divorzio
Chiede, anzi pretende, il divorzio dalla moglie perché lei non lava, non stira, non cucina: il giudice dice no, perché lei non è una serva e quindi non va trattata come tale. Accade a Foggia, dove il tribunale è stato categorico: non è ammissibile “una situazione di sottomissione di uno a svolgere lavori di mera cura dell’ordine domestico, al quale peraltro sono tenuti anche i figli, nell’ottica di una educazione responsabile”.
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Le “motivazioni” che hanno spinto il marito a chiedere il divorzio
Secondo il marito a provocare la fine del matrimonio sarebbe stato il fatto che la moglie non si fosse mai occupata dei suoi bisogni. Inoltre non avrebbe nemmeno curato le faccende di casa, violando in tal modo quel dovere di collaborazione previsto dal Codice civile. Il Codice prevede che “con il matrimonio il marito e la moglie acquistano gli stessi diritti e assumono i medesimi doveri.
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Dal matrimonio deriva l’obbligo reciproco alla fedeltà, all’assistenza morale e materiale, alla collaborazione nell’interesse della famiglia e alla coabitazione. Entrambi i coniugi sono tenuti, ciascuno in relazione alle proprie sostanze e alla propria capacità di lavoro professionale o casalingo, a contribuire ai bisogni della famiglia”.
Il giudice dà torto al marito
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Il giudice del tribunale di Foggia ha quindi applicato la legge. Così ha motivato la sentenza: “Non è ammissibile una situazione di sottomissione di uno a svolgere lavori di mera cura dell’ordine domestico”. Ed evidenzia un altro aspetto, in quanto spiega che a “ciò peraltro sono tenuti anche i figli, nell’ottica di una educazione responsabile”.
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