai Friedkin perché lui quel «qualcosa», cioè il regista, lo vuole subito, altro che storie. 

     

    SARRI LAZIO SARRI LAZIO

    Sarri, invece, non è tipo da giochetti, il mercato lo annoia mortalmente, quasi quanto le conferenze stampa, il suo habitat naturale è il campo, con geometrie ormai esistenziali, e lì, solo lì, qualunque sia il materiale umano che Lotito gli metta a disposizione, ha una certezza: «io mi sto divertendo». 

     

    Con la ragionevole speranza di applicare lo stesso verbo anche nella sua forma transitiva: divertire, i tifosi della Lazio, gli appassionati di calcio. Da stasera, per i prossimi nove mesi. Ma vale per tutti. Vivaddio, fateci divertire. Mancini ci è riuscito, non vorrete essere da meno.

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