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    UNA POLVERIERA CHIAMATA PERIFERIA - A ROMA SCONTRI FRA RESIDENTI E IMMIGRATI ERITREI. RISSA DOPO UN LANCIO DI PIETRE AD UN GRUPPO DI RAGAZZINI. UNA MADRE E’ ENTRATA NEL CENTRO D’ACCOGLIENZA A CERCARE GIUSTIZIA. PARAPIGLIA ED UN MIGRANTE ALL’OSPEDALE - VIDEO


     
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    Valeria Costantini e Lavinia Di Gianvito per il Corriere della Sera

     

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    Quello che è successo non è affatto chiaro, l’unica certezza è che fin dal mattino di mercoledì le forze dell’ordine presidiano il centro di accoglienza di via del Frantoio 44, al Tiburtino III. Nella struttura gestita dalla Croce rossa, che ospita 80 profughi, nella notte c’è stata l’irruzione di un gruppo di residenti e un immigrato è stato ferito.

     

    Sono passate ore, ma la tensione è ancora alta. All’uscita di tre migranti dallo stabile, uno dei quali con la mano fasciata, un paio di abitanti del quartiere della periferia est di Roma urlano: «Ti ho riconosciuto, eri quello che stanotte aveva in mano un bastone!». E altri: «Andate via, tornate al vostro Paese». Polizia e carabinieri sono costretti a separare i due gruppi.

     

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    L’IRRUZIONE

    Tutto sarebbe cominciato attorno alle 22 di martedì sera, quando un immigrato africano, al culmine di una discussione, avrebbe lanciato dei sassi a un gruppo di ragazzini (senza colpirli). Tornato a casa, uno di loro avrebbe raccontato alla madre ciò che era accaduto in via Trivento e la donna, inferocita, sarebbe piombata nel centro di accoglienza con altri residenti del quartiere, pare una cinquantina, per chiedere conto dell’accaduto.

     

    Ne sarebbe nato un parapiglia durante il quale un eritreo di 40 anni è rimasto ferito, forse accoltellato alla schiena, ed è stato ricoverato al Pertini (non è in pericolo di vita). Nel frattempo per sedare la rissa ci sono voluti i carabinieri di Santa Maria del Soccorso aiutati dai colleghi di Monte Sacro e dalla polizia, intervenuta con la Squadra mobile.

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    TENTATO OMICIDIO

    Sul blitz notturno dei residenti del Tiburtino III la procura di Roma ha aperto un fascicolo: il pm Alberto Galanti procede per tentato omicidio. I carabinieri hanno già sentito il ragazzino, mentre il magistrato attende l’informativa degli investigatori e nel frattempo ha nominato un interprete che possa consentire al ferito di riferire sull’aggressione.

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    In relazione a quest’ultimo, la Croce rossa ha precisato che «non è ospite del presidio umanitario di via del Frantoio già dalla fine di luglio scorso» e che al momento «è inserito nel programma di relocation, ospite del Cas (centro di accoglienza straordinario, ndr) di via Staderini». Ma cosa faceva, allora al Tiburtino III? C’è stato uno scambio di persona e l’aggredito non è lo stesso che ha lanciato i sassi?

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