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    1. URCA! DI COSA PARLANO RENZI E LOTTI CON UN GENERALE DELLA FINANZA? AH, SAPERLO… 2. WOODCOCK AVEVA MESSO SOTTO CONTROLLO I TELEFONI DI MICHELE ADINOLFI, COMANDANTE INTER-REGIONALE DELLA FINANZA CON BASE A FIRENZE. QUESTE TELEFONATE SONO, PER COMPETENZA, FINITE A ROMA NELLE MANI DEL PROCURATORE GIUSEPPE PIGNATONE


     
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    • Colin Ward (Special Guest: Pippo il Patriota) per Dagospia

    RENZI LOTTI RENZI LOTTI

     

    1. I TELEFONI DI RENZI E DEI SUOI CARI

    Fin dove è arrivata la curiosità del pm Woodcock? Di sicuro ha sfiorato Palazzo Chigi, Matteo Renzi e il suo inner circle. La procura di Napoli aveva messo sotto controllo i telefoni del generale Michele Adinolfi, comandante inter-regionale della Finanza con base a Firenze, e così ha captato le conversazioni di questi con Luca Lotti e con Renzi stesso. Queste telefonate sono state mandate per competenza alla Procura di Roma, senza alcuna ipotesi di reato, e sono nelle mani del procuratore Giuseppe Pignatone. Di cosa parlano Renzi e Lotti con un generale della Finanza? Non è dato sapere.

     

    woodcock woodcock

    Ma c’è un altro filo che porta a Palazzo Chigi ed è quello della seconda fondazione finanziata dalla Cpl Concordia della quale parlava ieri Dagospia. “Il Fatto” l’ha identificata nella Icsa, presieduta da Marco Minniti fino al giugno del 2013, quando Minniti è diventato sottosegretario alla presidenza del Consiglio del governo Letta, incarico confermato da Renzi che di Minniti si fida parecchio. La fondazione ha ricevuto dalla cooperativa rossa al centro dello scandalo di Ischia un contributo di 20 mila euro per motivi che i magistrati cercheranno di appurare. Anche Minniti forse avrà da chiarire qualcosa.

    ABBRACCIO BOSCHI MINNITI ABBRACCIO BOSCHI MINNITI

     

    L’inchiesta che ha lambito e lambisce Palazzo Chigi porta in evidenza anche un altro fatto davvero singolare. Il telefono di Renzi intercettato non è quello dei servizi segreti che di norma usano i premier, né un cellulare della presidenza del Consiglio. No, è un telefonino, come racconta oggi sempre “Il Fatto”, intestato alla Fondazione Open, l’ente che ha finanziato l’ascesa di Matteuccio e oggi è guidato da Alberto Bianchi, avvocato e consigliere di Enel, da Marco Carrai, Maria Elena Boschi e Luca Lotti. Renzi usa ancora quel telefono per motivi che sa solo lui.

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    Come sono lontani gli Stati Uniti, dove Hillary Clinton ha dovuto scusarsi per l’uso della mail privata quando era segretario di Stato.

     

     

    2. TERREMOTO WOODCOCK

    giuseppe pignatone (2) giuseppe pignatone (2)

    In assenza di grandi novità dall’inchiesta di Napoli, il Corriere fa la somma delle notizie di ieri e titola: “A D’Alema bonifici per 87 mila euro. Vino e fondazione, i versamenti all’ex premier. I pm potrebbero sentirlo. Nelle intercettazioni i timori dei dirigenti della coop Cpl: siamo ascoltati”. Il quotidiano diretto da De Bortoli poi intervista lo stesso D’Alema, che dice: “Così la magistratura si delegittima da sola. Il Csm e l’Anm devono intervenire affinchè certe misure non siano superate. Non ritengo legittimo un uso delle intercettazioni come quello che è stato fatto nei miei confronti” (p. 3). Va detto che la telefonata incriminata, quella in cui si parla della “merda” nella quale D’Alema metterebbe le mani, avviene tra due indagati che sono poi stati arrestati.

     

    dalema con il suo vino dalema con il suo vino

    Repubblica punta sulla fuga di notizie, un classico delle inchieste di Woodcock: “Siete intercettati’. Una talpa avvertì la coop. S’indaga sui soldi alle fondazioni dei politici” (pp. 16-17). Simpatico De Luca, l’aspirante governatore della Campania, che definisce il vino di D’Alema “una zozzeria” (Repubblica, p. 18). La Stampa si concentra ancora sul Mago Dalemix: “Tangenti a Ischia, il giudice pronto a sentire D’Alema” (p. 11). Il Messaggero riporta: “Cercavano contatti in Vaticano e bonifiche anti-intercettazioni’. I vertici della coop riferiscono di incontri con un cardinale, ‘quasi un ministro’. Simone: ‘Ho parlato con un assistente del generale perché ci aiuti con i telefoni” (p. 11). Il Fatto, come detto, si concentra sulla seconda fondazione: “Ora si indaga anche sui 20 mila euro di Cpl all’Icsa, già di Minniti. Il pensatoio fondato da Cossiga e dal sottosegretario ai servizi segreti compare sotto gli omissis dei pm” (p. 3).

    guerini ferrandino guerini ferrandino

     

    Il Corriere, con un bel pezzo di Sergio Rizzo, si dedica anche al tema delle fondazioni: “la selva oscura delle fondazioni e quel controllo che non c’è. Nel 2012 fu affossato un emendamento di Vassallo e Lanzillotta per la trasparenza” (p. 5). Stessa attenzione, ma più esplicita, sul Giornale: “Il trucchetto delle fondazioni per nascondere le mazzette. I think tank legati ai politici non sono tenuti a dichiarare chi li finanzia o a depositare un bilancio. Ormai è boom di ‘pensatoi’: sono oltre 100 e spesso finiscono nelle inchieste” (p. 4).

     

     

    3. SILENZIO, PARLA ORSI

    Il Giornale ha una buona idea e intervista Giuseppe Orsi, ex ad di Finmeccanica: “In cella senza prove e poi assolto. Ora sono volontario per i poveri. Con me hanno distrutto la reputazione dell’Italia”. Arrestato dal pm di Varese, i suoi guai iniziarono a Napoli (Giornale, p. 10).

     

     

    Giuseppe Orsi Giuseppe Orsi

    4. RIMPASTINO, OH YES

    Sembra fatta per Delrio alle Infrastrutture, oggi Renzi sale al Quirinale per parlarne con la Mummia sicula. Corriere (p. 8): “Delrio alle Infrastrutture. Gli Affari regionali a Ncd. Renzi ad Alfano: indicate una donna. Gabrielli prefetto di Roma” (come Dagoanticipato). Repubblica: “Governo, ecco il rimpasto. Delrio alle Infrastrutture, braccio di ferro Renzi-Alfano, una donna agli Affari regionali. L’attuale sottosegretario sostituirà Lupi. Al suo posto corsa tra Lotti e Richetti. Tra oggi e domani le nomine” (p. 8). La Stampa vede Lotti in ascesa: “Mini-rimpasto di Renzi. Delrio alle Infrastrutture e Lotti plenipotenziario” (p. 9).

    Il Fatto scrive che Renzi è tentato dall’idea di sostituire Delrio con la Boschi, al cui posto andrebbe Quagliariello (p. 8).

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    5. MA FACCE RIDE!

    Renzi al “New York Times”: “Mi sento come Blair e il Jobs act è di sinistra” (Corriere, p. 9).

     

     

    6. ULTIME DA FARSA ITALIA

    La grande poesia abbandona Forza Italia. “Bondi e Repetti, ora l’addio è definitivo. Nel partito è guerra generazionale. Rossi: tutto ciò che non è rinnovabile finirà. Dopo lo sfogo Romani ricuce con Arcore. Rotondi: questi stanno riuscendo ad acchiapparsi il simbolo e fare fuori tutti” (Corriere, p. 10). Sul fronte delle alleanze, “Accordo vicino, si stringe per Toti in Liguria. Girandola di voci sull’incontro tra Berlusconi e Salvini. In Toscana la Lega andrebbe da sola” (Corriere, p. 11).

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    Manuela Repetti si fa intervistare da Repubblica e dice: “Affidarsi al cerchio magico è stato l’errore di Silvio. Altri lasceranno, è una faida. Tutti sappiamo che non ci sarà alcun successore. Il prossimo leader del centrodestra non nascerà in Forza Italia. Il dissenso di Verdini? Verdini ha ragione. E’ sbagliato tornare a un’opposizione secca al governo. La sinistra di Renzi è totalmente diversa dal passato” (p. 12).

     

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    Tutto in ordine sul Giornale: “Berlusconi vede Salvini, l’accordo è al traguardo” (p. 9).

     

     

    7. LUFTHANSA SEMPRE PIÙ NEI GUAI

    Passano i giorni e la posizione del vettore tedesco peggiora: “Lufthansa ora ammette: ‘Lubitz ci informò nel 2009 della sua depressione’. ‘Ma i test erano ok’. Recuperato un video girato con lo smartphone da un passeggero: ‘Oh mio Dio’, le urla prima dello schianto dell’Airbus” (Repubblica, p. 21).

     

     

    8. NON FA SOSTA LA SUPPOSTA

    Doccia scozzese sul fronte delle statistiche economiche, con l’Istat che è meno ottimista del governo. Corriere: “Meno donne al lavoro, disoccupati al 12,7%. Hanno perso 42 mila posti. Tra gennaio e febbraio il livello dei giovani senza impiego è salito al 42,6%. L’Istat: ma restano i segnali positivi sul Pil, migliora l’attività produttiva nel primo trimestre” (p. 12).

    CEO LUFTHANSA CEO LUFTHANSA

     

    Stampa in prima pagina: “I giovani esclusi dalla ripresa”. Dentro: “Risale la disoccupazione. Il governo: occorre tempo” (p. 4). Il Fatto punta il dito su Poletti: “Lavoro, altro che miracolo. Poletti costretto a smentirsi” (p. 10).

     

     

    9. PROVE TECNICHE DI RAI-SET

    Antitrust e Viale Mazzini sembrano mettere la parola fine sull’Opas Rai Way, ma Mediaset non si arrende. Repubblica: “No all’offerta di Mediaset su Rai Way’. L’Antitrust chiude l’istruttoria su Ei Towers: ‘Il nuovo soggetto avrebbe il dominio sulle antenne televisive. Concorrenza compromessa anche per ascolti e spot’. E Viale Mazzini rialza la testa: ‘Proposta improcedibile”. “Ma il Biscione non molla. ‘Le nozze servono a tutti, pronti a rivedere l’Opas’. Un’ipotesi è la possibilità di ridurre dal 67 al 49% la quota di Rai Way oggetto della scalata” (p. 14).

    DE BORTOLI E BAZOLI DE BORTOLI E BAZOLI

     

     

    10. LA RETROMARCIA DI ABRAMO

    Per evitare guai seri con la Consob, Abramo Bazoli si rimangia la dichiarazione sul prossimo direttore del Corriere: “Cairo sale al 4,6% di Rcs. Bazoli: ‘Per il direttore non c’è accordo tra i soci’” (Repubblica, p. 27). Il rischio era che emergesse un “concerto” tale da costringere i soci a lanciare un’Opa.

     

     

    11. LE FATICHE DI GRECO

    GIOVANNI BAZOLI SI RIPOSA FOTO LAPRESSE GIOVANNI BAZOLI SI RIPOSA FOTO LAPRESSE

    Il Fatto Quotidiano dedica un lungo articolo alle Generali. “Dubbi Generali, per Mario Greco il momento magico è finito. L’amministratore delegato era stato celebrato a lungo come un simbolo di cambiamento. Ma i nuovi requisiti europei di capitale gli complicano la vita. Il ‘Wall Street Journal’ lo paragona a Sisifo, il risanamento non finisce mai. Davide Serra lo attacca su Twitter perché la controllata svizzera Bsi, appena ceduta, ha dovuto pagare al fisco Usa 200 milioni” (p. 11).  

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