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    UNA DI MENO A RIMINI - SONIA ALVISI, COORDINATRICE DELLE DONNE DEL PD DI RIMINI, SI DIMETTE: AVEVA INVITATO LE PRESUNTE VITTIME DEGLI ALPINI A “ESSERE PIU’ CREDIBILI” – LE SEGNALAZIONI DI MOLESTIE DURANTE IL RADUNO SONO DIVENTATE 500 (MA QUANTO ERANO INGRIFATI ‘STI ALPINI?) - L'ASSESSORA ALLE PARI OPPORTUNITÀ DEL VENETO, ELENA DONAZZAN DI FRATELLI D'ITALIA, INVECE GONGOLA PER IL CATCALLING: “SE UNO MI FA UN SORRISO E MI FISCHIA DIETRO IO SONO PURE CONTENTA”


     
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    Chiara Baldi per “La Stampa”

     

    SONIA ALVISI SONIA ALVISI

    Si è dimessa Sonia Alvisi, la coordinatrice delle donne dem di Rimini, finita nella bufera per la posizione nelle molestie al raduno degli Alpini.

     

    «Visto che le argomentazioni da me espresse hanno destato un forte dibattito che può mettere in dubbio la serietà del mio impegno, ma soprattutto la forza delle donne democratiche a servizio della libertà delle donne, faccio un passo indietro per consentire le riflessioni necessarie», ha scritto in una nota che ha avuto l'approvazione della Conferenza nazionale delle donne democratiche.

     

    Alvisi aveva non solo rilasciato un'intervista a La Stampa in cui sottolineava l'importanza della denuncia formale per «essere più credibili», ma aveva anche scritto una nota di solidarietà agli Alpini.

     

    adunata degli alpini a rimini adunata degli alpini a rimini

     

    Nel frattempo, sono arrivate a 500 le segnalazioni, con oltre 160 racconti fatti e raccolti dall'associazione transfemminista Non Una Di Meno. Una, ad oggi, la denuncia formale presentata ai carabinieri della città romagnola mentre un'altra segnalazione - che potrebbe trasformarsi presto in querela - è arrivata un paio di giorni fa sull'app YouPol della polizia di Stato da parte di una 40enne. Non Una Di Meno ha stilato un decalogo per segnalare «foto, video, messaggi o chiamate di Whatsapp, storie di Instagram, post di Facebook, fatti che aiutino a ricordare e che possano essere visualizzati e utilizzati come prove». L'obiettivo è presentare un esposto collettivo nei prossimi giorni.

    elena bonetti foto di bacco elena bonetti foto di bacco

     

    Le polemiche non si placano. La ministra per le Pari Opportunità Elena Bonetti, commentando la petizione su Change.org - che ha raggiunto le 18 mila firme e chiede la sospensione di due anni dell'adunata - ha detto: «Bisogna che si svolgano nel pieno rispetto. È chiaro che non è il raduno in sé il problema, ma il fatto che durante sia accaduto qualcosa di grave e lesivo della dignità delle donne». Le fa eco la presidente del Pd alla Camera Debora Serracchiani, ex presidente del Friuli che nel 2024, a Udine, ospiterà la 94ª adunata: «Sospendere il raduno sarebbe come arrendersi a un pugno di violenti».

    SONIA ALVISI 1 SONIA ALVISI 1

     

    Duro il presidente della Camera Roberto Fico, secondo cui «quanto successo è inaccettabile: siamo un Paese ancora troppo e fortemente maschilista». Parole sconcertanti arrivano invece dall'assessora alle Pari opportunità del Veneto, Elena Donazzan di Fratelli d'Italia, che oltre a essere «quasi certa che non si tratti degli alpini», elargisce lezioni di galateo della molestia: «Se uno mi fa un sorriso e mi fischia dietro io sono pure contenta».

     

    ROBERTO FICO L ESPLORATORE ROBERTO FICO L ESPLORATORE

    Intanto è stata fissata per il 31 maggio l'udienza, in Corte d'Appello a L'Aquila, di due uomini accusati di violenza sessuale di gruppo nei confronti di una minorenne all'88ª adunata degli Alpini del 2015. I due, all'epoca 35enni, avrebbero approfittato della minore conducendola in un luogo isolato. Simona Giannangeli, legale della vittima, ha sottolineato che «è importante denunciare». In primo grado gli imputati, di origine emiliana, sono stati condannati a quattro anni di carcere.

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