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    UNA TASSISTA ROMANO È STATO ARRESTATO PER VIOLENZA SESSUALE AI DANNI DUE STUDENTESSE AMERICANE – NELLA NOTTE DEL 14 OTTOBRE SCORSO, A TRASTEVERE, ANTONIO MACRÌ, 34 ANNI, AVREBBE AGGREDITO LE DUE DUE RAGAZZE VENTENNI CHE S'ERANO SENTITE MALE IN STRADA, FORSE PER IL TROPPO ALCOL BEVUTO – A INCASTRARE L'UOMO SONO STATI I FILMATI ESTRATTI DAI CIRCUITI DI VIDEOSORVEGLIANZA DELLA ZONA – IL TASSISTA ERA GIÀ STATA PROCESSATO E ASSOLTO IN UN ALTRO PROCESSO PER STUPRO...


     
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    Fulvio Fiano e Rinaldo Frignani per il “Corriere della Sera - Edizione Roma”

     

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    Nel giorno in cui il Viminale presenta il dossier «Il pregiudizio e la violenza contro le donne» – 95 donne uccise dall’inizio dell’anno al 7 novembre, oltre la metà (48) per mano del partner o dell’ex, 33 da altri familiari – in cui si riscontra un aumento del 9% di violenze sessuali rispetto al 2021, a Roma un tassista di 34 anni finisce a Regina Coeli per abusi su due studentesse americane.

     

    Antonio Macrì, già assolto in un primo grado in un processo per stupro, è accusato adesso di violenza sessuale nei confronti di due ragazze di 20 e 21 anni: la notte del 14 ottobre scorso, secondo gli accertamenti della polizia, rientravano nell’ostello della John Cabot University quando una di loro si è sentita male, forse per l’abuso di alcolici in un pub poco lontano. Il tassista, appostato sull’auto dietro ad alcuni cassonetti, ha finto di soccorrerle e invece le ha aggredite.

     

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    A incastrarlo le immagini delle telecamere di vigilanza e la testimonianza delle vittime, una delle quali nonostante lo choc ha fotografato e filmato il 34enne che però non si è fermato: solo più tardi è stato poi messo in fuga dalla reazione delle due. «Come urlano queste pazze!»: così Macrì si è rivolto al vigilante della John Cabot, accorso alle grida delle giovani. Quindi è salito sul taxi ed è fuggito.

     

    «Le modalità rivelano un’accurata programmazione, favorita dalla conoscenza dei luoghi derivante dalla professione di tassista svolta. Sussiste il concreto e attuale pericolo che l’indagato possa commettere ulteriori reati della stessa specie», sottolinea il gip nell’ordinanza eseguita dalla polizia.

     

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    Sempre per il giudice, il tassista «non ha esitato ad approfittare delle condizioni fisiche delle giovani che avevano evidentemente bevuto, come da entrambe dichiarato e come risulta dalle immagini acquisite, e che dunque con più fatica e meno lucidità avrebbero potuto opporsi all’aggressione», e «non si è placato con la violenza perpetrata ai danni della prima vittima, ma è proseguita con l’altrettanto grave abuso in danno della seconda, e ciò nonostante la consapevolezza che la prima stesse registrando un video e scattando foto, a dimostrazione di un’assoluta e totale incapacità di controllo da parte dell’indagato dei propri istinti».

     

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    Come sarebbe successo ad Andria dove un uomo ha abusato di una sedicenne con disagio psichico, dopo averla fatta bere e drogata. Drammi analizzati ieri alla presentazione del report del ministero dell’Interno sulle violenze sulle donne, curato dalla Direzione centrale della polizia criminale. Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, presente all’incontro con il capo della polizia Lamberto Giannini, ha annunciato nuove misure di contrasto, fra cui l’ampliamento della «portata dell’ammonimento del questore». Il direttore centrale della polizia criminale Vittorio Rizzi ha invece voluto sottolineare la natura strutturale di questi reati: «Che continua a rimanere in parte sommersa».

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