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(ANSA) - BRUXELLES, 05 NOV - "L'impatto di più vasta portata dei rapporti" sulla competitività dell'Ue e il mercato unico "di Draghi e Letta sarà probabilmente nelle priorità della prossima Commissione europea, che inizierà a lavorare nel 2025".
Lo scrive il Financial Times in un lungo approfondimento online dal titolo 'Il piano dell'Ue per riconquistare il proprio vantaggio competitivo', nel quale mette in evidenza il ruolo di primo piano in Ue dei due ex premier italiani nel definire la nuova strategia di Bruxelles per competere con le altre grandi potenze. "
LETTA DRAGHI
Mentre Draghi valuta la competitività, un altro ex primo ministro italiano, Enrico Letta, sta preparando un rapporto separato sullo stato del mercato interno, che sarà presentato a marzo", ricorda il quotidiano britannico, sottolineando che "nel commissionare i rapporti l'Ue ha mostrato la volontà di riconoscere i problemi che la sua competitività deve affrontare", anche se "porre rimedio alla situazione - e raggiungere rivali sempre più competitivi - richiederà una volontà politica molto maggiore".
draghi letta
Letta, presidente dell'istituto Jacques Delors, ha intrapreso un tour delle capitali europee per "ascoltare le preoccupazioni sul campo". "Vogliamo lavorare sulla sovranità europea, su una nuova politica industriale, su una forte capacità dell'Europa di prosperare ed essere potente", sono le parole dell'ex premier riportate dal foglio della City.
Il desiderio dell'Europa di competere con gli Stati Uniti, la Cina e le potenze emergenti come l'India, rende "facile distruggere ciò che abbiamo costruito", aggiunge ancora Letta, sottolineando la necessità di "garantire che possano esserci interventi comuni europei e non nazionali" per evitare che il mercato interno, già logorato, si frammenti.
ENRICO LETTA PARLA DI DRAGHI A PORTA A PORTA
Una volta consegnati i due rapporti, trovare il consenso politico per le riforme necessarie proposte da Draghi e Letta sarà, scrive ancora il quotidiano britannico citando alcuni diplomatici Ue, "probabilmente la sfida più difficile per qualsiasi revisione della competitività".
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