DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Estratto di “Ipocrisea”, di Francesca Ronchin (ed. Aliberti), pubblicato da “La Verità”
Ancora una volta, sono le vicende delle navi delle Ong a riaccendere il dibattito sulle politiche migratorie. Quando l'Italia mette un freno al loro sbarco e l'11 novembre la Ocean Viking di Sos Méditerranée punta dritto a Tolone, si apre la crisi diplomatica tra Italia e Francia. Con il suo carico di 230 migranti, l'arrivo della Ong in terra francese è un precedente che per l'Eliseo «non deve ripetersi».
Da subito, lo scontro innescato da Roma, svela piccole e grandi disonestà dell'Europa e dei suoi Stati membri. Italia compresa. Negli stessi giorni in cui fa la morale all'Italia, la Francia invia a Ventimiglia 500 agenti per blindare i confini e firma una dichiarazione congiunta con l'Inghilterra per lottare contro tutte le forme di immigrazione irregolare con imbarcazioni di fortuna (comprese le traversate del Canale della Manica).
Misure che confermano la vera linea del governo francese che, se da un lato rimprovera la mancata accoglienza da parte dell'Italia, dall'altro chiude il rubinetto ai flussi al punto da mettere a punto una nuova legge sul diritto d'asilo che, oltre a limitare lo ius soli, dovrebbe rendere le espulsioni più veloci. Dalla sua, l'Italia, con oltre 90.000 arrivi nel 2022, lamenta di essere lasciata sola dagli altri Stati europei descritti come una costellazione di egoismi, a partire dalla scarsa disponibilità a redistribuire quanti arrivano (solo 117 i migranti ricollocati nel 2022).
Dai dati sull'accoglienza finale dei rifugiati però il patentino di bontà non spetta all'Italia che con 45.000 domande di asilo nel 2021 si trova dietro le oltre 100.000 di Germania e Francia. Roma chiama in causa il sistema di ricollocamento europeo (che però riguarda solo i rifugiati) ma non si capisce su che base gli Stati membri dovrebbero farsi carico di migranti arrivati irregolarmente in un Paese, l'Italia, che per sua scelta da anni pratica una politica di accoglienza indiscriminata.
Evidente anche la goffaggine dell'Unione europea che, se da un lato foraggia la Turchia con oltre 6 miliardi di euro per fermare i migranti, quando si tratta di commentare la stretta sulle imbarcazioni umanitarie, tramite la portavoce della Commissione Ue, Anitta Hipper, dichiara che «non c'è differenza tra le navi delle Ong e le altre navi».
Un'affermazione in contrasto con l'Agenzia Frontex secondo la quale, sebbene sia vero che le Ong rappresentino, al momento, solo il 16% degli arrivi, agiscono da «pull factor», fattore di attrazione, che incentiva le partenze e producono «conseguenze inattese» come confermano svariate fonti autorevoli [... ] Dai dati che ci fornisce la Guardia Costiera italiana, se ai tempi di Mare Nostrum, i migranti partivano a bordo di mezzi a scafo rigido, l'anno dopo, quando aumentano le navi di soccorso, gli scafisti iniziano ad optare per i gommoni made in China, venti volte più pericolosi ma molto più economici, che arrivano a rappresentare l'84% dei mezzi utilizzati.
ocean viking al largo di catania
Quando nel 2018 le missioni europee si interrompono e il numero di Ong subisce una lieve flessione, ecco che l'utilizzo dei gommoni cala perché gli scafisti sono uomini d'affari e il servizio offerto deve funzionare. Dunque se da un lato, la presenza delle navi di soccorso riduce il rischio di morire, l'uso massiccio di gommoni, da esse generato, lo alza.
MIGRANTI IN UN CAMPO DI DETENZIONE IN LIBIA
In un effetto domino si è inoltre abbassato il prezzo del viaggio che a sua volta ha portato ad un ampliamento della platea dei migranti pronti a partire.
Anche in presenza di condizioni meteo proibitive, perché con le navi di soccorso in mare il tratto da percorrere è breve [...] I migranti, sistematicamente esclusi dal dibattito sul tema, lo sanno bene. «La vostra presenza induce i migranti a partire quindi per favore la prossima volta state alla larga se il tempo non è buono», scriveva sul profilo twitter di Sos Méditerranée il 23 aprile 2021, dopo l'ennesimo naufragio davanti alle coste libiche, Nurudeen Abu, un migrante salvato dalla Ocean Viking due mesi prima.
Dopo 24 ore il tweet viene cancellato. Qualcuno gli fa notare che il suo appello rovina la buona reputazione delle Ong. [...] Una vecchia abitudine quella di cambiare i contorni delle cose, come quella di chiamare «pescatori» i facilitatori e i trafficanti che scortano i migranti. Me ne sono accorta durante un viaggio a bordo della Aquarius, il guardapesca della Ong Sos Méditerranée, immortalato in un servizio trasmesso da Report e che ha dato spunto a questo libro. Durante i soccorsi, ci sono barchini in vetroresina con a bordo uomini coperti da grossi cappelli di paglia che curiosamente nei svariati servizi giornalisti non compaiono mai. Quando chiedo alla Ong chi siano, mi viene ripetuto che si tratta di semplici "pescatori", senza canne da pesca e interessati solo a che i migranti raggiungano le Ong.
due migranti sul molo di Catania dopo essersi tuffati in mare
[...] Con il loro darsi il cambio in modo coordinato, dietro l'urgenza umanitaria del salvare vite (giusto) e del rispetto dei diritti umani (altrettanto giusto), le Ong si stanno inoltre sostituendo agli Stati alimentando una politica immigratoria ibrida che si regge sulla confusione tra due piani distinti. Il sistema di accoglienza che permette a un migrante che arriva in modo illegale di fare domanda di protezione come rifugiato non dovrebbe essere sovrapposto alla necessità da parte di uno Stato di programmare modalità di ingresso legali sostenibili e coerenti con proprie disponibilità e fabbisogni.
I due piani invece vengono confusi con scarso successo come raccontano i dati Ocse 2019 secondo i quali l'incidenza dei profughi sul mercato del lavoro italiano nell'ultimo decennio non ha superato lo 0,3% degli occupati [...] Del resto, guardare ai flussi economici come flussi di rifugiati apponendovi un manto di umanitarismo significa o non comprendere che non ci si trova davanti a un'emergenza occasionale bensì a un fenomeno di trasformazione economica, oppure comprenderlo, condividere la metamorfosi in atto e ciò nonostante negarla.
migranti scendono dalla nave rise above a reggio calabria 1
Una falsificazione retorica non sostenibile. [...] Come sembra rivelare anche la linea dura adottata oltre che da Turchia e Paesi «sovranisti» come Polonia e Ungheria, persino dalla più moderna Svezia o dalla socialdemocrazia danese che, in attesa di vagliare le domande di asilo, ha deciso di inviare i migranti illegali in Ruanda. Nonostante gli appelli, ipocriti, al rispetto dei diritti umani e all'accoglienza, l'Europa lascia fare.
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