UNICREDIT: BORSA CORRE (+4%) SU DISMISSIONI, GIÙ FINECOBANK
(ANSA) - Consistente corrente di acquisti in Piazza Affari su Unicredit dopo le ipotesi di dismissioni: il titolo è il migliore del paniere principale (Ftse Mib +1%) e sale del 4% a 2,9 euro, mentre la controllata Finecobank (con una parte limitata di quote che secondo le ricostruzioni potrebbe essere ceduta insieme nelle ipotesi a partecipazioni in Yapi Kredi e Pekao) perde il 2,8% a 6,3 euro ed è il peggiore tra i titoli a elevata capitalizzazione.
ghizzoni palenzona
Secondo fonti finanziarie, le fondazioni sarebbero favorevoli a dismissioni per evitare un aumento di capitale che le diluirebbe ai minimi come accaduto per Fondazione Mps, mentre i 'grandi' soci esteri (Aabar e i fondi) sarebbero anche pronti a un aumento, con i soci privati come Del Vecchio che, pur volendo discontinuità al vertice, si troverebbero in una posizione intermedia.
ghizzoni montezemolo
UNICREDIT, UN CONSIGLIO STRAORDINARIO PER L' AVVICENDAMENTO AL VERTICE AL LAVORO SUL CAPITALE L' ISTITUTO VALUTEREBBE LA CESSIONE DEL 15% DI FINECO E DELLE BANCHE IN TURCHIA E POLONIA
Fabrizio Massaro per il “Corriere della Sera”
La crisi al vertice di Unicredit potrebbe avere un' accelerazione già nei prossimi giorni: un consiglio straordinario potrebbe essere convocato martedì 24 per conferire a un cacciatore di teste l' incarico di individuare un nuovo amministratore delegato al posto di Federico Ghizzoni. Oggi il presidente Giuseppe Vita potrebbe sciogliere le riserve e convocare un board in anticipo rispetto a quello ordinario del 9 giugno e prima anche del comitato governance del 1 giugno. Continuerebbero invece a livello di soci e consiglieri le discussioni sull' avvicendamento alla presidenza.
leonardo del vecchio
Dentro al board e fra i grandi azionisti - Aabar, i fondi internazionali, le fondazioni italiane (Crt, Cariverona, Carimonte), i soci privati - l' intenzione è di non dare l' idea di un istituto senza più guida. Si vuole evitare di esporre ulteriormente la banca a indiscrezioni che la indeboliscono nella percezione degli investitori. Ieri è stato chiaro in questo senso il vice presidente in quota Aabar (primo socio con il 5%) Luca Cordero di Montezemolo: «Non dico niente. C' è troppa gente che parla troppo e che parla a sproposito, non facendo del bene alla banca».
mohammed bin zayed al nahyan e luca di montezemolo
In queste ore si starebbe trattando, anche sotto il profilo economico, l' uscita concordata di Ghizzoni, le cui dimissioni potrebbero arrivare già la prossima settimana. Amministratori e azionisti non nascondono la stima e l' ammirazione per Ghizzoni, che ha guidato la banca in sei anni molto complessi e nel 2012 ha portato a termine un difficile aumento da ben 7,5 miliardi di euro. Tuttavia adesso è il momento della discontinuità, come il mercato richiede da tempo a causa della debolezza del patrimonio, ora al 10,85%, superiore ai minimi fissati dalla Bce ma comunque tra i più bassi per una banca sistemica a livello globale (Sifi) come Unicredit.
FONDO Aabar
Per di più il mercato non ha percepito il piano industriale di novembre come una svolta, nonostante le rassicurazioni del ceo che la banca potrà generare capitale organicamente. Nel giudizio negativo del mercato pesano anche le operazioni ancora non chiuse come l' alleanza su Pioneer con il Santander e l' uscita dall' Ucraina nonché le tensioni determinate dall' esposizione all' aumento da 1,5 miliardi della Popolare di Vicenza.
fineco
Un aumento di capitale di Unicredit viene dato come inevitabile per dare una prospettiva di rilancio del titolo (ieri -1,48% a 2,79 euro): gli analisti stimano un' operazione da 5-7 miliardi ma ci sarebbe un problema per le fondazioni, che verrebbero diluite. Possibile dunque che si proceda anche con delle cessioni, che peraltro Ghizzoni ha già ipotizzato. Secondo Bloomberg ci sarebbero sul tavolo valutazioni sulla cessione del 15% di Fineco (valore 600 milioni) e delle partecipazioni nella banca turca Yapi Kredi e nella polacca Pekao.
PAOLO FIORENTINO
Il ceo intanto continua a lavorare come sempre: ieri e oggi è a Londra per incontrare gli investitori, lunedì sarà in Spagna per l' inaugurazione della filiale di Madrid. Anche il vicedirettore generale Paolo Fiorentino ha detto che «le battaglie che sono fuori dal mondo operativo non ci devono interessare né distrarre», aggiungendo che alcuni obiettivi del piano in termini di risparmi e di chiusura delle filiali potrebbero essere anche superati.
marco morelli
L' incarico al cacciatore dei teste dovrebbe servire a incardinare una scelta che appare ridotta a pochi nomi. Continua ad essere dato in pole position Marco Morelli, numero uno in Italia di Bofa Merrill Lynch, che sarebbe anche gradito al governo, ma sono papabili anche Alberto Nagel (Mediobanca), Sergio Ermotti (Ubs) e l' ex capo dell' investment banking di Unicredit, Jean-Pierre Mustier. Si è invece tirato fuori l' amministratore delegato di UnipolSai, Carlo Cimbri: «Sto bene dove sto, non è un' opzione sul tavolo».
Per la presidenza viene indicato come probabile l' incarico a Lucrezia Reichlin, già capoeconomista della Bce, in consiglio per i fondi esteri . Ma le discussioni sono aperte.
alberto nagel bollore
LUCREZIA REICHLIN SUL FINANCIAL TIMES EDIZIONE HOUSE HOME