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    TI PRENDO A PICCONATE! - GRANDE PAURA PER GIADA PANCACCINI, EX COSPLAYER OGGI CANTANTE IN UN GRUPPO MUSICALE: LA TRENTENNE CAMMINAVA PER LA STRADA A ARONA, PROVINCIA DI NOVARA, E' STATA AGGREDITA DA UN FOLLE ARMATO DI UN PICCONE - "HA COMINCIATO AD AGITARE L'ARMA E MINACCIAVA DI UCCIDERMI" - INIZIALMENTE LEI L'HA IGNORATO, MA QUANDO LUI HA PRESO LA RINCORSA BRANDENDO IL PICCONE, HA INIZIATO A CORRERE VERSO UN PARCHEGGIO DOVE...


     
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    Lorenzo Rotella per lastampa.it

     

    Giada Pancaccini Giada Pancaccini

    Succede tutto in 40 minuti e si conclude con una denuncia e un ricovero in psichiatria a Borgomanero. La trentenne Giada Pancaccini (in arte Giada Robin come ex cosplayer e oggi cantante dei Pheromone Syndicate) esce da una palestra di Mercurago, frazione di Arona, e imbocca a piedi via Monte Nero. Zona solitamente tranquilla ma non alle 19,40 di giovedì.

     

    «Da quel momento è iniziato l’incubo», racconta sconvolta la ragazza. «Mentre camminavo, alle mie spalle è sbucato un uomo con un piccone tra le mani. Ha cominciato ad agitare l’arma e minacciava di uccidermi».

     

    Piccone Piccone

    L’aggressore ha una trentina d’anni e ha l’accento straniero. Indossa un cappellino, degli occhiali da sole e una maglietta rossa. «Mi insultava – continua Giada – diceva di essere il diavolo, “la luce”, e di volermi dare fuoco. Quando lo ha detto ho tremato ancora di più perché puzzava di alcol etilico».

     

    All’inizio cerca di ignorarlo e procede a passo spedito. L’uomo le sta dietro e dopo l’ennesima minaccia brandisce il piccone e prende la rincorsa per colpirla. «Ho iniziato a correre per la paura mentre lui ululava, dicendo cose senza senso. Sembrava posseduto dal demonio».

     

    aggressione aggressione

    Si fanno le 20 e in giro ci sono pochissime persone. Correndo verso lo stadio comunale Valerio Del Ponte, la ragazza si ritrova in un parcheggio. In mezzo alle auto nota una signora con le stampelle insieme a una bambina. «Stavo cercando aiuto – spiega – ma ho continuato a correre indicando il mio inseguitore a mamma e figlia. Per fortuna è rimasto concentrato su di me, non so cosa sarebbe successo se avesse rivolto l’attenzione su di lei». Nel frattempo l’uomo continua a minacciarla e in preda al delirio urla cori da stadio contro il Milan, perché il borsone della palestra di Giada è rosso e nero.

     

    aggressione 1 aggressione 1

    Sbucando nell’area del campo sportivo, la ragazza nota una Smart che sta facendo manovra. «Mi sono buttata sul cofano come nei film – dice – e ho gridato “aiuto”. Hanno capito subito che ero inseguita da un pazzo». A scendere dall’auto è un padre che sta recuperando il figlio dall’allenamento di calcio. L’aggressore rallenta la corsa, si ferma e comincia a urlare contro le auto.

     

    «Quel signore ha provato a ragionarci, ma ha puntato l’arma contro di noi e siamo scappati». Mentre i 3 cercano aiuto, l’inseguitore prende a picconate la Smart e squarcia le gomme di alcune auto. Giada intanto riesce a chiamare il 112. Alle 20,20 un’auto del Radiomobile dei carabinieri di Arona interviene per disarmare e poi denunciare l’uomo alla procura di Verbania.

     

    È un paziente psichiatrico. Dovrà rispondere di minacce aggravate e porto ingiustificato di oggetti atti a offendere. La ragazza in serata sporge denuncia: «Da cittadina ho avuto paura e pretendo che un soggetto così pericoloso sia non solo fermato ma anche curato, prima che faccia del male a qualcuno».

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