1. LA SUPERCOPPA A RUOLI INVERTITI
Luigi Garlando per www.gazzetta.it
SUPERCOPPA
Era il 31 maggio 2019. Nel video del club, il presidente Steven Zhang chiedeva al nuovo allenatore Antonio Conte: "Pronto per la Pazza Inter?" E il tecnico rispondeva: "Basta pazzie!" Dopo due anni di magistero contiano, Simone Inzaghi ha ereditato un’Inter campione d’Italia dalla psiche solida di un commercialista.
Mercoledì 12 gennaio alle 21 Inter e Juventus si sfideranno nella finale di Supercoppa. Ecco le probabili scelte di Inzaghi e Allegri (qualche ballottaggio per i bianconeri alle prese con molte assenze)
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NIENTE PIÙ FOLLIE
In questo campionato l’Inter ha vinto 9 volte senza subire gol, imponendo la propria superiorità senza bisogno di rimonte affannate. Stasera contenderà la Supercoppa Italiana a una Juve che domenica era sotto di 3 gol al 70’ e poi ha vinto segnando 3 gol alla Roma in 7’. Quasi come l’Inter 2004-05 di Recoba, che ribaltò la Samp con 3 gol in 5’: la partita che certificò la sua follia. Ruoli invertiti, insomma. Come in certi film in cui i protagonisti si scambiano la vita.
Inversione anche nei pronostici, perché Conte ereditò un’Inter staccata di 21 punti dalla Juve, mentre ora Inzaghi ne guida una che sta 11 punti (potenzialmente 14) più in alto. La Juve dei 9 scudetti, che ha trascorso un decennio da favorita perenne in ogni competizione italiana, stasera non può esserlo perché si presenta a San Siro con quel gap di campionato, ma soprattutto con una squadra sfigurata dalle assenze: Szczesny (scelta Allegri), Cuadrado e De Ligt (squalificati), Ramsey (Covid), Chiesa e Danilo infortunati. Bonucci e Dybala in panchina.
INZAGHI ABBRACCIA I SUOI GIOCATORI DOPO INTER TORINO
Ed è proprio alla luce di questo divario e dell’inversione di ruoli che va tarato il valore psicologico della sfida e la ricaduta sul campionato. Per l’Inter, doppiare lo scudetto con il primo trofeo della nuova stagione significa ipotizzare l’apertura di un ciclo. Sconfiggere, magari con una prova dominante, la tiranna di pochi stagioni fa, vuol dire certificare una volta di più l’inversione di status. I faccia a faccia hanno sempre un peso speciale.
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RICADUTA SCUDETTO
Conte, che nella prima stagione da interista perse due volte con la sua ex, ha vinto la fetta più consistente di scudetto un anno fa, il 17 gennaio, quando a San Siro schiantò la Juve con Vidal e Barella. Quella sera l’Inter si convinse di poter succedere al trono. Allo stesso modo, stasera Allegri cerca l’impresa per riempire di ulteriore convinzione ed entusiasmo il cuore della sua Juve, dopo i 7 risultati utili in campionato e la scossa della folle rimonta romana.
federico chiesa 11
Se la Juve decimata, traumatizzata dall’infortunio di Chiesa, attardata in classifica, riuscisse a strappare la coppa all’Inter capolista (che si presenterà nella formazione tipo), in casa sua, aggredirebbe il resto della stagione con altra fiducia. E indirettamente trasmetterebbe speranza anche alle concorrenti da scudetto che, dopo le 8 vittorie di fila in campionato e la soglia dei 50 gol superata, guarda ai nerazzurri come a un’armata inattaccabile. Le onde della Supercoppa arriveranno fino alle coste della Serie A.
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OCCHIO AI DIEZ
Che partita sarà? Uno come Brozovic, che dà senso e ordine al centrocampo, Allegri lo comprerebbe di tasca sua. Ma anche l’aiuto-regista Calhanoglu, che ha permesso a Inzaghi di raffinare la manovra di Conte. Il film stagionale della Juve è stato spesso una recita improvvisata, a soggetto. Ci aspettiamo perciò un’Inter al centro del ring che cerca di imporre la sua qualità di gioco, ma anche la sua fisicità.
L’Inter ha segnato 14 gol di testa, più di ogni altra squadra nei 5 campionati top. Anche qui, se vogliamo, un’altra inversione di ruoli, perché la praticità muscolare è stata spesso un marchio della Signora, si pensi alla Juve capelliana di Thuram, Vieira, Ibra e Trezeguet. La Juve di Allegri dovrà ricorrere invece alla tecnica individuale e alla rapidità dei suoi incursori, tipo McKennie, in buona forma.
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Presumibile una Juve da combattimento, impegnata a contenere e a sporcare la partita per spendere al momento buono la qualità offensiva di Dybala che, per prudenza, dovrebbe partire dalla panca. La Joya, 4 gol, è il cannoniere della Supercoppa. Uno specialista; come Allegri che ne ha vinte 3 e può raggiungere Capello e Lippi a 4; come la Juve tutta che può mettere in bacheca la decima. Inzaghi, che ne ha vinte un paio, sempre contro la Juve, sa bene che in una notte secca gli specialisti fanno paura.
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E sa che la Juve, per quanto rimpicciolita, ha perso uno solo degli ultimi 12 incroci con l’Inter. Cerchiolino rosso attorno al derby dei diez (Lautaro-Dybala), a quello dei ragazzi di Wembley (Barella-Locatelli) e a quello dei 9: il rifiorito Morata contro Dzeko che è stato a un centimetro dalla Juve.
In una Milano assediata da Covid, che non riempirà il 50% del Meazza (attesi poco più di 25.00 spettatori), è annunciato gelo polare. Urge un Derby d’Italia appassionato e ben giocato. Abbiamo bisogno di bellezza per scaldarci il cuore.
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2. SZCZESNY NON HA IL SUPER GREEN PASS
Da www.leggo.it
Inter-Juventus, nella sfida di Supercoppa Italiana i bianconeri dovranno schierare il portiere di riserva. Tra i pali, come annunciato da Massimiliano Allegri, ci sarà infatti Mattia Perin al posto di Wojciech Szczesny. Il motivo, però, è paradossale.
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La 'colpa' è del vaccino e del Super green pass. Con le nuove norme, infatti, solo i giocatori che hanno già ottenuto il Green pass rafforzato potranno scendere in campo. Wojciech Szczesny, che si è sottoposto alla vaccinazione solo pochi giorni fa, non potrà essere della partita perché ancora non in possesso della certificazione verde. Il portiere polacco, grande protagonista con un rigore parato nella vittoria all'Olimpico contro la Roma, dovrà quindi lasciare il posto al suo vice, Mattia Perin.
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«Tutti i giocatori sono vaccinati, ma Szczesny è l'ultimo e fino a dopodomani non ha il green pass, per cui arriverà allo stadio all'ultimo momento e andrà in panchina» - ha spiegato Massimiliano Allegri nella conferenza stampa alla vigilia della Supercoppa - «Purtroppo, dobbiamo rispettare i protocolli. Abbiamo recuperato Bonucci, ma non Danilo».