Daniele Pasquarelli e Mauro Zola per lastampa.it
luca campana
Dall’ospedale è uscito poche ore dopo essere rimasto ferito. Ma Luca Campana, 31 anni di Candelo, colpito dal proiettile sparato dalla pistola del deputato Emanuele Pozzolo, il giorno dopo l’accaduto è ancora a letto dolorante. Ma non c’è solo il male alla gamba trafitta dal proiettile calibro 22 long rifle.
L’elettricista modello (premiato di recente dalla ditta per cui lavora) è anche frastornato dal clamore che sta accompagnando quanto successo la notte di Capodanno nell’ex asilo di Rosazza, sede della pro loco affittata dalla sindaca Francesca Delmastro per festeggiare l’arrivo del 2024 con il fratello, il sottosegretario Andrea e con le famiglie degli agenti della sua scorta. Ieri Luca Campana si è rivolto a un avvocato, Marco Romanello con cui valuterà la possibilità di fare denuncia. «Abbiamo sessanta giorni di tempo, decideremo insieme quando si sarà ripreso» spiega il legale.
Il suo assistito limita le sue dichiarazioni a poche frasi: «Al momento non me la sento di parlare, sono ancora a letto e sento molto dolore. Per qualche giorno voglio cercare di liberare la mente, dimenticare quanto è successo». Chi gli sta vicino lo descrive come molto provato da un’esperienza traumatizzante, quella di essere colpito da un proiettile mentre si sta festeggiando, un’eventualità che mai avrebbe potuto prendere in considerazione.
andrea delmastro emanuele pozzolo
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Sul momento dello sparo poche certezze. «Era una festa animata, anche se ormai alla fine» racconta ancora il testimone. A tirare fuori dalla tasca l’arma è stato il deputato Emanuele Pozzolo, cosa sia successo dopo e come sia partito il colpo nessuno di noi lo ha capito bene. C’è stato subito un grande spavento alla vista del sangue». I bambini, tra cui alcuni molto piccoli, si trovavano in una saletta a parte e sono stati subito tranquillizzati. A proporre per primi di festeggiare il Capodanno tutti insieme sarebbero stati gli agenti della scorta, un’idea subito accolta da Delmastro.
UNA PALLOTTOLA SPUTTANATA - MEME BY EMILIANO CARLI
Quindi nei saloni dell’ex asilo di Rosazza si sono trovati in poco meno di trenta, il sottosegretario con moglie e di figli, la sorella sindaco, il fidatissimo assessore di Biella Davide Zappalà con la famiglia e poi gli agenti della scorta anche loro con i familiari. «Ognuno ha cucinato e portato qualcosa da mangiare. Poco prima delle due era tutto finito e stavamo già caricando le macchine per tornare tutti a casa». Il deputato Pozzolo non era tra gli invitati e si sarebbe aggiunto soltanto verso la fine. Doveva fermarsi soltanto per il tempo di un saluto.
Il giorno dopo il sottosegretario Delmastro accusa il colpo, ha un tono dimesso e il suo volto non nasconde l’amarezza: «Sono davvero provato, quanto è accaduto mi ha colpito, non mi sento di aggiungere altro oltre a quanto ho già dichiarato».
MELONI
Paola Di Caro per il Corriere della Sera - Estratti
emanuele pozzolo
La descrivono più che arrabbiata. Furiosa. Perché quella che doveva essere la rivendicazione di un anno di governo con obiettivi raggiunti — dal taglio del cuneo fiscale alle buone performance in Europa, con le rate del Pnrr ottenute, una manovra varata senza scossoni — rischia di diventare un campo minato. Soprattutto per l’atteggiamento «folle» di un deputato piemontese certamente non dell’inner circle, ma al suo inner circle legato, visto che lo sparo nella già leggendaria festa di Rosazza, nel Biellese, lambisce anche il sottosegretario Delmastro, che aveva organizzato lo sventurato veglione. E che già era stato rinviato a giudizio per le rivelazioni sul caso Cospito.
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Giorgia Meloni, a caldo, era talmente infuriata da chiedere ai suoi di sospendere immediatamente Emanuele Pozzolo, ex esponente leghista da 8 anni passato a FdI: «Questa follia ci danneggia!», ha tuonato. I fedelissimi Donzelli e Fazzolari l’hanno frenata: aspettiamo di capirne di più e non trasformiamo un fatto di cronaca in un evento politico.
Ma la premier è veramente fuori di sé, e la sospensione dal partito potrebbe essere imminente: dipenderà da quello che emergerà «di certo, verificato in queste ore», dicono dai vertici del partito. Perché la conferenza stampa di fine anno della premier — già slittata a causa dei suoi fastidiosissimi problemi di otoliti — domani rischia di diventare un tribunale popolare e va deciso come trattare il caso, senza cedere ai diktat dell’opposizione ma anche senza difendere l’indifendibile. Anche perché, oltre al caso Pozzolo, c’è lo scandalo Verdini a rovinare il quadro.
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E poi è arrivata anche la bacchettata del Quirinale: il messaggio di fine anno era stato molto apprezzato da Meloni, ma ieri Sergio Mattarella ha duramente censurato il governo su ambulanti e balneari, nonostante su quest’ultimo punto si fosse molto adoperato il ministro Fitto per stoppare il tentato blitz di Salvini. Ma se questi sono temi politici sui quali la premier sta alacremente studiando, sul comportamento dei suoi il tema è molto più spinoso. E a lei ben chiaro.
Non è la prima volta che la leader di Fratelli d’Italia si lamenta con i fedelissimi per l’atteggiamento di parte degli eletti: «In tanti lavorano come muli, danno tutto quello che hanno. Ma c’è una parte di deputati e senatori che pensa di stare in vacanza. Non hanno minimamente capito il ruolo che hanno. E fanno danni, ci fanno sembrare inaffidabili».
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