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Antonio Bravetti per “la Stampa”
Quest' estate ha fatto ballare migliaia di persone in giro per l'Italia con il suo pop elettronico. Alla vigilia delle elezioni, Cosmo si schiera: «Una post-fascista al governo farebbe danni spaventosi». Quarant' anni, ex professore di storia, è nato e vive a Ivrea. Sposato, ha tre figli. Dai palchi dove canta la dice a modo suo: «Votare Giorgia Meloni è una cazzata».
Di recente, dal vivo, ha aggiornato la sua canzone Cazzate. Cita Giorgia Meloni...
«L'ho scritta anni fa. Soffrivo d'insonnia, passavo le notti su internet. In rete c'è una destra sovranista che sguazza nelle notizie false. Scrivono, leggono, diffondono fake news e oggi votano Giorgia Meloni. Tutte cazzate».
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Che idea ha di lei?
«Penso che quella di post-fascista sia una definizione adeguata. A destra sono bravi ad aizzare le folle esasperando le paure ataviche delle popolazioni: xenofobia, razzismo. Sull'aborto Meloni dice delle idiozie totali, sono sparate fatte per titillare i cattolici conservatori. Un voto a loro significa cadere nella trappola delle paure e dei sentimenti negativi che solleticano».
Questa sera a Milano chiude il tour italiano, con tanti ospiti e una festa fino alle 2 di notte. Cinque ore dopo si apriranno le urne, voterà?
«Non voglio fare endorsement espliciti ma voterò a sinistra, per una delle forze che più spingono sui diritti civili, sulle politiche di welfare, per chi ha meno paura di colpire la classe imprenditoriale».
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Dice che voterà a sinistra, ma dove sta oggi?
«Sicuramente più a sinistra del Pd, che da troppo tempo ha perso il coraggio di avere un'agenda di sinistra, concentrando tutto sullo spauracchio di Giorgia Meloni. Sui diritti civili il Pd ha fallito. Sentir parlare di agenda Draghi fa paura, così marciscono da dentro».
Meglio il Movimento 5 stelle?
«Ho simpatizzato per loro nelle fasi iniziali. Erano dinamite, mi hanno dato qualche brivido, ma sono naufragati come un partito qualsiasi».
Sarò banale: da dove riparte la sinistra?
«Dai diritti, dalla liberalizzazione delle droghe. Non stigmatizzando il reddito di cittadinanza. Da un salario giusto, un reddito universale di base. Lavorare meno, lavorare tutti».
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Non assomiglia al Pd...
«Continua a inseguire i moderati e intanto l'astensionismo cresce. Letta non è incisivo. È mancata una seria chiamata alle armi, si percepisce più un clima di rassegnazione. Vedo tanta timidezza quando invece servirebbero personalità, genio, arte e creatività».
Ha paura di un governo Meloni-Salvini?
«Dietro alle loro proposte c'è il vuoto. Il modo migliore per farli scomparire è mandarli al governo, lì si rivelerà la loro vera sostanza».
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Non è un rischio?
«Certo, faranno danni. Infileranno uomini e donne in maniera tentacolare nel sistema Italia: persone che hanno una certa idea del corpo, della maternità, del genere, della nazionalità, dell'etnia. Questo sì lo trovo spaventoso».
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Di Salvini cosa pensa?
«Non ha l'intelligenza di Meloni. Ha vissuto la sua bella stagione, ma è sbiadito, mi sembra stia uscendo di scena. Potrebbe fare l'influencer».
Come Berlusconi su Tik Tok?
«Non l'ho visto, magari ai giovani sta simpatico. Mi sembra una persona con una malattia dell'ego spropositata, costantemente all'inseguimento della considerazione. Pur di avvicinarsi ai sovranisti ha fatto fuori il dissenso interno al suo partito. Non mi sembra più lucido, farebbe bene a ritirarsi».
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Tra poco partirà per dei concerti in Inghilterra e negli Stati Uniti. Al suo ritorno potrebbe trovare un governo di destra. Che futuro immagina?
«Se vince Giorgia Meloni sarà un'Italia dove quelli come me se li troverà tutti contro. Servirà una resistenza culturale e nei fatti, bisognerà portare la gente in piazza. Non si getta la spugna, l'Italia non sarà mai loro».
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