Giorgio Calabrese per “la Stampa”
zucchero
Negli ultimi decenni non pochi scienziati hanno condotto una battaglia sistematica e feroce contro lo zucchero, accusandolo di essere la principale causa della maggior parte delle malattie metaboliche. Ora, invece, uno studio epidemiologico americano, corposo ed estensivo, smentisce questa tesi.
Lo studio ha coinvolto gruppi di ricerca appartenenti a diversi istituti e università americane, tra cui il College of Health Solution della Arizona University, la Division of Public Health Sciences della Seattle University, la Harvard Medical School di Boston. L'indagine, pubblicata sull'«American Journal of Epidemiology» e durata 16 anni, si è basata sul valore dei biomarcatori dello zucchero nelle urine di oltre 80 mila donne. È stato quindi accertato che i dati scientifici precedenti erano errati a causa del metodo utilizzato, il quale alterava i parametri e, quindi, anche i risultati.
zucchero raffinato
Il team Usa ha dichiarato che non esiste alcuna prova che evidenzi una relazione pericolosa diretta tra il normale consumo di zucchero e l'insorgenza del diabete di tipo 2 oppure delle malattie cardiovascolari. Lo studio, che ha tenuto sotto osservazione un campione estremamente vasto, ha quindi portato a risultati diversi - e spesso opposti - rispetto alle precedenti evidenze. E allo stesso tempo conferma anche altre ricerche, che già andavano verso questa direzione più «garantista».
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Il risultato è stato possibile grazie a un nuovo approccio di raccolta dei dati sui consumi degli zuccheri stessi: non è più basato sulle autodichiarazioni dei pazienti arruolati nella ricerca, vale a dire su una rilevazione «self-reported». Questi studi, invece, si basano su un' analisi «oggettiva» dei biomarcatori dello zucchero. Gli autori, perciò, hanno definito la loro ricerca più attendibile.
E gli stessi autori deducono, di conseguenza, che il rischio di insorgenza di diverse malattie attribuito esclusivamente al normale uso dello zucchero sia piuttosto da attribuire all' errore di valutazione dei consumi autoriferiti.
zucchero e bambini
In particolare è stato misurato il biomarcatore predittivo per gli zuccheri totali grazie a un algoritmo messo a punto dagli autori stessi. È stata così esaminata l' associazione degli zuccheri totali assunti con il rischio di diabete di tipo 2 e con il rischio cardiovascolare, prima e dopo la calibrazione dietetica. Il rischio relativo tra diabete di tipo 2 e zuccheri totali è risultato pari a 0,94, mentre per le malattie cardiovascolari a 0,97: è un dato che dimostra l'assenza di correlazione diretta tra zuccheri e malattie. Rischi che - sottolineano gli autori - aumenterebbero quindi in relazione all' eccessivo introito calorico e non al nutriente in sé.