Giuseppe Alberto Falci per il "Corriere della Sera"
mario draghi ursula von der leyen
A Palazzo Chigi la parola d'ordine è prudenza. L'ipotesi di introdurre l'obbligo vaccinale al momento non è sul tavolo del presidente Mario Draghi. L'intenzione è aspettare gli effetti che avranno il super green pass e le altre norme anti Covid in vigore dalla prossima settimana, il 6 dicembre, per almeno quindici giorni.
Anche perché nel provvedimento approvato all'unanimità dal Consiglio dei ministri è già previsto l'obbligo per il personale amministrativo della sanità, per i docenti e il personale amministrativo scuola, i militari, le forze di polizia, il soccorso pubblico dal 15 dicembre, oltre alla terza dose per il personale sanitario. Il monitoraggio dei dati è costante, il premier si confronta quotidianamente con il coordinatore del Comitato tecnico scientifico Franco Locatelli. Insomma, non vuole farsi trovare impreparato nel caso di una recrudescenza. È vero, l'incidenza dei casi quotidiani è in crescita e ieri per la prima volta, dopo diverso tempo, si è superato la quota di 100 decessi.
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Ma resta il fatto che i numeri dell'Italia sono i più bassi rispetto alla stragrande maggioranza dei Paesi europei. E soprattutto che altissima, rispetto agli altri, è la percentuale di vaccinati. Una percentuale che con le nuove categorie costrette a immunizzarsi salirà ulteriormente. «Non vogliamo creare ulteriore confusione e allarmismo», ripetono ambienti di governo.
Anche perché il provvedimento ha già avuto un effetto, come ha ricordato ieri nel corso del question time il ministro Speranza: «Negli ultimi giorni c'è stata una crescita significativa di somministrazioni della prime dosi: lunedì abbiamo avuto oltre 31 mila dosi mentre nella settimana precedente la media era fra 15 e 20 mila».
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La strategia dell'esecutivo punta tutto sul potenziamento della campagna vaccinale, sul completamento delle terze dosi: «Sono oltre sei milioni i richiami effettuati fino ad ora». La possibilità di cominciare a vaccinare anche i più piccoli conforta rispetto alla possibilità di interrompere la salita della curva epidemiologica. Se questo non dovesse accadere, se dovesse crescere i numero delle Regioni che in vista del Natale passano in fascia gialla o arancione, è evidente che il governo studierà delle contromisure e rivaluterà l'obbligo vaccinale esteso a tutti gli italiani. Le pressioni che arrivano dai sindacati e da Confindustria aumentano, ma ugualmente forte è l'avversità dei no vax che nel nostro Paese sono una minoranza, ma hanno comunque dimostrato di poter mobilitare le piazze.
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Ed è proprio lo scontro ciò che si vuole evitare. Una linea attendista che comunque potrebbe cambiare rapidamente qualora ci fosse il rischio di dover imporre chiusure di imprese e attività commerciali. Su questo Draghi è stato sempre esplicito: «Non possiamo permetterci nuove restrizioni generalizzate. Non torneremo indietro rispetto al periodo del lockdown». Dunque se la nuova variante Omicron diventerà dominante a quel punto l'esecutivo sarebbe costretto a intervenire e a fornire una risposta immediata.
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