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    UNA VERGOGNA INDELEBILE PER LE AUTORITÀ MESSINESI - IL CASO DI VIVIANA E GIOELE RESTERÀ PER SEMPRE IRRISOLTO: INDAGINI FATTE A CASO, ERRORI, SUPERFICIALITÀ. ORA HANNO MESSO IN MEZZO MEDICI LEGALI, GEOLOGI, ZOOLOGI, MA È TROPPO TARDI. SI È DAVVERO ARRAMPICATA SUL TRALICCIO? LO HA FATTO PER SUICIDARSI DOPO AVERE UCCISO IL BAMBINO? PER UCCIDERSI DOPO AVERE ASSISTITO ALLA SUA MORTE? PER OSSERVARE DOVE FOSSE FINITO? PER SCAPPARE DAI CANI? - IL MARITO: ''SONO SICURO CHE NON GLI AVREBBE FATTO NIENTE DI MALE. E QUELLI DEL FURGONE…''


     
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    1. RITARDI, SUPERFICIALITÀ E UNA CATENA DI ERRORI SU VIVIANA E GIOELE NON CI SARÀ MAI VERITÀ

    Laura Anello per ''La Stampa''

     

    gioele viviana auto gioele viviana auto

    Resterà il caso insoluto della recente storia nera d'Italia. Il caso, forse unico, in cui una madre è compianta al pari del figlioletto di quattro anni, che potrebbe avere ucciso in un omicidio-suicidio. Quasi santificata, avvolta nella luce in cui - bella e giovane - la ritraggono disegni ed elaborazioni grafiche che si moltiplicano sui social. Viviana e Gioele come due angeli, perfino come la Madonna e Gesù Bambino, come due vittime di un destino avverso e sconosciuto che non prevede colpevoli. Perché la loro morte, due mesi e mezzo dopo la loro scomparsa, è un rebus che si complica sempre più anziché risolversi.

     

    E che, secondo Pietro Venuti, avvocato di Daniele Mondello - marito di Viviana e padre del bambino - «si chiuderà con ipotesi, ma con buona probabilità con nessuna certezza». Non un solo tassello al suo posto, non un punto fermo, le speranze di una pista certa che cadono una dopo l'altra, nonostante il gigantesco pool di consulenti (più di quindici professionisti) chiamati dalla procura per rimediare in ritardo agli errori e alle false piste percorse per le prime preziose settimane.

     

    gioele viviana auto parabrezza gioele viviana auto parabrezza

    Medici legali, geologi, esperti di terriccio, zoologi, etologi, studiosi di insetti e delle loro larve, periti autostradali, criminologi, psichiatri. Non manca nessuno. Ma, per citare un celebre titolo sulla fine del bandito Giuliano, di sicuro c'è solo che sono morti. E di (quasi) sicuro, che nessuno saprà mai quando, come, perché. Le speranze di una verità alimentate da Daniele Mondello - che non ha mai creduto alla tesi dell'omicidio-suicidio - sembrano destinate a infrangersi.

     

    La parvenza di un racconto coerente si allontana proprio mentre, domani, ricorrono i due mesi dal giorno in cui i resti del corpo del piccolo Gioele furono ritrovati da un volontario in un boschetto a ottocento metri dal cadavere della madre, rinvenuta undici giorni prima ai piedi di un traliccio dell'Enel, con due lesioni alla colonna vertebrale e due fratture sul costato, una anteriore e una posteriore, «segni compatibili con una caduta dall'alto», come ha stabilito l'autopsia.

     

    Una scarpa ai piedi del traliccio, una a pochi metri, un piede scalzo, una prescrizione di farmaci per seri disturbi psicologici lasciata in macchina. Due mesi in cui l'indagine ha visto cadere i tre elementi grazie ai quali sperava di riacciuffare il caso: la macchina di Viviana, il traliccio, l'autopsia sui corpi. La macchina. Esaminata (in ritardo) da cima a fondo, non può raccontare niente di decisivo sugli esiti dell'incidente avuto in galleria contro un furgoncino che, per ironia del destino, è di una ditta che faceva lavori per conto dell'Enel e che ha sulla fiancata il logo con un traliccio.

     

    GIOELE MONDELLO - VIVIANA PARISI - DANIELE MONDELLO GIOELE MONDELLO - VIVIANA PARISI - DANIELE MONDELLO

    Gioele è morto o è stato gravemente ferito nell'incidente? Ci sono segni delle dita del bambino sul parabrezza, ma - per dirla con il procuratore Angelo Cavallo - «gli accertamenti genetici effettuati sui tamponi prelevati hanno fornito esito negativo, anche per quanto riguarda la presenza di eventuali tracce di sangue». Resta lo scandalo di uno schianto definito per giorni lieve, di una dinamica ancora incerta, di un furgone sequestrato con un mese di ritardo, dopo che era stato riparato dal carrozziere.

     

    Il traliccio dell'Enel, allora, l'unico punto alto da cui Viviana può essersi gettata o può essere caduta. Traliccio scandagliato centimetro per centimetro. Dopo le notizie del ritrovamento di alcune impronte a due metri e mezzo, la doccia fredda: non c'è abbastanza materiale biologico per attribuirle alla donna o a chiunque altro. «Al momento, a parte la nostra immaginazione - secondo Claudio Mondello, cugino e altro avvocato del padre di Gioele - non c'è assolutamente nulla che collochi Viviana su quel traliccio. Nulla».

    il procuratore di patti angelo cavallo sul luogo dove sono stati ritrovati i resti di gioele il procuratore di patti angelo cavallo sul luogo dove sono stati ritrovati i resti di gioele

     

    E se non c'è neanche la prova che ci sia salita, impossibile sapere perché lo abbia fatto: per suicidarsi dopo avere ucciso il bambino? Per uccidersi disperata dopo avere assistito alla sua morte? Per osservare dove fosse finito il piccolo sfuggito al suo controllo? Per scappare dai cani che la inseguivano?

     

    Ecco, i cani, altra pista finita nel nulla e che porta al tema più vasto dell'autopsia sui corpi, che va avanti a tappe e non si è ancora conclusa. Sul corpo di Viviana, dopo un carosello di ipotesi, indiscrezioni e smentite, non ci sono morsi significativi di animali, come ha appurato la Scientifica. I resti di Gioele sono soltanto ossa, cinquanta diversi campioni dispersi dagli animali su tremila metri quadrati dopo la morte del bambino. Niente può portare alla verità, e nessuno vuole credere a quel che la ragione (e non il cuore) indurrebbe a credere.

     

     

    2. "MIA MOGLIE NON SI È SUICIDATA E NON HA UCCISO NOSTRO FIGLIO"

    Laura Anello per ''La Stampa''

     

    giuseppe di bello, il carabiniere in pensione che ha trovato i resti di gioele giuseppe di bello, il carabiniere in pensione che ha trovato i resti di gioele

     

    Una sola certezza, ribadita sin dal primo giorno: «Mia moglie non ha toccato mio figlio con un dito, era una madre amorevole e attentissima». E adesso anche una sua clamorosa ricostruzione dei fatti: «Il bambino è stato aggredito dai cani, Viviana è diventata una testimone scomoda ed è stata uccisa. Lei non sarebbe mai salita sul traliccio e non si sarebbe mai suicidata».

     

    Daniele Mondello, passato in pochi mesi dal sospetto degli odiatori professionisti alla glorificazione in vita come eroe popolare della sua tragedia, finora ha mostrato una forza non comune. Solo qualche segno di cedimento: venerdì ha postato sulla sua pagina un video di venti lunghissimi minuti in cui non dice una parola. Lui, da solo, a camminare sulla spiaggia di Venetico dove Gioele era solito giocare e fare i tuffi, lui che insegue le ombre e le impronte sulla sabbia. Lo tiene in piedi la rabbia.

    IL LUOGO DELLA MORTA DI VIVIANA PARISI E DEL PICCOLO GIOELE IL LUOGO DELLA MORTA DI VIVIANA PARISI E DEL PICCOLO GIOELE

     

    «Tutta questa storia è vergognosa. Il giorno della scomparsa di mia moglie e di mio figlio sono stato trattenuto dalla polizia fino alle undici di sera, mi è stato impedito di cercarli. Mentre lo Stato che faceva? Mandava una pattuglia alle quattro del pomeriggio che se andava alle sette e mezza di sera. Avrei voluto vedere se fosse stato il figlio di un politico».

     

    Punta il dito contro tutti i punti oscuri dell'inchiesta: «Mi chiedo come il testimone del Nord, che l'ha vista con Gioele dopo l'incidente, non abbia saputo raggiungerla. Ma soprattutto, perché nessuno ha chiamato subito il 112? E com' è possibile che il furgone dell'incidente sia stato sequestrato quando già era stato riparato dal carrozziere? E chi mi dirà mai che cosa è successo davvero in quella galleria, se c'è stato un diverbio con gli operai del furgone, se i miei si sono fatti male nell'incidente?». E quanto al disagio psicologico della moglie - le manie di persecuzione, la Bibbia letta ad alta voce sul balcone, le due corse in ospedale, gli psicofarmaci - taglia corto:

    GIOELE MONDELLO GIOELE MONDELLO

     

    «Viviana nell'ultimo mese stava meglio, se qualcosa ho da rimproverarmi è di essermi fidato degli ospedali e dei medici, avrei dovuto fidarmi più di me stesso, come quando ho chiamato i volontari e un signore ha trovato subito il corpo di mio figlio tagliando l'erba con un falcetto, dopo giorni e giorni di ricerche inutili. Lo ringrazio sempre, almeno ho una tomba dove portare un fiore».

     

    Lui è sicuro che la moglie quella mattina non si fosse allontanata per scappare ma avesse cambiato programma per strada: «Aveva preparato la salsa di pomodoro e il pesce panato, pensa che sia il comportamento di qualcuno che voglia fuggire o suicidarsi?». È solo l'amore che lo fa andare avanti: «Il mio futuro? Un'associazione intitolata a Viviana e Gioele e un evento di beneficenza a Torino in loro nome. La mia famiglia, per sempre».

     

     

    il percorso in auto il percorso in auto Daniele Mondello Viviana Parisi e il figlio Gioele Daniele Mondello Viviana Parisi e il figlio Gioele ricerche dopo la scomparsa di viviana parisi e gioele ricerche dopo la scomparsa di viviana parisi e gioele LE RICERCHE DI VIVIANA PARISI NEL VIDEO DENUNCIA DI DANIELE MONDELLO LE RICERCHE DI VIVIANA PARISI NEL VIDEO DENUNCIA DI DANIELE MONDELLO DANIELE MONDELLO DANIELE MONDELLO DANIELE MONDELLO VIVIANA PARISI DANIELE MONDELLO VIVIANA PARISI i segni della frenata sull asfalto i segni della frenata sull asfalto ricerche dopo la scomparsa di viviana parisi e gioele 1 ricerche dopo la scomparsa di viviana parisi e gioele 1 DANIELE MONDELLO E VIVIANA PARISI DANIELE MONDELLO E VIVIANA PARISI VIVIANA PARISI E IL PICCOLO GIOELE VIVIANA PARISI E IL PICCOLO GIOELE

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