IL SOFAGATE VISTO DA OSHO.
1 – COME DAGO-ANTICIPATO, IL SOFÀ-GATE ALTRO NON E’ CHE UN TRAPPOLONE CONTRO URSULA VON DER LEYEN
2 - TURCHIA:MICHEL E VON DER LEYEN NON SI SONO ANCORA PARLATI
(ANSA) - I presidenti del Consiglio e della Commissione europea, Charles Michel e Ursula Von der Leyen, non si sono ancora parlati, a tre giorni dal sofagate di Ankara. Per il momento non sono previste telefonate, secondo quanto si apprende a Bruxelles. Ieri in un'intervista alla tv belga LN, Michel aveva detto di aver provato a raggiungere von der Leyen al telefono, e pensava di riuscire a parlarci in serata.
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3 - MICHEL SOTTO ATTACCO PER IL SOFÀ-GATE "LO STAFF UE NON HA CHIESTO LA SEDIA"
Francesca Sforza per “La Stampa”
Non c' era diplomatico europeo, nella giornata di ieri, che non avesse al suo attivo, nella memoria, almeno un aneddoto relativo all' arte antica, complicata e sottile del cerimoniale: bicchieri rimossi all' ultimo momento, placement corretti pochi minuti prima dell' impiattamento, macchine da incarrozzare in un modo o nell' altro durante i cortei di accoglienza, istruzioni dettagliate negli allineamenti delle receiving line.
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Per questo, mai come in questa occasione il «Non è come pensi» dichiarato dal presidente del Consiglio Ue Charles Michel a giustificazione di quanto accaduto mercoledì ad Ankara - con la presidente della Commissione Ursula von der Leyen costretta a sedersi su un sofà in mancanza di una sedia accanto al presidente turco Erdogan e a Michel medesimo - ha ricordato il genere più patetico delle giustificazioni possibili.
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«Alcune delle immagini che sono state trasmesse - ha scritto Michel in un post su Fb nella sera di mercoledì - hanno dato l' impressione che potessi essere insensibile alla situazione che si era prodotta: niente di più lontano dalla realtà o dai miei sentimenti profondi».
charles michel
Non una scusa, dunque, né un' ammissione di leggerezza - volendo essere particolarmente benevolenti con se stessi - ma l' ultimo degli errori di una gran brutta giornata del suo mandato: il rinvio di responsabilità al protocollo turco, alle sue regole, e «all' interpretazione rigorosa che ne è stata data». La considerazione per cui «Non mi sono alzato in piedi per non creare un incidente ancor più grave», diciamolo, non fa che peggiorare le cose.
A quel punto i turchi, che fino ad allora avevano preferito tacere, sono stati costretti a replicare, e lo hanno fatto con le parole del ministro degli Esteri Cavusoglu, numero due del governo, e seduto durante l' incontro con Erdogan nel sofà di fronte a Von der Leyen. «Arrivano accuse estremamente ingiuste contro la Turchia ha detto da una conferenza stampa in Kuwait.
IL SOFAGATE VISTO DA OSHO
La Turchia è uno Stato dalle radici profonde che non accoglie un ospite per la prima volta, così come non è la prima volta che viene effettuata una visita in Turchia». Senza risparmiare dettagli, Cavusoglu ha ricordato che non esiste un protocollo turco a sé stante per le visite di leader stranieri, ma c' è sempre un coordinamento tra le regole internazionali e l' ospitalità nazionale. «E anche stavolta si è agito così».
Come funziona in pratica? Prima di ogni visita, le diverse delegazioni del cerimoniale, composte da funzionari diplomatici, si incontrano per definire i dettagli della visita. Discussioni apparentemente di lana caprina su posti a sedere, menu, vini o non vini da servire, cose o non cose da indossare sono in realtà fili sottilissimi a cui sono appese intere carriere.
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«Nel protocollo implementato nella riunione su scala ristretta tenutasi presso l' ufficio del nostro Presidente - ha rivelato il ministro turco Cavusoglu - le richieste della parte dell' UE sono state soddisfatte». Stando a una nota del Consiglio Europeo ai diplomatici non è stato permesso di visitare in anticipo la sala dell' incontro poiché troppo vicina agli uffici di Erdogan. Lo stesso è avvenuto per la sala da pranzo, che però è stata vista qualche minuto prima, e si è provveduto ad aggiungere una sedia, anche lì, mancante.
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Come non farsi venire il sospetto - vista la sala da pranzo - che lo stesso sarebbe accaduto per la sala dell' incontro? La sedia per Von der Leyen, è chiaro, non era stata prevista dai turchi, ma senz' altro non è stata richiesta dagli europei. Se così fosse stato, «la richiesta sarebbe stata soddisfatta».
Si può forse rimproverare ai turchi di non aver informato il cerimoniale Ue dell' assenza di una terza sedia per la presidente? «Protocol is politics», ha twittato ieri al proposito Wolfgang Ischinger, capo della Conferenza sulla sicurezza di Monaco, ricordando un vecchio adagio al suo collega, l' ex ambasciatore tedesco Nikolaus Meyer-Landrut, che ha guidato la delegazione Ue ad Ankara e che appare come il maggiore indiziato del pasticcio «Sofà-Gate». Il protocollo è politica, non tè e pasticcini.
Il ministro degli esteri turco Mevlut Cavusoglu ursula von der leyen lasciata senza poltrona da erdogan e michel 1