Da la Stampa
FONTANA E CONTE
Visto dal Colle, lo spettacolo non è stato piacevole. Un vero e proprio scontro istituzionale tra il premier e il presidente della Regione Lombardia e che è sfociato scenograficamente in rissa di fronte a ministri, governatori collegati in videoconferenza, collaboratori, tecnici, e che ha costretto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella a intervenire per fare da paciere e riportare tutti all' unità necessaria ad affrontare con la massima lucidità la guerra al virus Covid19.
Mentre il bollettino continua ad aggiornarsi con il numero delle vittime e dei contagiati, tra i palazzi della politica romana non si parla di altro che del violento duello verbale tra Giuseppe Conte e il governatore lombardo Attilio Fontana. È mattina, quando nella sede della Protezione civile si riuniscono attorno al tavolo il premier, i ministri, tecnici e scienziati coinvolti nell' emergenza.
Su un grande televisore, moltiplicati in tanti piccoli schermi, sono collegati i presidenti delle Regioni. La tensione è alta. Conte non vuole atti unilaterali e chiede ai governatori di attenersi al coordinamento nazionale, pur comprendendo come al Centro e al Sud siano spaventati dal ritorno in massa degli studenti per le università chiuse o perché terrorizzati dal virus.
FONTANA E CONTE
Restano, poi, le scorie della sera prima, gli effetti delle parole di Conte che hanno segnato un primo strappo nei rapporti. Fontana è ancora furioso. E non tanto per la minaccia del premier, poi parzialmente rettificata, di avocare a sé i poteri della Sanità, proprie delle Regioni, se i governatori non si fossero attenuti al piano.
Quanto per l' attacco rivolto alla sanità lombarda, dove Conte avrebbe individuato la falla nei mancati controlli all' ospedale di Codogno. Con i nervi che vibrano, basta poco a far precipitare la discussione. Prima si inciampa su un' incomprensione. I governatori del Nord temono di non avere abbastanza mascherine a disposizione e chiedono il blocco delle esportazioni. Si riferiscono a quelle per il personale medico ma uno dei tecnici a Roma equivoca e mette in dubbio l' efficacia delle mascherine di garza per la gente comune che non ha particolari patologie.
conte
Fontana la vive come un' ennesima critica. È la prima colluttazione verbale. Passa qualche minuto, e questa volta è il presidente della Puglia Michele Emiliano ad agganciarsi alle parole di Conte della sera prima, puntando il dito contro la gestione lombarda dei protocolli. È qui che Fontana esplode: «Come vi permettete di attaccare medici e infermieri».
A questo punto le versioni divergono. Palazzo Chigi smentisce alcune ricostruzioni, le stesse che ha raccolto la Stampa da tre fonti diverse. Fontana, rivolto a Conte, si sarebbe prima sfogato così: «Mentre medici e infermieri stanno a lavorare tu te ne vai in televisione dalla D' Urso». Poi avrebbe interrotto la telefonata urlando «vaffa... cialtrone» (una delle fonti ricorda «ciarlatano»).
Solo l' intervento del ministro della Difesa Lorenzo Guerini, ex sindaco di Lodi, avrebbe convinto Fontana a tornare al tavolo. Nel frattempo Conte avrebbe chiesto ai tecnici di uscire dalla stanza, per chiarire e riportare la calma.
giuseppe conte
Questo succede prima di pranzo. Qualche ora dopo il leader della Lega Matteo Salvini fa sapere di aver telefonato a Conte e di avergli offerto le proprie idee per affrontare i contraccolpi sull' economia dell' emergenza sanitaria. Telefonata molto formale, rivela Salvini che aggiunge: «Mi risulta che dopo le parole sgradevoli del premier siano arrivate rimostranze, non solo da sindaci e governatori, ma anche un segnale di maggior cautela da piani ben superiori».
Un riferimento al Quirinale subito smentito da Palazzo Chigi. Quel che è certo è che Fontana ha avuto un colloquio con Mattarella, nel quale il Capo dello Stato ha ribadito la necessità di evitare polemiche politiche e di marciare uniti nella lotta al coronavirus. Un appello che ha un immediato effetto balsamico. La tregua è conseguente. Per Fontana « l' ospedale di Codogno ha rispettato ogni protocollo, apprezzo che Conte si sia reso conto delle sue affermazioni e le abbia rettificate». Ma quello che racconta questa lacerazione istituzionale è uno sfibramento che, agli occhi di avversari interni alla maggioranza come Matteo Renzi , è il segno che il governo Conte traballa sempre di più.
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