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    "UNA IMBOSCATA DI PD-M5S E TOGHE ROSSE PER DANNEGGIARCI" – I FEDELISSIMI DI GIORGIA MELONI E I SOSPETTI DOPO CHE E’ SALTATA L’ELEZIONE DAL CSM DEL CANDIDATO DI FRATELLI D’ITALIA GIUSEPPE VALENTINO, INDAGATO IN UN PROCESSO DI ‘NDRANGHETA. AL SUO POSTO OGGI SARA’ ELETTO FELICE GIUFFRÈ - IN POLE PER DIVENTARE VICEPRESIDENTE CSM CI SONO...


     
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    Estratto dell'articolo di Federico Capurso Giuseppe Salvaggiulo per “la Stampa”

     

    giuseppe valentino giuseppe valentino

    Il Parlamento ci riprova. Oggi si riunirà in seduta comune per provare a eleggere il decimo e ultimo componente laico del Consiglio della magistratura. Il nome è quello di Felice Giuffrè, entrato in corsa dopo aver visto saltare, nel pieno delle votazioni, il nome del candidato di Fratelli d'Italia Giuseppe Valentino. I fedelissimi della premier Giorgia Meloni, a pochi minuti dal naufragio del loro nome, parlavano di «incidente», di «inciampo», niente di più.

     

    Passa la notte, però, e il vocabolario si fa più duro: l'incidente si trasforma in «imboscata», l'inciampo in «agguato» ordito da forze che hanno agito «all'interno e all'esterno del Parlamento, con una regia unica».

     

    Pd e Movimento 5 stelle, secondo quanto viene fatto filtrare da FdI, si sarebbero mossi «insieme a pezzi della magistratura di sinistra, che non volevano Valentino e hanno colto l'occasione per danneggiarci». L'incubo delle toghe rosse torna ad aleggiare su un governo di centrodestra. Utile, in queste ore, anche ad allontanare le ombre su una trattativa che per gli alleati di Forza Italia è stata, senza giri di parole, un esempio di «dilettantismo».

     

    felice giuffrè felice giuffrè

    Meloni è rimasta spiacevolmente sorpresa da questa caduta, e preoccupata per la brutta figura fatta proprio su un tema così sensibile negli ambienti istituzionali. Si fa fatica, tra le truppe parlamentari, a nascondere l'irritazione nei confronti di Valentino. Sostengono che sapesse benissimo di essere indagato dalla procura di Reggio Calabria, tanto da essersi avvalso della facoltà di non rispondere nel maxiprocesso Gotha sulla 'ndrangheta reggina. «Ma allora come ha fatto - si chiedono nel partito - a non ricordarsene? Non c'entra nulla il giustizialismo o il garantismo: è una questione di opportunità politica».

     

    Valentino si difende: «Di questa vicenda, utilizzata in modo spregiudicato, non so nulla, non so se è vero, non ho ricevuto mai nulla, non so se sono indagato né cosa mi è contestato». 

     

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