Paolo Decrestina per il "Corriere della Sera" - Estratti
« Non lo escludo». È il mantra di Roberto Vannacci.
roberto vannacci al raduno di pontida 2024
Dopo mesi di conoscenza lo abbiamo capito. Del resto una volta, il generale, lo ha detto anche apertamente: «Io per natura non escludo mai nulla». Una porta, per entrare, uscire o magari ritornare, il generale se la tiene sempre aperta. Sia mai che le condizioni della missione poi cambino e si debba tentare l’avanzata o proteggersi in ritirata. Perché tra un sì o un no, per Vannacci c’è sempre un però, c’è sempre insomma un «non lo escludo» che prende tempo. E agita partiti e leader politici.
Il primo esempio Vannacci lo mostra all’inizio, quando dopo il successo del suo libro Il mondo al contrario si comincia a parlare di un impegno in politica. Lo insegue la «destra a destra» di Meloni, quella di Gianni Alemanno, e lo corteggia la Lega. Lui, era il dicembre del 2023, risponde così: «Resto un soldato, ma nulla escludo».
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Si arriva all’estate scorsa.
Perché è proprio dopo l’exploit alle Europee, che l’ombra del generale comincia ad allungarsi sulla leadership del segretario. Quell’associazione nata intorno al suo libro diventa un movimento politico e il rischio che quel bacino di voti venga travasato in un nuovo partito preoccupa sempre di più in via Bellerio.
roberto vannacci e matteo salvini cantano generale a pontida 1
E quando Carlo Verdelli, dalle colonne del Corriere lo esorta a dimettersi da generale per entrare «nell’agone politico come l’uomo qualunque che così sapientemente incarna», il mantra di Vannacci si ripresenta.
A quell’invito, l’eurodeputato risponde con una lettera sempre al Corriere , in cui tra le varie cose, sfoggia un paragone storico per esprimere un concetto ormai rodato. «Non è improbabile che un giorno io possa tornare al servizio militare attivo — come fece Cincinnato tornando alle sue terre». Dall’esercito alla politica.
E non improbabile ritorno. Insomma, senza escluderlo.
roberto vannacci e matteo salvini cantano generale a pontida 3
A settembre, l’eco dei vannacciani d’Italia e del raduno di Viterbo riempie le pagine dei quotidiani. Dopo il suo intervento i giornalisti gli chiedono se stia davvero pensando alla nascita di una sua creatura politica. Il generale sembra cambiare rotta. «Mai detto che farò un partito...». La presa di posizione appare stavolta lapidaria, le voci spente di colpo.
Ma poi Vannacci riprende a parlare. «Io per natura non escludo mai nulla. Non vedo perché escludere un’opportunità di questo tipo». E la porta si riapre.
L’ultimo esempio è storia recentissima. Domenica, a Pontida, tra mani strette e pacche sulle spalle c’è chi pone la questione della sua «indipendenza» dentro il Carroccio.
roberto vannacci al raduno di pontida 2024
Lui ricorda che il tema «non rappresenta un problema per Salvini, per Fedriga, per Zaia, non è un problema per il popolo della Lega». Risposta aperta a domanda aperta. Ma poi arriva quella diretta. «Al congresso presenterà una mozione Vannacci?». E qui lo schema è d’obbligo. «Ne parleremo quando ci sarà il congresso, io non escludo nulla».
ROBERTO VANNACCI SUL PALCO DI PONTIDA 2024 - FOTO LAPRESSE ROBERTO VANNACCI SUL PALCO DI PONTIDA 2024 - FOTO LAPRESSE
Salvini insomma dovrà ancora aspettare.
ROBERTO VANNACCI SUL PALCO DI PONTIDA 2024 - FOTO LAPRESSE