giuliano urbani
(ANSA) - ROMA, 13 GIU - Il fondatore di Forza Italia "ha avuto giuste intuizioni, ma è stato tradito dal suo solipsismo". Questa l'analisi tracciata dal co-fondatore del partito Giuliano Urbani. "Mi colpì subito il fatto che, almeno a parole, voleva fare un partito liberale di massa", ricorda in un'intervista a La Repubblica l'ex ministro azzurro parlando di Silvio Berlusconi. "Promettemmo una serie di novità legislative e funzionali. Gli italiani ci seguirono". "Solo che il progetto fu subito annacquato, condizionato dalle esigenze degli alleati: Bossi voleva la secessione, Fini era a quei tempi l'espressione di una Destra post-fascista", precisa Urbani.
giuliano urbani e silvio berlusconi
Il suo giudizio su quel che è diventato il partito è "negativo". "FI non è mai stata un partito e solo in parte un movimento politico, è stata poco più di un comitato elettorale". Secondo Urbani, "l'errore strategico è stato quello di non creare un partito contendibile, in democrazia non ha senso. E di non lavorare mai per una successione all'altezza". "Ha spesso preferito maggiordomi a collaboratori in grado di succedergli", aggiunge. Un futuro per Forza Italia? "Francamente non ne vedo", ammette l'ex forzista. "Gli elettori di Forza Italia sono già con Giorgia Meloni, abile nel porsi come leader moderata. Oggi è l'unica alternativa al centrosinistra che non ha una guida aggregante".
sophia loren e giuliano urbani