MURO USA MESSICO
Francesco Borgonovo per Libero Quotidiano
Facciamo un gioco. C' è un capo di governo che ha fatto registrare il record di espulsioni di immigrati dal suo Paese. Provate a indovinare chi è... Molti di voi correranno, col pensiero, verso Est. L' uomo col record di espulsioni - diranno - può essere soltanto un fascistone come l' ungherese Viktor Orbán o un altro della stessa risma. E invece no. Il leader di cui stiamo parlando si chiama Barack Obama. Proprio lui, il presidente uscente degli Stati Uniti paladino delle minoranze.
Il puntualissimo sito web Truenumbers.it ha analizzato numerosi dati (pubblicati da varie agenzie governative americane, dunque ufficiali e affidabili) riguardanti il celebratissimo inquilino della Casa Bianca. Ciò che emerge è piuttosto interessante.
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«Barack Obama ha giurato come presidente degli Stati Uniti il 20 gennaio 2009», spiegano gli esperti di Truenumbers.
«Nei 6 anni successivi, 2 milioni 427 mila immigrati sono stati espulsi. Per fare un confronto, negli otto anni di Bush, dal 2001 al 2008, le espulsioni erano state 2 milioni 12 mila e 539. La differenza di circa 425 mila è quindi destinata ad aumentare quando giungeranno anche i dati completi del 2015 e 2016. Quello che appare evidente è che negli ultimi anni, a partire dal 2011, le espulsioni hanno superato i rimpatri volontari di clandestini».
Chiaro, no? Il democraticissimo Obama, maestro di tolle rack ha cacciato dagli Usa soprattutto i messicani (66,5% degli espulsi), poi guatemaltechi (13,1%) e honduregni (9,8%).
Quel che ci interessa qui, però, non è difendere Trump.
CALAIS MURO
Ciò che ci importa è mostrare quanto sia assurda la politica sull' immigrazione seguita fino ad oggi dal nostro Paese.
Praticamente tutti, nel mondo, accompagnano alla porta gli immigrati irregolari. Tutti, tranne l' Italia. Dal rapporto La protezione internazionale in Italia, realizzato da Caritas e altre associazioni e reso noto qualche giorno fa, risulta che nel 2015 le autorità nostrane hanno «rintracciato in posizione irregolare» 34.107 stranieri.
Già si tratta di un numero piuttosto basso, poiché di molti altri clandestini abbiamo semplicemente perso le tracce.
La cosa peggiore, tuttavia, sta nel fatto che, di questi irregolari, ne abbiamo «effettivamente allontanati» appena 15.979. Gli «stranieri non rimpatriati», invece, sono 18.128. Ben più della metà dei clandestini, dunque, restano qui. Anche quando vengono identificati e ricevono l' ordine di andarsene, il più delle volte non se ne vanno.
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Non è finita. Teoricamente - in base agli accordi presi con l' Unione europea - anche un bel nitari? Ben 20.400.
Di nuovo, tocca fare un' amara constatazione: non solo non mandiamo via i clandestini, ma ci teniamo perfino i profughi che dovremmo trasferire negli altri Stati comunitari.
Significa che siamo i soli, in Europa, a procedere a testa bassa nella direzione dell' accoglienza sregolata. Ci facciamo prendere in giro su entrambi i fronti: sia dagli stranieri irregolari che dalle autorità europee.
Nel frattempo, gli altri si comportano diversamente. Facciamo un piccolo esempio, tanto per rendere l' idea. Nei giorni scorsi, nel campo profughi di Harmanli, in Bulgaria, c' è stata una sorta di «rivolta» degli immigrati. Il governo, per sedarla, ha fatto intervenire i reparti antisommossa della polizia. Subito dopo, il primo ministro Boiko Borisov ha deciso di radere al suolo il campo profughi e di procedere immediatamente al rimpatrio degli occupanti che si sono sollevati. Si tratta per lo più di afghani, e all' inizio di dicembre prenderanno il via le operazioni per rispedirli a casa.
Ora vediamo ciò che è accaduto in Italia in una circostanza analoga. Nei giorni scorsi, si è scatenata una sommossa nel quartiere Moi di Torino. Circa trecento immigrati che vivono lì - occupando abusivamente le palazzine dell' ex villaggio olimpico, divenute da anni luogo di spaccio e altre attività edificanti - sono scesi in strada, hanno sradicato cartelli, ribaltato cassonetti dei rifiuti e gridato insulti agli italiani del circondario.
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Sapete come ha risposto il sindaco della città, Chiara Appendino? Ha fatto sapere, via Facebook, che il Comune ha «studiato un percorso per fasi, condiviso con il prefetto, con la proprietà e con i rappresentanti degli occupanti».
Si farà tutto con calma, nel massimo rispetto di chi occupa abusivamente. «Partiremo da un censimento dei presenti per capire chi sono, quanti sono, quali sono le competenze presenti, e quali diritti hanno riguardo la permanenza sul territorio», ha spiegato ancora l' Appendino. «Successivamente procederemo liberando una palazzina per volta e di conseguenza individuando percorsi di inserimento sociale per tutti coloro che ne hanno diritto». Ma certo, fate con comodo, una casetta alla volta... Che fretta c' è?
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Giova ricordare che, nel giugno del 2015, in quel quartiere torinese fu violentata per un giorno e mezzo una ragazza disabile. Per quel delitto furono fermati tre stranieri: uno era richiedente asilo; un altro era un clandestino a cui era stato notificato da circa un anno un provvedimento di espulsione. Ma che volete farci, espellere la gente non si può, perché è da fascisti. E non si vuol farlo, perché altrimenti si fa la figura degli intolleranti.
La Bulgaria espelle. In Francia François Fillon, apparentemente più moderato di Marine Le Pen, avanza promettendo espulsioni. Angela Merkel, in vista delle elezioni, ha deciso di mostrare la faccia dura ai clandestini. Persino il santino Obama ha rimpatriato a più non posso. Chissà, forse è proprio per questo che non mandiamo via nessuno: siamo così isolati, nel mondo, che ci teniamo i clandestini per avere un po' di compagnia.
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