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    POVERI, RECLUSI E CON UNA PANZA COSI' – DA QUANDO SONO STRAZIATI DA RESTRIZIONI E QUARANTENE, GLI ITALIANI HANNO MOLLATO LE SANE ABITUDINI ALIMENTARI E HANNO MESSO SU UNA BELLA PANZA – L’AUMENTO DELL’OBESITÀ HA RIGUARDATO IN MISURA MAGGIORE GLI UOMINI, SOPRATTUTTO A PARTIRE DAI 55 ANNI. PIÙ CASI AL SUD, MA … 


     
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    Elena Meli per "www.corriere.it"

     

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    Il lavoro da casa, le restrizioni alla circolazione, le quarantene: da mesi facciamo lo slalom fra le regole dettate dall’emergenza Covid-19 che ci rendono inevitabilmente più sedentari. I risultati non tardano a farsi sentire: secondo dati raccolti dall’Associazione Italiana di Dietetica e Nutrizione Clinica e dalla sua Fondazione, c’è stato un netto peggioramento dell’obesità. Molti pazienti hanno preso ancora più peso, tanti hanno abbandonato la dieta, la maggioranza si è mossa di meno: così, come ha ‘certificato’ anche l’Italian Barometer Obesity Report, gli italiani ormai sono sempre più sovrappeso e obesi.

     

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    Diete abbandonate

    Per capire l’impatto delle restrizioni della scorsa primavera sull’obesità, la Fondazione ADI ha condotto uno studio su circa 1.300 obesi in cura nei centri specializzati del Paese. I risultati mostrano che uno su due ha messo su in media quattro chili, con accumuli ancora più sostanziosi in chi ha lavorato da casa o è stato messo in cassa integrazione; il 58 per cento dei pazienti ha ridotto l’attività fisica e il 35 per cento ha avuto maggiori difficoltà emotive.

     

    «Il 66% degli obesi intervistati ha dichiarato di seguire regolarmente una dieta prima del lockdown, ma il 44% l’ha abbandonata durante il blocco con una conseguente diminuzione dell’attività fisica e un maggior senso di fame», commenta Antonio Caretto, presidente Fondazione ADI.

     

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    «Per molti poi è subentrato un difficile stato emotivo dovuto non tanto ai numeri dei contagi quanto al vissuto quotidiano e allo sconforto generale: più colpiti casalinghe, disoccupati e persone con problemi economici, mentre i dipendenti pubblici sembrano aver retto bene l’impatto emotivo. I dati dimostrano che la gestione dei pazienti obesi è molto delicata, perché devono essere seguiti con un controllo costante nel loro percorso: strategie come il supporto remoto con la telemedicina o la terapia farmacologica sono indispensabili per proseguire la cura e prevenire peggioramenti e complicanze».

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    Crescita al Nord

    Non si può insomma abbassare la guardia, peraltro l’obesità è una delle patologie croniche che si associano a un peggior decorso in caso di contagio, per cui è quanto mai fondamentale prevenirla e trattarla. Anche perché l’eccesso di peso è ormai un’epidemia nella pandemia: stando al secondo Italian Obesity Barometer Report, realizzato in collaborazione con ISTAT e presentato di recente dall’Italian Barometer Diabetes Observatory (IBDO) Foundation, la prevalenza di sovrappeso e obesità è aumentata fino al 30 per cento negli ultimi trent’anni e oggi l’eccesso ponderale riguarda un minore su quattro, quasi uno su due fra gli adulti.

     

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    «Ci sono differenze per sesso ed età» specifica Roberta Crialesi, Dirigente del Servizio Sistema integrato salute, assistenza, previdenza e giustizia di ISTAT. «Fra le donne dai 18 ai 45 anni il sovrappeso è aumentato del 15 per cento, fra gli uomini con più di 75 anni l’incremento arriva al 20 per cento.

     

    L’aumento dell’obesità ha riguardato in misura maggiore gli uomini, soprattutto a partire dai 55 anni; la geografia è rimasta invece inalterata, con lo svantaggio del Sud, ma in alcune regioni del Nord c’è un peggioramento: in Liguria e Valle d’Aosta si è registrato un aumento del sovrappeso superiore al 10 per cento, in Lombardia e in Piemonte l’incremento è stato doppio rispetto a quello della media nazionale del 4 per cento.

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    La prevalenza dell’obesità è cresciuta di oltre il 30 per cento in Liguria, Valle d’Aosta, Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna al Nord, Umbria e Calabria al Centro-Sud, a fronte di un incremento medio a livello Italia del 17 per cento» conclude Crialesi.

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