Anna Guaita per "www.ilmessaggero.it"
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Giorni, settimane, forse mesi chiusi in casa da soli. Per tanti newyorchesi la quarantena è diventata il momento per realizzare un sogno da tanto nutrito, ma mai reso possibile per le pressioni del lavoro. A migliaia si sono precipitati ad adottare un animale, o almeno a prenderne in affidamento per un periodo di tempo indeterminato. Cani e gatti sono così scomparsi da tutti i rifugi della città.
L’associazione di beneficenza Muddy Paws (Zampe inzaccherate) di Brooklyn, specializzata nel salvare animali dai canili municipali, ha detto all’agenzia Bloomberg: «Per il momento decisamente non abbiamo più animali da dare in adozione». Lo stesso ha dichiarato la Best Friends Animal Society.
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La sede newyorchese degli Animal Care Centers ha lanciato un appello venerdì della scorsa settimana, per tentare di trovare un domicilio – anche temporaneo - per 200 animali. Duemila persone si sono offerte di portarsi a casa un animale, fosse gatto o cane o anche coniglio.
La portavoce dei Centri, Katy Hansen, ha spiegato: «La gente vorrebbe un animale d’affezione, ma si sentirebbe in colpa perché tutti devono lavorare e stare tanto tempo fuori casa, lasciando l’animale solo». La necessità di stare chiusi in casa rende ora l’adozione una vera possibilità.
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Julia, una pensionata che vive in un piccolo appartamento di Manhattan, racconta: «Ho desiderato un cane fin da quando ero bambina. Non ho mai avuto il coraggio di prenderne uno. Ma adesso è giunto il momento, Brutus è anzianotto, e si merita di essere coccolato. Passiamo ore insieme sul divano a guardare vecchi film. Ci facciamo compagnia» (Brutus è in realtà un dolcissimo mezzo bassotto, mezzo chissà cosa).
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Lo stesso trend all’adozione, o per lo meno a prendere un animale in affidamento per un tempo indeterminato, sta contagiando anche le altre città, di pari passo con l’avanzare del virus e l’imposizione dello “stai a casa”. Tra l’altro, chi prende un cane assume anche il diritto di portarlo a spasso, e quindi si assicura due o tre passeggiate quotidiane (anche se negli Usa per ora, fare la passeggiata è concessa a tutti, purchè si mantengano i due metri di distanza dagli altri passanti).
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L’unica preoccupazione che i vari rifugi esprimono, in un momento in cui vedono finalmente i loro inquilini trovare casa e affetti, è che la crisi economica possa fra qualche mese riempire di nuovo le celle: «Quando la gente è disoccupata, senza stipendio, senza soldi, spesso è obbligata a fare dolorosi scrifici, e questo potrebbe significare un’ondata di quattrozampe abbandonati» ammettono alla Humane Rescue Alliance, del New Jersey.
Ma per il momento, anche le loro celle sono vuote.
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