Gaia Servadio, morta a 83 anni la giornalista e scrittrice: sua figlia la prima moglie di Boris Johnson
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E’ morta a 83 anni la scrittrice e giornalista Gaia Servadio che da più di mezzo secolo viveva a Londra: sua figlia è stata la prima moglie del premier Boris Johnson. Era autrice di una quarantina di libri di narrativa e saggistica, l’ultimo romanzo è stato Giudei, in parte ispirato da vicende familiari. Ha scritto per La Stampa, il Corriere della Sera, il Times e l’Observer, oltre ad aver girato documentari per la Rai e per la Bbc.
La vita di Gaia Servadio
gaia servadio William Mostyn-Owen
Gaia Servadio era nata a Padova nel 1938. Oltre a scrivere aveva anche studiato pittura. E aveva anche tenuto alcune mostre personali. Dal 1956 viveva a Londra, e da allora si divideva tra Inghilterra e Italia. E proprio in Inghilterra aveva conosciuto l’uomo che poi avrebbe sposato. Si era sposata la prima volta nel 1961. Suo marito era lo storico britannico (e noto critico d’arte) William Mostyn-Owen. Dal matrimonio sono nati i suoi tre figli: Owen Mostyn-Owen, Allegra Mostyn-Owen (è stata la prima moglie del premier britannico Boris Johnson) e Orlando Mostyn-Owen. Successivamente la Servadio aveva anche un secondo marito, Hugh Myddelton Biddulph.
Gaia Servadio libri: romanzi e saggi
boris johnson e allegra mostyn owen
Questi sono i romanzi pubblicati da Gaia Servadio:
Tanto gentile e tanto onesta (1967)
Don Giovanni e L’azione consiste, (1968)
Il Metodo (1970)
Un’infanzia diversa (1988)
Il lamento di Arianna (1988)
La storia di R. (1990)
Abramo (1990)
E i morti non sanno (2005)
Raccogliamo le vele (2014)
Didone Regina (2017).
Questi invece i saggi di Gaia Servadio:
Luchino Visconti (1980)
La Donna del Rinascimento (1986)
Incontri. Forster, Sraffa, Lowell, Matta, McCarthy (1993)
Traviata. Vita di Giuseppina Strepponi (1994)
GAIA SERVADIO - GIUDEI
Mozia. Alla scoperta di una civiltà scomparsa (2003)
Rossini. Una vita (2004)
Il Rinascimento allo specchio (2007)
Incoronata pazza. Il mistero di Giovanna, figlia di re, madre di re, regina sacrificata (2010)
C’è del marcio in Inghilterra (2011)
I viaggi di Dio (2016)
L’italiano più famoso del mondo: vita e avventure di Giovanni Belzoni (2018).
2. Gaia Servadio Lamia vita da film, dai nazisti al flirt con Gianni Agnelli
Fiamma Tinelli per “Oggi” - 11 febbraio 2021
Ogni sabato mattina, Gaia Servadio va al mercato vicino a casa, nell’ aristocratico quartiere di Bel gravi a, a Londra .« Oddio, mercato, vedesse quanto costa una pera... Però è tutto bio, le duchesse del quartiere ne vanno pazze ».
gaia servadio 1
Oggi, ha fatto un’ eccezione. Scrittrice e giornalista, italiana a Londra da una vita, moglie di due aristocratici, iscritta per anni al l Pci, amica di Gian Carlo Pajetta e Phi- lip Roth, ex suocera di Boris Johnson n e amante di Gianni Agnelli, ebrea che e più laica non si può («il prosciutto lo o mangio e son contenta»), questa bella a signora italiana di 82 anni ha riman- dato la ricerca degli spinaci novelli i per parlare del suo romanzo, Giudei i (Bompiani). Una telefonata fiume, in cui racconterà anchemolto altro.
Nel suo libro si mescolano fiction e ricordi. Quando si legge che fu un amico carabiniere a salvare la sua famiglia dalle retate della Gestapo, è vero?
«Verissimo. Arrivò in piena notte nella nostra casa di Padova, in borghese, rischiando la pelle. “Andatevene subito”, ci disse, “siete stati schedati”. Era il 1943, io avevo cinque anni, mia sorella otto, ma ricordo tutto. I miei fecero qualche valigia in fretta, prendemmo il primo treno verso sud. “Dimenticate il vostro cognome, d’ora in poi ci chiamiamo Prinzi”, ci disse mia madre. La parola “ebrei” non si poteva neanche sussurrare».
gaia servadio con i figli allegra e owen
A nascondervi fu una nobildonna marchigiana, antifascista.
«Mio padre, che era un chimico, amico e collega di Primo Levi, si finse il suo portinaio, vivevamo in quattro in una stanzetta. Un giorno, i tedeschi occuparono il piano nobile del palazzo e gli chiesero se poteva servire in tavola alle loro cene. Pur di proteggerci, papà s’infilò i guanti bianchi e andò a versare il Merlot agli hauptsturmführer, non so con che forza. A noi andò bene, mia nonna Gemma perse la vita ad Auschwitz».
gaia servadio 2
Persino finita la guerra, sua madre le proibiva di dire che era ebrea. Perché?
«Perché c’era vergogna. Nessuno di noi voleva ricordare di essere stato vittima di una cosa così orribile».
Emanuele Filiberto ha scritto una lettera ai “fratelli ebrei” per scusarsi delle leggi razziali.
«E allora? Al mondo nessuno sa chi sia Emanuele Filiberto, non conta niente, è solo uno in cerca di pubblicità. I Savoia si sono comportati da idioti, nessun ebreo ha preso sul serio le scuse di un discendente da reality ».
gaia servadio
Partita per Londra per studiare grafica, a vent’anni sposò il nobile inglese William Mostyn-Owen. Come l’aveva incontrato?
«Appena arrivata presi in affitto una stanza con altre ragazze. Una di loro era un’ex concorrente di Miss Mondo che mi trascinava a tutte le feste a cui era invitata. Io d’inglese non capivo una parola, ma buttavo giù due Campari e mi lanciavo.
C’erano editori di giornali, intellettuali, politici... Un giorno passò da casa nostra questo ragazzo, neanche sapevo fossenobile, menchemeno che avesse un castello in Scozia, e mi trovò a dipingere ascoltando Mozart. Italiana, bionda, innamorata della bella musica, di sinistra, devo essergli sembrata esotica. E io avevo voglia di famiglia».
Roth e gaia servadio
Ecco, di sinistra. In occasione di un viaggio di lavoro in Italia si era avvicinata al Pci. Ho letto che casa vostra, a Londra, era diventata unamezza succursale del partito.
«La mia aristocraticissima vicina, a Belgravia, era sconvolta perché si ritrovava l’ingresso di casa invaso dalle copie dell’Unità. Ero amica di Gian CarloPajetta, diMiriamMafai, ospitavo GiorgioNapolitano, EmanueleMacaluso... Discutevamo per ore, organizzavo cene, contatti. Enelpartitoavevoanche un certo ruolo: una volta feci togliere la tesseraaun iscrittoperché si drogava».
Mi perdoni, ma come si sposa il fare la castellana in Scozia con la lotta per il proletariato?
«Nonhomai creduto che dirsi comunisti significasse essere San Francesco. Noi credevamo in un ideale, un’utopia. Un’idea di governo che non ha funzionato, maanchedi economia, che invece potrebbe essere quella del futuro».
il tuffo di gianni agnelli
Del suo primo marito ha detto: «Finimmo nell’ infedeltà reciproca, nel disprezzo reciproco, nella noia reciproca». E in effetti, di amanti ne ha avuti tanti. Quanti?
«E chi se lo ricorda! Gli uomini capitano, vedi una scintilla, la segui... Dal di fuori la mia vita era molto vivace, ma dentro c’erano buchi neri, infelicità. Farsi corteggiare era gratificante».
Il suo flirt più celebre è quello con Gianni Agnelli.
«Mi mandava a prendere col suo jet privato: “Non hai il passaporto? Vabbè, in aeroporto passa dalla rete sul retro”. Mi portava nella sua villa a Montecarlo, in montagna, a Torino. A casa sua però era più complicato: quando suonavaun campanello significava che stava arrivando la moglie Marella. E io sparivo».
Com’era l’Avvocato, nell’intimità?
«Intelligente, galante, pieno di sorprese. Ma anche dispettoso, uno che ti metteva sempre alla prova. Passavamo ore a discutere di marxismo. Lo divertivo».
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Sua figlia Allegra invece s’innamorò di Boris Johnson e lo sposò. Per lei fu uno choc?
«Uno di estrema destra, un giornalista senza etica, si può immaginare. Per farglielo mollare elaborai perfino un piano con Philip Roth, un caro amico, ma nonriuscì. Allegra capì l’errore a spese sue. Johnson è un uomo inaffidabile e bugiardo, anche oggi che è premier».
Della famiglia reale inglese, invece, cosa pensa?
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«Chepossodire... parlaredi Elisabetta qui è come tirar fuori la Madonna. Per fortuna ora ha smesso di dare titoli e premi al suoAndrea, che ne ha fatte di tutti i colori. Carlo è un’ottimapersona, saggio, saràunbuon re. KateeWilliam sono concreti, responsabili, ubbidienti. Harry? Non capisce nulla, non ha testa per pensare, esce da un mondo in cui contano solo i soldi e crede di poter continuare a vivere di rendita sbeffeggiando l’istituzione che lo ha reso quello che è. La vera vincitrice in quella famiglia è Camilla: sobria, seria, ha fatto dimenticare tutto».
Quella di Carlo e Camilla è una grande storia d’amore. Lei una volta ha detto: «Innamorarsi è una seccatura». Perché?
«Bah, perché è una gran perdita di tempo, sei sempre lì a pensare a cosa fare, a cosa dire per far felice l’altro. Ma di Agnelli mica ero innamorata, eh? Il mio grande amore fu unaltro, un inglese, lui sì avrei dovuto sposarlo. O forse no, che è morto presto».
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Da 25 anni è sposata con Hugh Myddelton Biddulph, lontano cugino del suo primomarito. Di lui, è ancora innamorata?
«Hugh è un uomo buono, gentile. Uno di quelli che ancora mi tiene aperta la porta quando passo. Ogni matrimonio è faticoso, alla fine il peso di far funzionare tutto, di farli divertire, ricade sempre su noi donne. Ma quando è fuori Londra Hugh mi chiama tre volte al giorno. È affettuoso, stiamo bene insieme. Alla fine credo di aver capitoche l’amore è questo, nulla di più».
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