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    UNA SMURAGLIA DIVIDE IN DUE IL PD - D’ALEMA ESCE ALLO SCOPERTO: IL 5 SETTEMBRE ASSEMBLEA PER IL “NO”. IL SINDACO DI BOLOGNA, MEROLA, AVVERTE: “SI RISCHIA UNA SCISSIONE” - ORFINI INVITA IL LEADER DELL’ANPI, SMURAGLIA, ALLA FESTA DELL’UNITA’ DI ROMA MA NIENTE BANCHETTI PER IL “NO”


     
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    Giovanna Casadio per "la Repubblica"

     

    d'alema d'alema

    Mediatori al lavoro per evitare lo scontro nel Pd sul referendum costituzionale. Ma nonostante le buone intenzioni - Vasco Errani, l' ex presidente dell' Emilia Romagna è in prima linea tentando di ricucire il rapporto con l' Anpi, l' associazione dei partigiani - i fronti del No e del Sì si agguerriscono, la contrapposizione si esaspera.

     

    Il 5 settembre a Roma si terrà un' assemblea per sostenere il No al referendum, che vede tra gli organizzatori Massimo D' Alema. Inviti sono stati spediti ai bersaniani Speranza, Stumpo, Zoggia, Gotor, Fornaro, oltre che ai parlamentari del Pd che hanno già sottoscritto un documento contro la riforma della Carta voluta da Renzi, come Franco Monaco e Angelo Capodicasa.

     

    d'alema ikarus d'alema ikarus

    D' Alema chiama a rapporto mezzo partito per discutere e sondare chi è disposto a un comitato "La sinistra per il No", e ci saranno alla convention di settembre anche l' ex ministro Flavio Zanonato, Carlo Pegorer, l' europarlamentare Antonio Panzeri. Un bel gruppo di dem, perché il tam tam si estende e si ingrossa a livello locale, nei circoli. Una spina nel fianco di Renzi.

     

    Reazioni da non sottovalutare. Il sindaco di Bologna, Virginio Merola in un' intervista - oggi nell' edizione bolognese di Repubblica - lancia l' allarme sul nodo «molto più profondo» che la spaccatura sul referendum, svela: «Io avverto il rischio di una frattura irreparabile. Temo che ci si rassegni a costruire due partiti in uno, pronti a tirare le fila dopo il voto. Una cosa per me intollerabile a Bologna dove è nato l' Ulivo. Perché o siamo capaci di fare tutti insieme l' interesse dell' Italia oggi, in sei mesi che saranno decisivi con tensioni economiche e sociali fortissime, o tutto il Pd si condanna all' inutilità».

     

    Matteo Orfini e Massimo D'Alema Matteo Orfini e Massimo D'Alema

    Per Merola, schierato con il Sì, «Renzi deve fare fino in fondo il segretario e farsi carico dell' unità del partito, proponendo lui per primo e subito una nuova legge elettorale. Un Italicum più democratico, con gli elettori che scelgono i parlamentari in collegi uninominali... Bisogna svelenire un clima che altrimenti diventa irrespirabile».

     

    E se non lo fa? «Porta il Pd a sancire una spaccatura tra due partiti, una formazione neocentrista e minoranze irrilevanti pronte a rifare i Ds. Questo è il momento di scelte forti e urgenti».

     

    CARLO SMURAGLIA CARLO SMURAGLIA

    La rottura con l' Anpi, che si sta consumando in questi giorni mettendo la sordina ai partigiani non invitati alle Feste dell' Unità o avvertiti di non fare campagna per il No, è solo la punta dell' iceberg? Matteo Orfini, il presidente del Pd, circoscrive il "caso Anpi". A Carlo Smuraglia, alla guida dell' associazione dei partigiani, rivolge l' invito a salire sul palco della Festa dell' Unità di Roma, o dove preferisce per confrontarsi sul referendum. Però niente stand di propaganda e soprattutto «non tiriamo in ballo la Resistenza che è di tutti».

     

    «L' Anpi è ufficialmente invitata alle Feste dell' Unità, ma fare i banchetti di propaganda per il No non è possibile». Per il Pd e il premier Renzi la riforma costituzionale è la madre di tutte le battaglie quindi il Sì al referendum è blindato.

    Virginio Merola Virginio Merola

     

    «Hanno mancato di rispetto verso la storia dell' Anpi», ha accusato in un' intervista a Repubblica Smuraglia, ritenendo «per rispetto di se stessi» opportuno evitare le Feste perché i partigiani non possono esprimere liberamente le loro idee e posizioni. Replica Debora Serracchiani, la vice segretaria: «Confrontarsi con tutti e fare valere le ragioni del Sì è non solo opportuno ma nell' interesse di chi ha promosso il referendum». Però «niente ricatti» . Quindi ok al dialogo con l' Anpi, no agli ultimatum, ad esempio sull' Italicum da cambiare.

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