Da leggo.it
UOMO FILMA SPOGLIARELLO BABY SITTER
Nei suoi dispositivi tecnologici custodiva immagini e foto di pornografia minorile. Un uomo di 50 anni di Ravenna, aveva convinto la babysitter di suo figlio, un bimbo in età da asilo nido, a spogliarsi e farsi riprendere. Solo che la ragazza che l'aiutava con il piccolo non aveva neanche 15 anni.
Poco più che una bambina, era divenuta la protagonista delle sue attenzioni malate, custodite in hard disk e smartphone per un totale di 700 giga di materiale pedopornografico, diviso in 13mila foto e 250 video. Uno, in particolare, era stato girato durante una vacanza a Loreto, nel 2021, in cui la ragazzina si esibiva in uno spogliarello vicino alla culla del bimbo.
Condannato dal giudice
Pornografia minorile e detenzione di materiale pedopornografico, le accuse per le quali il 50enne di Ravenna è stato condannato in primo grado a 4 anni e 2 mesi di reclusione, mentre è stato assolto dal reato di corruzione di minorenni. Oltre alla condanna penale, l'uomo dovrà pagare una multa di 18mila euro e una provvisionale di 10mila euro per il figlio, tutelato dai servizi sociali in seguito alla sospensione della potestà genitoriale, 10 mila euro per la baby-sitter e 5 mila per i genitori della 15enne.
Denuncia dell'ex moglie
UOMO FILMA SPOGLIARELLO BABY SITTER
E' stata la moglie, da cui si stava separando, ad avvisare gli inquirenti di comportamenti nei confronti della babysitter minorenne che giudicava sospetti; i carabinieri nel suo appartamento, infatti, hanno ritrovato un'enorme quantità di materiale di natura pedopornografica, che l'uomo aveva catalogato con estrema cura, a seconda dell’età dei minori ritratti, anche bambini in età da asilo nido. Quelle immagini sono servite, per risalire all'episodio avvenuto ad agosto dello scorso anno, durante una vacanza a Loreto, in provincia di Ancona, in cui il 50enne aveva convinto la ragazzina a spogliarsi.
Difesa dell'uomo
L'avvocato del 50enne, nella sua arringa difensiva, ha definito l'uomo, una persona fragile e di «immaturità evidente» e ha intenzione di ricorrere in appello contro la decisione della sentenza di primo grado.