1 - L'«ASSOLUZIONE» DI MATTEO ACCENDE LA SAGRA DEI ROSICONI
Paolo Bracalini per “il Giornale”
SARDINE – MATTIA SANTORI E MATTEO SALVINI
Il fronte antileghista è rimasto parecchio deluso dall' esito dell' udienza preliminare a Catania. L' accusa si sgretola (il pm ha chiesto l' archiviazione), il giudice rileva molte contraddizioni e per giunta tira in mezzo Conte, Di Maio e altri ministri, nessuno di loro leghista. La grande «rosicata» di chi sognava un processo per sequestro di persona per Salvini si consuma perlopiù in silenzio, ma in altri casi si manifesta in modo evidente. Qualcuno non trattiene la delusione, come Roberto Saviano, che la fa esondare sui social. «Salvini organizza uno show a Catania per rivendicare il diritto a privare migranti della loro libertà senza alcun motivo, se non quello di salvare una carriera politica già finita» sentenzia lo scrittore napoletano.
Leggendo i giornali di area opposta alla Lega, poi, bisogna impegnarsi per capire cosa sia successo nell' aula del Tribunale di Catania. Su Repubblica il fatto che il pm abbia chiesto di archiviare è nascosta tra le righe del pezzo, completamente assente nella titolazione. Sul Manifesto Salvini, vincitore (insieme al suo avvocato Giulia Bongiorno) del primo round sulla Gregoretti, resta comunque «un leader sotto assedio». Ancora più acrobatica la scelta del Fatto Quotidiano, giornale solitamente molto scrupoloso nel riportare le vicende giudiziarie.
roberto saviano contro matteo salvini 6
Stavolta che è andata bene a Salvini, però, l' udienza preliminare diventa una questione secondaria. Il direttore Travaglio sceglie infatti di titolare sui pochi fan leghisti all' esterno del Tribunale di Catania (la Lega non aveva organizzato volutamente alcuna manifestazione fuori dal Tribunale) e il flop di chi lo voleva al gabbio per sequestro di persona, diventa invece il flop di Salvini che «sognava una piazza anti-giudici ma dopo l' udienza niente folla né martirio».
Molto deluso anche l' inviato di Piazza Pulita, che in conferenza stampa ha chiesto a Salvini se almeno «a livello umano», visto che da quello giudiziario si mette male per i colpevolisti, non si sentisse «in imbarazzo per aver lasciato delle persone che scappavano dalla guerra per cinque giorni in mare in acque italiane».
Sicuramente affrante anche le Sardine, che non commentano direttamente l' esito dell' udienza ma, in contemporanea, twittano un «Restiamo umani» a proposito degli sbarchi a Lampedusa. Non l' hanno presa bene neppure le associazioni filo-Ong, antirazziste, centri sociali e sigle della sinistra estrema che si erano organizzate per contestare la Lega a Catania.
MATTIA SANTORI
Quelli di «Mai con Salvini - Sicilia», promotori della manifestazione (questa sì un mezzo flop) contro le politiche di odio e di discriminazione», provano a consolarsi condividendo il parere di un avvocato esperto di diritti umani, pubblicato sul sito della Adif-Associazione Diritti e Frontiere. «La privazione arbitraria della libertà personale dei naufraghi soccorsi da nave Gregoretti si può ricavare già in base alla legislazione italiana vigente a quel tempo, e tanto dovrebbero fare i giudici.
Una decisione su questo caso stabilirà il livello effettivo di rispetto in Italia dello Stato di diritto». In sostanza, se i giudici non condanneranno Salvini, l' Italia non si potrà più considerare una vera democrazia.
Ma altri fini giuristi avevano già la sentenza in tasca, senza bisogno di scomodare il gup di Catania. Ad esempio i giudici di Ballando con le stelle. Secondo lo stilista venezuelano Guillermo Mariotto, esperto di moda, «il gesto di Salvini contro i migranti è anticostituzionale. A mio avviso si è trattato di abuso di potere». Parola di giudice.
salvini conte
2 - QUANDO DI MAIO E TONINELLI DIFENDEVANO IL LORO ALLEATO
Massimiliano Scafi per “Il Giornale”
Un anno fa, a luglio, il Giuseppe Conte oggi capo di un governo giallorosso era ancora il Conte Giuseppe capo di un governo gialloverde, con un ministro dell' Interno piuttosto agitato che aveva appena ordinato di lasciare a bordo per cinque giorni sotto il solleone di Catania 131 migranti per fare pressione sulla Ue. E lui, il premier, sapeva? Era d' accordo con questa strategia muscolare? Probabile: era, appunto, il capo del governo. E adesso che lo hanno convocato i giudici, parlerà? E gli altri ministri coinvolti, tutti grillini, faranno luce? «Sono a completa disposizione - assicura Conte - Riferirò tutte le circostanze di cui sono a conoscenza, in penna trasparenza, come ho fatto sempre».
DANILO TONINELLI LUIGI DI MAIO GIUSEPPE CONTE MATTEO SALVINI
Ma qui, su quel sempre, scattano i dubbi. Possibile che Matteo Salvini abbia deciso tutto da solo? Che bloccare al molo la nave Gregoretti non fosse una scelta politica comune? Salvini è convinto «di aver agito nell' interesse nazionale» e «con il consenso dell' intero esecutivo», Conte afferma invece che il caso Gregoretti non è mai stato discusso in Consiglio dei ministri né in altre sedi ufficiali. Il leader della Lega insiste e sostiene di avere sms e WhatsApp, le prove cartacee e digitali dei contatti che avrebbero coinvolto Conte, l' Unione Europea e la Conferenza episcopale.
Palazzo Chigi smentisce da quindici mesi. Chissà se il tribunale di Catania riuscirà a sciogliere il giallo. Ma andando indietro nel tempo, qualcuno al governo sapeva- Per esempio Alfonso Bonafede. Sarebbe stato interessante sentirlo (non è tra i ministri convocati, ndr). Secondo il Caroccio il Guardasigilli, nella trasmissione In Onda su La7, il 30 luglio 2019 aveva ammesso la collegialità della decisioni.
SALVINI CONTE DI MAIO
«C' è un dialogo tra i ministeri delle Infrastrutture, dell' Interno e della Difesa. La posizione e sempre la stessa, vengono salvaguardati i diritti, le persone che dovevano scendere sono scese, tuttavia del problema dell' immigrazione deve farsi carico la Ue». Quanto a Conte, «lo ringrazio perché continua a porre la questione nelle cancellerie d' Europa».
Anche Luigi Di Maio, che invece sarà sentito il 4 dicembre, forse avrà qualcosa da dire. Lui, all' epoca vicepremier, il 31 luglio copriva ancora Salvini chiedendo un intervento di Bruxelles per la redistribuzione degli emigrati in tutti gli Stati membri. «L' Italia non può sopportare nuovi sbarchi, noi abbiamo dato come Paese e quei migranti devono andare in Europa.
Non si trattino i nostri militari sulla nave Gregoretti come dei pirati, vogliamo rispetto per la nostra Marina e le nostre forze dell' ordine».
salvini toninelli
Insomma, si chiedono i magistrati di Catania, trattenere 131 disperati sulla Gregoretti in attesa dell' Europa, fu soltanto «atto amministrativo» deciso dal Viminale o un «gesto politico» avallato da tutto l' esecutivo? Una domanda che verrà rivolta a Elisabetta Trotta, ministro della Difesa del Conte 1, quando comparirà alla sbarra. E pure a Danilo Toninelli, un altro che potrebbe fare chiarezza. «La questione migratoria - dichiarava il 28 luglio l' ex ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti - riguarda tutto il continente. L' Unione Europea risponda».