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    UNA MAZZATA AL BOSS – CONFISCATI BENI PER UN MILIONE DI EURO A GIUSEPPE SANSONE, IL BOSS PALERMITANO CHE FU L’AUTISTA DI TOTÒ RIINA: IL 74ENNE, IN CARCERE DOPO UNA CONDANNA PER ASSOCIAZIONE MAFIOSA, CONTINUAVA A GESTIRE L’AZIENDA CHE AVEVA PASSATO AL FIGLIO – SANSONE DALLA SUA CELLA CONTINUAVA A PROCACCIARE LAVORI ALLA SOCIETÀ, DISPONEVA L’ASSUNZIONE DI OPERAI E…


     
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    Estratto dell'articolo di www.gds.it

     

    giuseppe sansone 4 giuseppe sansone 4

    L’ufficio misure di prevenzione patrimoniali della divisione anticrimine della questura di Palermo ha eseguito un provvedimento di confisca da un milione di euro, emesso dalla sezione misure di prevenzione del tribunale di Palermo, nei confronti di Giuseppe Sansone, 74 anni, uno degli autisti di Totò Riina.

     

    toto riina toto riina

    Sono passati allo Stato un’azienda edile, di proprietà del figlio, con sede a Palermo, in zona Uditore, diversi rapporti finanziari e 6 auto.

    Applicata anche la sorveglianza speciale di pubblica sicurezza, con obbligo di soggiorno, per 4 anni e 6 mesi. Sansone, detenuto, è un esponente di spicco della famiglia mafiosa di Uditore, storicamente inserito nel mandamento mafioso di Passo di Rigano - Boccadifalco. Negli anni Novanta è stato condannato per associazione mafiosa.

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    giuseppe sansone 1 giuseppe sansone 1

    Sansone è stato condannato in primo grado alla pena di anni 11 e mesi 8 di reclusione in quanto riconosciuto colpevole per i reati di intestazione fittizia e di associazione di stampo mafioso per aver fatto parte della famiglia mafiosa dell’Uditore, nonché per aver partecipato a numerosi incontri con esponenti di rilievo di cosa nostra appartenenti anche ad altre famiglie.

     

    In particolare la società oggetto della confisca, costituita nel 2006 da Sansone insieme alla moglie, nel 2008 è stata trasferita al figlio, nonostante lo stesso non disponesse dei redditi sufficienti per fare fronte all’investimento necessario per l’acquisto delle quote della società stessa.

     

    TOTO RIINA TOTO RIINA

    Inoltre, ulteriori indagini hanno consentito di accertare che, anche dopo la cessione dell’azienda, la gestione  è rimasta pienamente in capo al boss detenuto, il quale ha continuato, infatti, ad occuparsi di procacciare lavori alla società, di decidere in ordine all’acquisto dei beni strumentali e all’assunzione degli operai, nonché di curare i rapporti con i clienti ed i fornitori.

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