Francesco Grignetti per “la Stampa”
claudio durigon
Ci dev' essere un male oscuro nei partiti, una sorta di virus ancora non identificato. Complice la legge elettorale e il taglio dei parlamentari, l'offerta politica si è ridotta drasticamente. E chi finisce in lista? Una sfilza di gente che non definiremo "impresentabili", ma quantomeno "improponibili". E il guaio è che si tratta di una male che non risparmia nessuno.
«Mi chiedo cosa abbiano fatto di male i cittadini del Lazio - dice ad esempio il deputato uscente Filippo Sensi, Pd - per vedersi candidati dalla Lega Claudio Durigon, quello del Parco Mussolini a Latina, e da Fratelli d'Italia Chiara Colosimo, cresciuta sotto lo sguardo protettivo di Codreanu».
GIORGIA MELONI CHIARA COLOSIMO
Si ricorderà la storia. L'ex sottosegretario Claudio Durigon, già segretario generale del sindacato di destra Ugl (che risale alla Cisnal, di area Msi), il cui nome tradisce un'origine veneta, ma è di famiglia trapiantata nel Lazio meridionale ai tempi della Bonifica pontina, ebbe l'infelice idea che per migliorare le sorti di Latina si sarebbe potuta togliere l'intestazione del parco cittadino a Falcone e Borsellino, e ripristinare quella al fratello minore di Mussolini.
carlotta chiaraluce
Chiara Colosimo a sua volta è una giovane dirigente di Fratelli d'Italia, al Consiglio regionale del Lazio dal 2012, da dieci anni inseguita da una foto galeotta scattata in una sezione del Msi, alla Garbatella dove Giorgia Meloni è nata e cresciuta: ebbene campeggiava sullo sfondo un motto del dittatore rumeno filonazista Codreanu. Lei da allora dice: «Io condanno senza se e senza ma fascismo e nazismo, ma Codreanu in quel disegno veniva esaltato per la sua visione del Cristianesimo».
Stefania Modestina D'Angelo contro Renzi
Insomma pare proprio che i fantasmi del passato da quelle parti non tramontino mai. La concorrenza a questi due candidati può venire semmai da Carlotta Chiaraluce, stella di Italexit, il partito No-Euro no-Ue e No-Vax di Gianluigi Paragone, che viene da Casapound e non fa che ribadire quanto disprezzi la Liberazione del 25 Aprile.
Improponibili però sono anche quelli che finiscono senza troppa attenzione nelle liste del Terzo Polo, come Stefania Modestino D'Angelo, la candidata che esaltava Lukashenko e disprezzava Zelensky per finire con il super-atlantista Carlo Calenda. E che ci fa, sempre con il Terzo Polo, candidata in Puglia, l'avvocatessa Antonietta Curlo, che poco tempo fa era candidata a Fasano con il centrodestra in una lista che si rifà a Gianni Alemanno?
claudio durigon 1
Chi è senza peccato scagli la prima pietra, si dirà. E infatti, a scavare, d'improponibili se ne trovano a trecentosessanta gradi. Lo è Danilo Della Valle, a suo modo, candidato nel collegio di Caserta da quel Conte che non ha mai voluto essere apparentato alle simpatie filo Cremlino di alcuni dei suoi: un Cinque Stelle appassionato di geopolitica, di cui scrive per l'Antidiplomatico e per il blog di Beppe Grillo, che otto giorni prima dell'invasione della Russia in Ucraina scriveva (sul blog di Grillo) a favore di Putin, citando entusiasticamente Maria Zakharova.
Improponibili, insomma. Per la faccia tosta con cui cambiano idea e cavallo o per quella con cui resistono su qualsiasi cavallo. Carlotta Toschi, candidata del partito di Mario Adinolfi, e cioé iper-tradizionalismo cattolico e rifiuto dei vaccini, arriva dritta dritta addirittura dall'Arcigay. Consuelo Locati, che rappresenta le famiglie delle vittime da Covid e contestava che non si fossero fatti i lockdown a Bergamo, ora sta con Paragone e contesta il Green Pass.
stefania modestina dangelo
Dei guai del Pd, con il giovane segretario della Basilicata, Raffaele La Regina, uno che negava il diritto all'esistenza di Israele, pure si è molto detto. Ha fatto un passo indietro e forse non basterà, se un big come Stefano Bonaccini lo definisce «incompatibile con la nostra comunità politica».
Ma Dorina Bianchi, che è passata per un'infinità di partiti fino al Pd, senza mai deflettere dalla sua battaglia contro la fecondazione assistita, che ci fa con +Europa di Emma Bonino che l'ha candidata nella sua Calabria? Beh, che cosa ci faccia tutta questa gente in partiti che non gli sono neppure lontanamente vicini, è chiarissimo. Portano voti. E i leader si turano il naso.
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Così un potente del sottogoverno pugliese come Massimo Cassano, braccio operativo di Michele Emiliano, va con Calenda. Non portano voti, ma status, invece, gli ex ministri Antonio Guidi e Giulio Tremonti, l'ex sottosegretaria Eugenia Roccella, l'editore Antonio Angelucci, confluiti felicemente in FdI da Forza Italia, a soccorso del vincitore.
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