Estratto dell'articolo di Riccardo Luna per "la Stampa"
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Oggi ho riaperto Threads, era tanto che non lo facevo e ho capito perché: il primo post era di una ragazza che si era fotografata davanti ad uno specchio che chiedeva se qualcuno poteva eliminare con photoshop i libri impilati accanto a lei; un'altra iniziava una lunga analisi con la domanda «perché non mi fido più» (degli uomini); un'altra ancora diceva che erano 200 giorni che non faceva sesso (letteralmente «che non scopo») e raccontava di aver chiesto al fruttivendolo due banane «per mangiarne solo una»; e infine una che aveva aperto un sondaggio, «meglio essere simpatiche o porche?».
ELON MUSK MARK ZUCKERBERG THREADS
Sembrava di essere finiti in una versione scadente di Sex & The City. Eppure Threads era destinato a cambiare il mondo dei social, a detronizzare Twitter addirittura. Era il 5 luglio dello scorso anno quando Meta lo lanciò un po' a sorpresa: si disse che si erano affrettati a farlo per approfittare delle difficoltà di Twitter (che con Musk era già diventato X) […]
Grazie al fatto che per aprire un profilo su Threads basta cliccare ok sul proprio profilo Instagram importando automaticamente dati personali e followers, in pochi giorni gli iscritti volarono: oltre cento milioni. Mark Zuckerberg diceva […] di voler creare un social dove imperasse la gentilezza contrapposto a X dove, con la gestione Musk, erano tornati i post violenti e diffamatori.
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Per qualche giorno è stato effettivamente cosi: su Threads c'erano solo post scritti in punta di penna, conditi di «perfavore» e «grazie»; e una serie di massime sulla vita, citazioni celebri, riflessioni colte che avrebbero dovuto ispirare saggezza in chi le leggeva. […]
L'effetto finale però non era quello sperato. […] la vita vera è un'altra cosa e in Threads, con rare eccezioni, non è mai arrivata. In questo anno la guerra in Ucraina non è finita, Israele ha invaso Gaza, ci sono state elezioni decisive, imprese sportive, clamorosi flop da commentare e su Threads, con rare eccezioni, si aprivano discussioni sulla mancata gentilezza dei clienti negli alberghi e sul fatto che aver postato una foto molto scollata non autorizza nessuno a mandare all'interessata delle proposte sconce nei messaggi privati. Insomma, qui non ci saranno le fake news, è abbastanza vero, ma neanche le news.
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«Rimpiango i troll di Twitter», scrisse ad un certo punto il critico del Guardian che pure a Elon Musk non ha mai fatto sconti. E così Threads è diventato un caso di studio sul fallimento. Su un forum di Reddit un utente sintetizzò le quattro lezioni che dobbiamo imparare sul fallimento del social di Instagram: la prima, l'hype non corrisponde al successo, il fatto che le persone parlino di un servizio non vuol dire che lo stiano usando davvero.
La seconda, le persone non amano cambiare e lasciano a fatica qualcosa che non pagano, Twitter è gratis, perché lasciarlo? Threads avrebbe dovuto essere molto migliore di come è. Terza lezione, la base utenti è il vero valore di una app social, e il vero valore di Twitter sono i suoi utenti come disse già nei giorni di luglio l'amminstratrice delegata del social di Musk, Linda Iaccarino; in confronto gli utenti di Threads non sono abbastanza interessanti.
threads app di meta
Quarta e ultima lezione: non esagerare con le promesse se il tuo prodotto è ancora piuttosto basico, Threads è cresciuta più in fretta di quanto sia migliorata e ha deluso un sacco di gente.
Ora che compie un anno ci viene detto che gli utenti hanno continuato a crescere e che oggi sono 175 milioni (Twitter/X ne ha 500 milioni). Non sono pochi ma manca il dato fondamentale: quante persone lo usano ogni giorno e non hanno semplicemente un profilo dormiente? […]