Floriana Rullo per www.corriere.it
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È precipitata in un canale mentre con il suo parapendio stava volando tra le campagne di Domodossola e Villadossola, in Piemonte. Kjara Alejandra Bottini aveva solo 17 anni e frequentava il liceo scientifico, ma da ormai un anno aveva fatto della corsa — era una mezzofondista — e soprattutto del volo, le sue principali passioni.
Ogni domenica con il papà Massimiliano partiva all’alba da Verbania, dove viveva, e raggiungeva il monte Lusentino, meta conosciuta da tutti gli appassionati di lancio. Anche ieri aveva caricato il suo parapendio nella macchina del padre e con altri due amici, complice la bella giornata, aveva deciso di effettuare un lancio.
kjara alejandra bottini
Appena tre mesi fa aveva terminato il corso di volo e conseguito il suo brevetto con il massimo dei voti. E quello di ieri per lei era uno dei primi lanci in solitaria. Per questo era stata attenta a ogni dettaglio. Aveva controllato che tutto fosse in ordine: le vele, il paracadute.
Poi, dopo aver salutato il papà che l’avrebbe attesa al campo di atterraggio in frazione Siberia, a Domodossola — spazio usato durante le lezioni dagli allievi e dagli appassionati della zona — aveva sfidato il vuoto. Lanciandosi per prima.
L’atterraggio nelle acque gelide del canale Enel
Sarebbe dovuta atterrare poco dopo nel prato dedicato a Geo Chavez, pilota che per primo riuscì a trasvolare le Alpi. Kjara però non è riuscita a raggiungere quell’enorme terreno incolto.
parapendio
Le correnti d’aria, forse una manovra sbagliata, hanno spinto il suo parapendio fuori dalla rotta di atterraggio. Un chilometro più a Sud, a Villadossola, nella zona del Laghetto dei Sogni. Kjara ha fatto in tempo ad aprire il paracadute d’emergenza ma anziché finire sul prato è atterrata nelle acque gelide del canale Enel che scorreva sotto i suoi piedi. Il condotto di cemento armato dove l’acqua alta due metri porta veloce verso la centrale idroelettrica non le ha dato scampo.
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La giovane è rimasta con le corde del parapendio imbrigliata ad una pianta. Tutto sotto gli occhi del padre che per primo ha dato l’allarme. Kjara prima di precipitare ha anche provato a chiedere aiuto. Ma è stato inutile. I Vigili del fuoco hanno solo potuto recuperare il suo corpo ormai privo di vita. Dall’acqua affioravano le corde e l’imbracatura, non la vela che è stata trovata a qualche centinaio di metri di distanza.
Il racconto dell’istruttore
«Aveva scelto una vela sicura — racconta Andrea Sgaria, che era stato il suo istruttore al corso per ottenere il brevetto e che ieri mattina è tornato al campo di atterraggio non appena ha saputo quello che era successo —. Non era più una nostra allieva ma la conoscevo bene.
incidente parapendio
Ero molto amico di Massimiliano e seguivo i voli di Kjara. Era preparata, scrupolosa e professionale. Non riesco a spiegarmi cosa possa essere andato storto. Anche le condizioni meteo erano ideali per il lancio». Kjara era tra le più giovani a volare nei cieli a Verbania e ne andava molto fiera. «Aveva fatto tanta attività in questo anno — continua l’istruttore —. E aveva superato il suo esame brillantemente. Non riusciamo davvero a capire che cosa possa essere successo».